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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Febbraio 2011
UVA, SAN MICHELE HA SCOPERTO IL GENE DELL’AROMATICITA’ ORA SI POTRÀ STABILIRE, GIÀ NELLE PIANTINE DA SEME, SE LE UVE SARANNO AROMATICHE  
 
I ricercatori dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige hanno scoperto il gene che determina l’aromaticità delle uve e sviluppato un metodo basato sul Dna che stabilisce con molta precisione se una vite può produrre uve aromatiche oppure neutre. Le numerose piantine ottenute da seme nei programmi di miglioramento genetico potranno così essere selezionate senza dover aspettare che la vite entri in produzione. Si tratta del gene Dxs e il gruppo di genomica applicata del Centro ricerca e innovazione ha associato le sue variazioni alle caratteristiche aromatiche di 150 vitigni che producono uve a diversa intensità aromatica contenute nella collezione dell’Istituto Nazionale di ricerca agronomica di Montpellier. La ricerca, pubblicata recentemente sulla rivista Bmc Plant Biology dal giovane ricercatore Francesco Emanuelli e altri membri del gruppo, ha evidenziato che il cambiamento di un amminoacido nella proteina codificata dal gene è responsabile dell’accumulo di monoterpeni nella bacca di uva e dunque della comparsa del tipico aroma moscato nelle piante che portano la variazione genetica. Un’applicazione immediata di questo risultato sarà la valutazione precoce di nuove varietà prodotte dalle attività di miglioramento genetico classico e, infatti, i ricercatori hanno già sviluppato un metodo rapido per lo screening dei semenzali. La coordinatrice del gruppo genomica applicata alla vite, Stella Grando, spiega che il test del Dna estratto da un piccolo lembo fogliare della piantina appena germinata, indica con precisione se l’uva di quella pianta avrà l’aroma moscato o meno. Combinato con altri test molecolari che predicono, per esempio, il colore e la resistenza a certe malattie, questo approccio permette di scartare la maggior parte delle piante ottenute dagli incroci ai primissimi stadi di sviluppo, concentrando l’attenzione sugli individui che garantiscono le combinazioni dei caratteri desiderati per le varietà del futuro, con una notevole riduzione di costi, spazi e tempi. Anche nei cloni aromatici di certe cultivar coltivate in Trentino come Traminer e Chardonnay si è potuto dimostrare che è importante la forma del gene Dxs. Oltre a questi risultati, il confronto delle sequenze genomiche ha suggerito l’ipotesi che i vitigni Moscati discendano da una pianta in cui in passato è comparsa casualmente la mutazione del gene Dxs.  
   
   
GUERRA DELLE BANANE: IL PARLAMENTO EUROPEO NE APPROVA LA FINE  
 
 L´accordo di Ginevra del 2009 sulle barriere tariffarie al commercio delle banane provenienti dai paesi dell´America Latina, che ha posto fine alla controversia più lunga nella storia del commercio internazionale, è stato sostenuto giovedì dalla maggioranza dei deputati. Il Parlamento avverte tuttavia che tale accordo non potrà conciliare gli interessi di tutte le parti, compresi quelli dei produttori di banane dell´Unione Europea. I deputati ritengono che le disposizioni finanziarie speciali per le regioni ultraperiferiche dell´Ue produttrici di banane presenti nell´accordo non offrano un adeguato sostegno ai produttori dell´Unione di paesi come La Réunion, Guadalupe, Martinica, Guyana, Azzorre, Madeira e le Isole Canarie, che rischiano di essere colpiti significativamente dall´accordo di Ginevra. I deputati chiedono quindi alla Commissione di aumentare il sostegno per i coltivatori di banane e, se necessario, estenderlo al 2020. L´obiettivo primario dei deputati sarà quindi di incoraggiare le autorità competenti dell´Ue ad adottare misure che rendano competitivi sul mercato i prodotti dell´Unione. L´accordo: compensazione per i Paesi Acp - L´unione europea ha accettato di porre gradualmente fine al trattamento preferenziale riservato agli esportatori di banane dall´Africa, Caraibi e Pacifico (Acp) in cambio dell´impegno da parte dei Paesi latino-americani di ritirare il loro esposto in sede Omc. I Paesi Acp produttori di banane riceveranno inoltre un sussidio di 200 milioni di euro proveniente dal budget europeo, in aggiunta a quello già stanziato dall´Ue, per compensare l´incremento degli scambi commerciali con l´America latina. I deputati avvertono tuttavia che il sostegno ai paesi Acp potrebbe rivelarsi insufficiente e troppo breve per fornire un aiuto concreto ai produttori locali di banane e respingono fermamente ogni tentativo di finanziare tale sovvenzione con denaro destinato alla cooperazione allo sviluppo. Chiedono pertanto alla Commissione di indicare chiaramente come le risorse da investire nei sussidi possano essere ricavate da fonti diverse e di presentare un nuovo accordo di finanziamento pluriennale. L´unione Europea è il mercato più esteso per quanto riguarda il commercio di banane. Più del 70% delle banane vendute in Europa, proviene dall´America latina (principalmente da Ecuador, Colombia, Costarica e Panama) e circa il 20% proviene dai paesi Acp (fondamentalmente Cameroon, Costa D´avorio, Repubblica Dominicana, Belize and Suriname); la restante parte è prodotta nei paesi dell´Unione stessa (Cipro, Grecia, Madeira, Isole Canarie e i dipartimenti francesi d´oltremare di Guadalupe and Martinica).  
   
   
STOP UE A LEGGE ITALIANA ETICHETTATURA. ASSESSORE VENETO MANZATO  
 
 Venezia - “A me di inopportuno pare l’atteggiamento comunitario. Anzi: più che inopportuno mi sembra contrario agli interessi non solo italiani ma europei in generale. Chiedere da parte degli uffici di soprassedere è una forma educata di “no”, ma da parte italiana ci aspettiamo assoluta fermezza sulla questione”. E’ il commento del 3 febbraio dell’assessore all’agricoltura e tutela del consumatore del Veneto Franco Manzato alla notizia che la Commissione Europea avrebbe chiesto all’Italia di non dare seguito alla sua legge e di attendere una regolazione comunitaria in materia di etichettatura. “La Comunità farebbe bene, a mio avviso, ad adottare immediatamente un Regolamento in materia, se vuole essere convincente su una questione delicata – ha aggiunto Manzato – che riguarda la salute e la tutela dei consumatori, ma anche le possibilità dell’economia europea di essere veramente concorrenziale a livello mondiale. Sono certo che la struttura comunitaria non sia condizionata o condizionabile da parte dei potentati economici mondiali che vogliono mimetizzare le produzioni per confondere le nostre con quelle altrui, ma il risultato mi sembra il medesimo”. “Noi siamo per la libera concorrenza eccome – ha concluso Manzato – ma per essere libera occorre che il made in Veneto e il made in Italy che circola nel mondo sia davvero tale e che ciò che arriva da noi si sappia da dove proviene. Questo principalmente in funzione della salute e della tutela dei consumatori che, in un mercato molto condizionato dal punto di vista economico, sono e saranno liberi solo quando avranno a disposizione tutti gli elementi per fare una scelta informata e consapevole”.  
   
   
NASCE LA COMMUNITY CHE CONNETTE I GELATIERI DI TUTTO IL MONDO  
 
“Connettere i Gelatieri di Successo”, ecco la mission di “Gelato Experience”. Di cosa si tratta? Una community online dedicata a tutti i proprietari di macchine Carpigiani e agli alunni della Carpigiani Gelato University, che prende il via proprio in occasione della 32^ edizione del Sigep di Rimini, in partenza domani. L’obiettivo che si pone il progetto è generare sempre maggiori occasioni di contatto, scambi di idee e approfondimenti formativi nel mondo dei gelatieri di successo. La community “Gelato Experience” intende inoltre offrire una reale opportunità agli studenti della Carpigiani Gelato University di rimanere in contatto con i compagni di corso. Su questa piattaforma digitale prende vita l’universo Carpigiani, popolato da tutti gli appassionati di gelato e pasticceria: da quelli che stanno entrando in contatto ora con questo mondo a quelli che vi hanno dedicato un’intera esistenza. Un micro-cosmo dove scambiarsi esperienze, ricette e consigli, dialogare con chi ha molto da insegnare ma ancora tanta voglia di apprendere. Su www.Gelatoexperience.it si troveranno utili informazioni sull’universo del gelato: novità esclusive Carpigiani, articoli, foto, video e documenti (frutto delle ricerche più all’avanguardia nel settore) scaricabili direttamente sul proprio Pc. Chi avrà i requisiti necessari potrà iscriversi a “Gelato Experience” recandosi in un’apposita lounge all’interno dello stand della Carpigiani Gelato University, dove ci saranno Ipad a disposizione per registrarsi e partire..Verso nuove golose avventure! Scopri i Segreti dei Gelatieri di Successo nella sezione “Success Stories” Ascolta i Suggerimenti dei Maestri della Carpigiani Gelato University nella sezione “Instant Lessons” Gusta le Ultime Novità nel Mondo del Gelato Artigianale nel “Blog” (grazie ai Tag e all’Archivio nessuna informazione andrà più perduta!) Condividi le Tue Idee nel “Forum” riservato agli studenti della Carpigiani Gelato University e ai proprietari delle macchine Carpigiani "Mollo tutto e vado a vivere dall´altro capo del mondo!" Chi ama il gelato artigianale, ha spirito imprenditoriale e l’adrenalina che si alza a pensare di aprire una gelateria all´estero e dare una svolta alla sua vita, da oggi ha più possibilità di realizzare il sogno. Gelato Pioneers è il nuovo progetto della Carpigiani Gelato University che, in sinergia con Praxi, società di riferimento internazionale nella consulenza e nella formazione, da febbraio 2011 supporterà questi italiani ad aprire la loro gelateria nel mondo. Il presupposto è il lungo periodo. Forte dell´esperienza accumulata in anni di gestione della formazione e del supporto di un network di interlocutori selezionati in tutti i paesi del mondo (fondamentale in tal senso la rete commerciale della Carpigiani che unisce oltre 100 Paesi), Carpigiani Gelato University sosterrà costoro nell´avventura che cambierà la loro vita. L´obiettivo è costruire successi duraturi. 40 posti disponibili per l´edizione 2011/12. Il progetto è aperto a tutti i cittadini Italiani, anche residenti all´estero. Per informazioni: +39 051 6505318 o info@gelatouniversity.Com  
   
   
ANNO DELLE FORESTE, LOMBARDIA PREPARA INIZIATIVE  
 
Milano - Un fitto calendario di iniziative è in programma su tutto il territorio regionale per celebrare il 2011 come "Anno internazionale delle Foreste". Lo ricorda l´assessore ai Sistemi verdi e paesaggio della Regione Lombardia, Alessandro Colucci, in occasione dell´avvio ufficiale dell´anno internazionale da parte dell´Onu avvenuta nel Palazzo di vetro a New York. Tra le iniziative al via con l´inizio della primavera l´ormai tradizionale appuntamento con Vivere le Foreste (una serie di eventi ludico-sportivi e culturali che renderanno più fruibili le nostre foreste) e una mostra fotografica d´autore - realizzata in collaborazione con Assolegno - che, partendo da Milano, toccherà poi tutti i capoluoghi di provincia lombardi. Il 12 luglio Regione Lombardia organizzerà la festa in onore di San Giovanni Gualberto, patrono dei forestali d´Italia. Le iniziative proseguiranno fino all´inizio dell´autunno con distribuzioni di piantine in piazza, piantumazioni simboliche, convegni e momenti di intrattenimento. "Dalle vallate alpine alle distese della pianura - ha detto Colucci - le 20 Foreste regionali sono il grande patrimonio verde della collettività lombarda e costituiscono un importante mosaico di ecosistemi naturali, abitati da una straordinaria varietà di fauna e flora. L´appuntamento dell´Anno internazionale delle Foreste sarà l´occasione per conoscerle da vicino e per promuovere quello scambio di conoscenza necessario a favorire una loro gestione sostenibile". Sul nostro territorio ci sono circa 620.000 ettari di foreste e boschi (pari al 25,9% del territorio lombardo). Di questi, 23.000 sono di proprietà di Regione Lombardia la cui gestione, tutela e valorizzazione è affidata ad Ersaf, l´ente regionale per la valorizzazione e lo sviluppo delle foreste. "Le foreste - ha aggiunto Colucci - sono parte integrante dello sviluppo sostenibile globale. Le attività economiche a loro legate influiscono, infatti, sulle condizioni di vita di 1 miliardo e 600 milioni di persone in tutto il mondo, sono fonte di benefici a livello socio-culturale e costituiscono il fondamento del sapere delle popolazioni indigene. Le foreste giocano anche uno ruolo fondamentale nel proteggere la biodiversità e nell´attenuare gli effetti del cambiamento climatico". Nell´occasione è stato presentato anche il logo dell´iniziativa: un albero stilizzato nella cui chioma sono rappresentate le peculiarità delle foreste.  
   
   
AGRICOLTURA IN TOSCANA: LE DOMANDE PER IL “PREMIO” AI GIOVANI E IL “PREPENSIONAMENTO” AGLI ANZIANI. IN TOTALE QUASI 3 MILIONI DI EURO  
 
 Firenze – Giovani agricoltori: dal 3 febbraio e fino al 30 aprile prossimo (ma poiché il 30 aprile cade di sabato la data di scadenza slitta al 2 maggio) è aperto il bando per ottenere 40 mila euro come “premio insediamento”. La misura, che dispone complessivamente di 2 milioni e 560 mila euro, è relativa all’annualità 2011 e vale sul Piano di sviluppo rurale 2007-2013 (misura 112-fase Iv). I giovani agricoltori che possono richiedere questa somma devono avere un’età compresa fra i 18 (compiuti) e i 40 anni (non compiuti) al momento della presentazione della domanda e devono insediarsi per la prima volta come capo dell’azienda agricola. Il premio può essere utilizzato per tutta una serie di attività, come l’acquisto di terreni agricoli, l’acquisto, la ristrutturazione o l’ampliamento di fabbricati agricoli, l’acquisto di nuovi macchinari o attrezzatture. Sono ammissibili anche spese per il miglioramento fondiario, di prati e pascoli, per la risorsa idrica, ma anche investimenti come corsi di formazione, consulenza, certificazioni di processo, valorizzazione dei prodotti. Non sono ammissbili invece spese per l’acquisto di materiali usati, attrezzature e materiale di consumo (concimi, sementi, carburante, ecc), mezzi di trasporto. Le domande vanno indirizzate, per via telematica usando l’apposita modulistica, all’Artea, l’agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura (www.Artea.toscana.it). Al via le domande anche per il prepensionamento di imprenditori agricoli over 55 anni (50 per le donne). Anche questa è una misura (113 – fase Iv) del Prs 2007-2013 ed ha una dotazione complessiva di circa 400 mila euro per gli anni 2010-2011. Si tratta di un intervento che garantisce un reddito agli imprenditori che passano la mano ad un giovane con l’obiettivo di ringiovanire la forza lavoro e incrementare le dimensioni aziendali. Chi rileva l’attività deve essere un imprenditore agricolo con meno di 50 anni o un giovane che si insedia per la prima volta con i requisiti della misura prevista per il “premio di insediamento giovani agricoltori”. A chi va in “prepensionamento” viene riconosciuto un premio annuo di 9 mila euro, con l’aggiunta di 600 euro ad ettaro, fino ad un massimo di 18 mila euro all’anno, per un massimo di 15 anni, non oltre il compimento dei 70 anni. Anche in questo caso le domande vanno presentate ad Artea. Maggiori dettagli e i bandi integrali sono disponibili sul Burt, il bollettino ufficiale della Toscana n5. Del 2-2-2011 parte Iii. “Queste misure – ha sottolineato l’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori – vanno nella direzione di incentivare il ricambio generazionale in agricoltura, un ricambio indispensabile in Toscana dove l’età media è di 62 anni e i giovani rappresentano appena il 6-7 per cento della forza totale. Con il nuovo “pacchetto giovani” che stiamo per varare le misure a sostegno di queste attività saranno ulteriormente incrementate. Complessivamente ci sarannoa disposizione 30 milioni per i giovani agricoltori.”  
   
   
DALLA NUOVA POLITICA AGRARIA UE OPPORTUNITÀ PER L´AGRICOLTURA DI MONTAGNA ALTOATESINA  
 
Bolzano - La politica agricola dell’Unione Europea dopo il 2013 e gli interventi riguardanti la gestione economica delle imprese agricole di montagna e l’allevamento sono stati al centro del Iv Convegno sull’agricoltura di montagna in Alto Adige tenutosi venerdì 4 febbraio 2011, in Fiera a Bolzano. L´assessore Hans Berger ha sottolineato le ottime prospettive per gli agricoltori di montagna altoatesini dal trend della politica Ue e attraverso l´operato in rete delle Regioni di montagna. Come ha ricordato l´assessore Berger, la politica agraria Ue si indirizza sempre più a sostegno dei processi ecologici nella produzione agricola e in favore della sicurezza per quanto attiene i prodotti alimentari. Aspetti che parlano in favore dell´agricoltura altoatesina caratterizzata da aziende di dimensioni contenute con filiere regionali che consentono maggiori controlli. Parlando della aziende agricole di montagna Berger ha sottolineato l´importanza che queste, nonostante le condizioni spesso difficili ed onerose, vengano mantenute e trasferite alle nuove generazioni, un fatto che in Alto Adige costituisce un valore assai apprezzato. Parlando della politica agraria Ue dopo il 2013, Willi Schulz-greve della direzione generale della Commissione Europea ha posto in evidenza come essa sarà improntata alle compensazioni nell´interesse dell´ambiente e della tutela del clima, degli animali e della sicurezza degli alimenti nel rispetto dei consumatori. Il contadino per ottenere contributi dovrà divenire in primo luogo protuttore di alimenti e prodotti per il bene della collettività. Il Iv Convegno sull’agricoltura di montagna in Alto Adige era organizzato dalla Ripartizione provinciale agricoltura, dal Servizio provinciale di consulenza ai contadini di montagna in collaborazione con la Formazione professionale, il Centro sperimentale di Laimburg, la Scuola superiore di agricoltura, la Lub, il Bauernbund, cinque associazioni di allevatori e dall’Associazione dei caseifici altoatesini.  
   
   
AGRICOLTURA FVG: MODELLI DI RIPRESA E NUOVI FINANZIAMENTI  
 
Majano (Ud) - La Regione, stante la situazione economica generale, non si limita a predisporre strumenti di sostegno per le aziende agricole a fronte della crisi, ma sta valutando le strategie necessarie per perseguire con esse il cammino della ripresa e dello sviluppo. Lo ha dimostrato il 6 febbraio, nella sede municipale di Majano, l´assessore regionale alle Risorse Rurali, Agroalimentari e Forestali, Claudio Violino, nel corso di un incontro con gli agricoltori della zona collinare, svoltosi nella sala consiliare del Comune. Dopo il saluto del sindaco, Claudio Zonta, introdotto dall´assessore comunale, Stefano Tuti, Violino ha sviluppato una minuziosa analisi sul settore primario nel Friuli Venezia Giulia. Partendo dalla considerazione che, dagli anni del ´boom´ economico del Paese, gli anni 60, quando in agricoltura era occupato il 45 per cento della popolazione, si è passati agli anni dei grandi riordini fondiari, nel dopo terremoto del 1976. Quando i cittadini occupati in agricoltura erano il 30 per cento, ma la Regione disponeva per il solo comparto rurale di ben 450 miliardi di lire. Per arrivare ai giorni nostri: il 2 per cento della popolazione lavora in agricoltura, mentre l´Amministrazione dispone di soli 50 milioni di euro per il settore primario, le foreste, i parchi. Secondo l´assessore, questa progressiva destrutturazione del mondo rurale fu dovuta nella prima fase alle opportunità offerte dagli anni ´70 dall´industria manifatturiera. Successivamente al progresso culturale della popolazione con opportunità di lavoro diversificate. Quindi a una sorta di autoemarginazione dell´agricoltura dal sistema economico e sociale. Dovuta forse anche al frazionamento dell´associazionismo del mondo contadino. Del quale, però, la comunità deve avere la più alta considerazione in conseguenza del ruolo determinante che esso svolge a favore dei cittadini, fornendo beni essenziali per l´alimentazione e preservando il territorio, ove le attività agricole sono ancora praticate, dal dissesto. Occorre dunque, secondo Violino, che il mondo rurale si riscatti, e ritrovi un´autostima che sia in linea con le reali potenzialità che l´agricoltura del Friuli Venezia Giulia può ancora esprimere. Deve per questo fare sistema, e trovare strategie e ricette che valorizzino le carature già esistenti sul territorio. Ecco la ricetta ipotizzata: filiera corta dei prodotti, qualità, esaltazione delle peculiarità e della provenienza locale. Vanno altresì educati i consumatori a selezionare all´acquisto i frutti del lavoro della nostra terra. Non solo perché più facilmente controllabili, genuini e di pregio, ma in quanto, attraverso essi si sostiene l´agricoltura locale. La quale potrà trarre anche da segnali di questo genere da parte dei mercati di collocazione dei prodotti lo stimolo a rigenerarsi, divenendo protagonista del rinascimento della nostra civiltà contadina. Violino ha quindi citato, con la collaborazione di Serena Cutrano, responsabile del settore finanziario della direzione centrale delle Risorse Rurali, Agroalimentari e Forestali, lo stato dell´arte dei fondi che la Regione ha erogato e sta per erogare agli agricoltori, attraverso gli strumenti del bilancio dell´Amministrazione, del Piano di Sviluppo Rurale, e del Fondo di Rotazione. E ha altresì anticipato che il prossimo 15 febbraio saranno presentati i nuovi bandi per l´accesso ai benefici previsti dalla Misura 121 del Piano di Sviluppo Rurale. Saranno rivolti al settore lattiero-caseario. Ma finanziamenti saranno assegnati anche alle aziende zootecniche situate nelle zone vulnerabili dalla presenza di nitrati; nonché per la forestazione di terreni agricoli e per il rimboschimento; e per le energie da fonti rinnovabili. Nel corso del dibattito sono infine stati trattati ulteriori temi: dalle problematiche irrigue dell´area collinare, alla crisi del ricambio generazionale nelle aziende rurali, all´esigenza di creare nuovi modelli associativi tra gli agricoltori che possano favorire la coesione del mondo agricolo.  
   
   
BLUETONGUE: SOSPESA LA VACCINAZIONE DEI RUMINANTI ALLEVATI IN PIEMONTE  
 
Si è conclusa con ottimi risultati la campagna di vaccinazione 2010 contro la bluetongue, malattia dei ruminanti non trasmissibile alle persone: complessivamente sono stati vaccinati quasi 570mila bovini e oltre 113mila ovicaprini. La protezione conferita al patrimonio zootecnico piemontese ha contribuito ad evitare l’insorgenza di nuovi casi di malattia in tutta la regione. Nel 2011, quindi, non sarà più necessario effettuare la campagna di vaccinazione obbligatoria contro la bluetongue. I piani di vaccinazione del 2009 e del 2010, effettuati in tutti gli allevamenti di bovini e ovi-caprini del Piemonte, hanno assicurato una buona immunità contro la malattia, evitandone la diffusione. “Il sistema sentinella attivo nelle quasi 400 aziende piemontesi, ispezionate ogni 15 giorni con appositi esami sierologici – dichiara l’assessore alla Tutela della Salute e Sanità della Regione Piemonte, Caterina Ferrero - ha confermato fino a oggi l’assenza del virus. Questi dati confermano l’impegno dell’assessorato alla Sanità nell’opera di prevenzione in tutti i settori " La provincia di Cuneo dove la malattia aveva fatto la sua prima comparsa alla fine del 2008 è prossima alla riacquisizione dello status di indennità. Le province di Torino e Asti, dove l’infezione si è manifestata nell’autunno del 2009, dovranno ancora attendere l’anno prossimo. La qualifica di territorio indenne prevede infatti che la malattia sia assente per almeno due anni. Nel frattempo resterà attivo in tutta la regione il sistema sentinella che consentirà di confermare l’assenza della circolazione del virus e di individuare precocemente eventuali nuovi casi di malattia.  
   
   
SEQUESTRO IN VENTO DI CIBO AVARIATO IN MARKET CINESE  
 
“Il fenomeno degli alimenti ‘improbabili’ o scaduti e avariati, così come quello delle truffe, dei falsi e delle sofisticazioni, si contrasta anzitutto intensificando il controllo sociale. La nostra società deve per prima cosa produrre dentro di sé gli anticorpi e gli operatori onesti e tutti i cittadini segnalino quando qualcosa non va, coinvolgendo le forze dell’ordine, che sono al nostro fianco”. Lo ha affermato l’assessore all’agricoltura e tutela del consumatore del Veneto Franco Manzato, commentando con soddisfazione il sequestro operato dalla Guardia di Finanza, “che ringrazio di cuore”, di 6 quintali di cibo avariato in un market gestito da cinesi. “In simili casi occorre denunciare – ha aggiunto Manzato – sapendo che il silenzio diventa prima tolleranza, poi connivenza, e i malintenzionati si convincono che i rischi del malaffare sono minimi. E questo deve valere non solo quando, come ieri, a rischio è la salute delle persone, ma sempre, perchè i comportamenti illeciti penalizzano di fatto tutti, a partire dagli operatori onesti e dalla qualità del made in Veneto e made in Italy, che sono la nostra arma più efficace per vincere la concorrenza della mondializzazione e avere un’economia capace di stare sul mercato. Nello stesso tempo chi gioca sull’inganno e non rispetta le regole deve sapere che la gente gli è contro”. “Ricordo che la Giunta regionale ha finanziato alla fine dello scorso anno con 400 mila euro un programma di intensificazione, riqualificazione, coordinamento e monitoraggio contro frodi, falsificazioni, sofisticazioni – ha concluso Manzato – che prevede tra l’altro intese con i Comandi generali e le Direzioni centrali interessate del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e, più direttamente, con Questure, Comandi provinciali della Guardia di Finanza e dei Nas dell’Arma dei Carabinieri e i comandi di Polizia Municipale”.  
   
   
EXPORT, LA MECCANICA AGRICOLA FA ROTTA VERSO IL BRASILE: AL VIA PROGETTO PER FAVORIRE L’INTERNAZIONALIZZAZIONE  
 
 Bologna - La meccanica agricola fa rotta verso il Brasile. Nell’ambito del progetto ‘Valorizzazione internazionale della filiera meccanica agricola in Brasile’ Cna Servizio Estero e la Regione Emilia-romagna promuoveranno la partecipazione di imprese regionali ad una missione economica nel prossimo mese di maggio. Il progetto è realizzato con la collaborazione e il supporto della Camera di Commercio di Reggio Emilia, dell’Ice, delle Ambasciate di entrambi i Paesi. Le condizioni di partecipazione e le agevolazioni previste per le imprese verranno presentati martedì 8 febbraio, alle ore 17, presso la sede provinciale Cna a Reggio Emilia (via Maiella 4). «Siamo convinti – evidenzia l’assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli - che l’internazionalizzazione, ed il crescente peso di prodotti ed intelligenze della nostra Regione nel mondo, siano fondamentali per rafforzare la competitività di tutto il sistema produttivo. Le imprese dell’Emilia-romagna, dalle più piccole a quelle di maggiori dimensioni, hanno bisogno di potere contare su un export forte per rilanciarsi dopo la crisi economica, a beneficio del territorio e con importanti ricadute occupazionali. È necessario assicurare sviluppo e dare gambe a quei progetti che si rivolgono proprio all’internazionalizzazione». Il progetto si articolerà in una serie di azioni volte alla penetrazione di imprese sul mercato brasiliano. Nello specifico, dopo una prima fase di promozione dell’iniziativa e di identificazione di aziende interessate, il focus operativo verrà trasferito in Brasile, dove si prevede la partecipazione di una collettiva d’imprese e la realizzazione di incontri bilaterali con selezionate controparti alla Fiera Agrishow di Ribeirao Preto (San Paolo) dal 2 al 6 maggio 2011, appuntamento principale degli operatori brasiliani e sudamericani nel settore delle macchine agricole, la zootecnia, l’agroindustria. I Programmi - Per il triennio 2011-2013 la Regione Emilia-romagna concentrerà la programmazione sui Paesi del Bricst (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa e Turchia) confermando, per il secondo triennio successivo, il focus prioritario sulla meccanica strumentale: in Brasile in particolare meccanica agricola e impiantistica alimentare), moda, partecipazione all’anno dell’Italia in Brasile 2011-12; in Turchia: in particolare per i settori delle macchine per packaging, alimentare, costruzioni, energia e moda; in Russia:meccanica strumentale agricola e alimentare e prospezione dell’Oblast Krasnodar; in Indiain particolare meccanica agricola e per l’alimentare e settore fieristico; in Cina meccanica strumentale, ricerca e sviluppo (green technologies, scienze della vita). Il rapporto di previsione Sace-prometeia 2010 evidenzia come i mercati trainanti per le esportazioni italiane nel 2011 e negli anni successivi sono innanzitutto i cosiddetti “emergenti avanzati” e gli “emergenti”; soprattutto quelli con la A maiuscola, Asia e America latina: Cina (+12%), India, ma anche Indonesia, Vietnam e Corea del Sud; Brasile (+14%), ma anche Cile e Messico; e ancora Turchia (+14%), Russia (+8%) e Sud Africa (+9%). In particolare la meccanica strumentale, che rappresenta oltre il 60% delle esportazioni dell’Emilia-romagna, dopo la crisi degli anni scorsi, crescerà almeno del 7%, con punte dell’8-9% in Asia e America latina.  
   
   
ZOOTECNIA: DA TOSCANA 7 MILIONI, MA ANCHE GOVERNO FACCIA SUA PARTE  
 
Firenze – L’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori è intervenuto il 3 febbraio all’assemblea dell’Associazione regionale degli allevatori della Toscana che si è tenuta a Sesto Fiorentino. “Questa assemblea – ha detto tra l’altro l’assessore – è un fatto estremamente significativo perchè gli allevatori toscani sono gli unici in Italia ad aver compiuto il processo di unificazione che era stato richiesto dal Ministero. Purtroppo – ha continuato Salvadori – ancora una volta è successo che sia stato il Ministero a non mantenere gli impegni. Infatti il Governo non ha garantito i trasferimenti finanziari all’associazione, alla quale ha invece trasferito una serie di funzioni a servizio della categoria. Chiediamo pertanto – ha concluso Salvadori – che il Governo si impegni con il decreto Milleproroghe a garantire il finanziamento. Per quanto riguarda la Regione Toscana – ha detto infine l’assessore regionale V- facciamo la nostra parte a favore della categoria. Con i prossimi bandi di filiera infatti ci saranno 7 milioni di euro a disposizione del settore zootecnico.”  
   
   
CALABRIA: IL DIPARTIMENTO REGIONALE ALL’AGRICOLTURA INTERVIENE SULLA FILIERA DEL LEGNO  
 
Il dipartimento regionale all’Agricoltura, in riferimento alle notizie apparse su qualche organo di stampa, relative ad alcune istanze delle aziende del legno in merito “ai bandi recentemente pubblicati da questa amministrazione a valere sulle misure 121 e 123”, precisa quanto segue: “Nella misura 121, la filiera del legno, per come riportato sulla stampa, “non è nemmeno menzionata”. Questo è assolutamente vero, essendo la filiera legno non ammissibile ai benefici previsti dalla misura 121 in quanto la stessa è titolare di una specifica misura operativa del Psr: la misura 122. A ben vedere questa misura ha anche un regime di aiuto maggiore rispetto alla 121, prevedendo un contributo in capitale di 10 punti maggiore (60% invece del 50%). La misura 122 ha già avuto attivati 2 bandi, ed il terzo è programmato per il 1° ottobre di quest’anno. In merito alle questioni esposte a valere sulla misura 123, si precisa che il comparto legno è sottoposto alla disciplina del Regolamento Comunitario 1698/2005 che, nelle sue disposizioni attuative (Reg. 1974/2006) all’art. 19 regolamenta i campi di applicazione per il comparto boschivo. Nella regolamentazione tra le altre si rinviene il limite che “per i comparti esclusi dall’allegato I del regolamento” si applica il regime de minimis, ad oggi fissato in € 500.000 di contributo pubblico. Tuttavia non potrà sfuggire che il comparto industriale del bosco, in virtù del principio comunitario della demarcazione di fondi, è ammissibile a tutti i finanziamenti previsti dal fondo Fesr (a differenza dell’agroindustria che ne è esclusa) per gli aiuti alle attività produttive, i cui bandi sono regolarmente in essere presso il competente dipartimento”.  
   
   
CALABRIA: PRECISAZIONE DELL’ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA SUI BANDI PSR  
 
L’assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra “In merito al prosieguo della polemica relativa all’accesso ai bandi emanati a valere sulla misura 121 e 123 del Psr Calabria 2007-2013" ha così ulterormente precisato: "Sento di dovere replicare, per una ultima volta, alle questioni poste da alcune sigle rappresentanti le industrie boschive. Nel merito ho già evidenziato che altri e diversi sono i canali finanziari di accesso al Psr Calabria (es. Misura 122), che ha come suo puntuale focus il comparto agricolo e forestale. In realtà la misura 122 si rivolge alle “aziende” boschive, e non alle “industrie” boschive. Con questo si vuole evidenziare – prosegue l’Assessore Trematerra - come i fondi relativi al Psr, Programma di Sviluppo Rurale, nella sua maggiore entità siano da associare ad interventi diretti da rivolgere all’azienda agricola, cioè a quell’azienda che ha un legame imprescindibile con il “fondo rurale” che conduce e nel quale esplica la sua attività economica, lasciando, invece all’”industria”, sia essa boschiva che agroalimentare, la misura 123 (sia in forma individuale che in forma di Pif) e, poi, tutti gli altri fondi destinati all’industria che non sono competenza del mio Assessorato. Tuttavia vorrei anche puntualizzare il dato sulla proprietà fondiaria delle aziende boschive, al fine di sottolineare che almeno il 15% delle stesse ha una estensione media di conduzione di oltre 50 ettari di superficie. Ma aldilà delle polemiche che sono sempre ridondanti e che non portano mai alla soluzione dei problemi, vorrei evidenziare che tutte le misure del Psr sono soggette ai regolamenti comunitari, e solamente a questi bisogna fare riferimento per affrontare queste problematiche. A riguardo confermo ancora una volta – conclude l’Assessore Trematerra - la mia disponibilità e quella di tutti i dirigenti del dipartimento che guido, a fornire ogni puntuale delucidazione in merito alle singole misure del Programma ed ai regolamenti comunitari sottesi”.  
   
   
AVIFAUNA: LA LOMELLINA È UN´ECCELLENZA  
 
 Lomellina eccellenza tra le zone di protezione speciale per l´avifauna. E´ stato questo l´argomento al centro del convegno che si è svolto a Mortara (Pavia) al quale ha partecipato l´assessore ai Sistemi verdi e Paesaggio della Regione Lombardia, Alessandro Colucci. "La Lomellina - ha detto Colucci - fin dal 2005 è stata riconosciuta dalla Regione Lombardia come zona di protezione speciale per l´avifauna. Si tratta infatti di un´area particolarmente importante per le colonie di Aironi che in questa zona nidificano da numerosi decenni grazie anche al particolare ambiente creato dalla presenza delle risaie". "Si tratta - ha aggiunto Colucci - di un esempio di riuscita convivenza di eccellenza naturalistica con le attività dell´uomo. La Lomellina è anche un´area estremamente importante per la produzione risicola lombarda, che merita di essere sostenuta in vista di un difficile momento congiunturale dal punto di vista economico, legato alle decisioni sul futuro della Pac, la Politica agricola comunitaria". In uno scenario in cui la nuova Pac si configura orientata verso la valorizzazione dei temi agro ambientali, fare parte di una Zps può trasformarsi in un´opportunità. "In questo senso - ha concluso l´assessore Colucci - stiamo studiando, insieme all´assessorato all´Agricoltura, un premio per la migliore coltura sostenibile del riso".  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA, SPIRAGLI UE PER BIANCHETTO E ROSSETTO FRUTTO DI AZIONE CONGIUNTA  
 
“Grazie a una azione congiunta quella che sembrava una partita persa potrebbe risolversi per il meglio”. Lo afferma Massimo Coccia, presidente della Federcoopesca-confcooperative in merito all’attesa deroga per le pesche speciali, in particolare quella del bianchetto e quella del rossetto. “Non possiamo ancora abbassare la guardia, ma qualcosa inizia a muoversi verso una risoluzione del problema”, ribadisce Coccia. L’associazione sottolinea come l’aver mantenuto in questi mesi sempre alta l’attenzione sul disagio dei pescatori, il lavoro svolto dall’Amministrazione italiana, unico paese europeo ad aver presentato i paini di gestione per bianchetto e rossetto, il supporto di molte regioni toccate direttamente dal problema, in particolare Liguria e Puglia, e l’azione degli europarlamentari italiani, stiano svolgendo un ruolo fondamentale per non far perdere all’Italia questo importante patrimonio. “Apprezziamo – prosegue Coccia- il lavoro diplomatico bipartisan svolto ieri dalle delegazione italiana , composta dagli eurodeputati Guido Milana, Paolo de Castro, Barbara Matera, Antonello Antinoro, Mario Pirillo e Rosario Crocetta, che hanno incontrato il commissario Damanaki, alle luce anche delle manifestazioni degli ultimi giorni dei pescatori liguri e pugliesi”. Al momento, sottolinea l’associazione, si prefigura per il rossetto una autorizzazione di pesca, che dovrebbe arrivare a breve. Più complicata la questione del bianchetto, perché si tratta di novellame. La soluzione più praticabile prevede una autorizzazione straordinaria e temporanea che l’Italia dovrebbe adottare di concerto con l’Unione europea. Questo per consentire di avviare la campagna di pesca, per quest’anno, e al tempo stesso raccogliere i dati necessari per un focus più dettagliato sullo stato della risorsa.  
   
   
L’AGRICOLTURA VENETA SCEGLIE IL SUO FUTURO  
 
 Venezia - Venerdì 11 febbraio, il mondo dell’agricoltura veneta formalizzerà le sue scelte per il futuro. Lo farà nel corso della giornata conclusiva della Conferenza regionale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, un percorso che è iniziato nell’ottobre scorso ed è proseguito con il lavoro di seminari tematici aperti al contributo di istituzioni e cittadini tramite Internet. La Conferenza si svolgerà alla Fiera di Padova, con inizio alle 9,30, e formulerà l’Agenda delle priorità strategiche regionali fino al 2010. “Quello che ci attende è in ogni caso un futuro di azioni condivise all’interno di un percorso concordato tra sistema economico agricolo produttivo e istituzioni – ha affermato Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto – ma anche di una diversa considerazione culturale per il settore, che è parte fondamentale e strategica della nostra società per i molteplici ruoli, anche di tipo pubblico, che svolge”. “Ci serve un’agricoltura veneta, fatta di qualità, tipicità, organizzazione e ogni altro elemento di concorrenzialità che possa contrastare i tentativi della mondializzazione di imporre l’omogeneità senza provenienza al prezzo più basso, secondo una logica che inquadra l’agricoltura tout court dentro l’economia e non con le sue connessioni con il territorio. L’agricoltura è come l’ambiente: non si può speculare e monetizzare tutto se vogliamo evitare danni irreparabili e conservare le risorse per le future generazioni”. “Dai lavori conclusivi ci aspettiamo proposte e progetti – ha detto ancora Manzato – che possano essere strumenti per la redditualità delle aziende e per una alleanza sempre più forte con i consumatori, i due estremi che oggi sono i più indifesi della filiera agroalimentare. Le nostre aziende devono poter oltrepassare le scadenze dell’attuale politica europea, alla quale chiediamo di diventare lo scudo del territorio, di chi lavora la terra e di chi consuma, senza trincerarsi dietro burocratici distinguo”.  
   
   
SICILIA: PIANO REGIONALE PER CONTENIMENTO PUNTERUOLO ROSSO  
 
 Palermo - Constatata la continua e inarrestabile espansione del punteruolo rosso delle palme nel territorio regionale, il Servizio Fitosanitario dell´Assessorato regionale risorse agricole ed alimentari ha predisposto uno specifico piano di azione, per contenere il temibile coleottero. Il Piano, approvato con provvedimento assessoriale e disponibile sul sito dell´Assessorato Risorse Agricole, tiene conto di quanto previsto nel Piano d´azione nazionale del Ministero Politiche Agricole. In particolare, e´ di fondamentale importanza il monitoraggio visivo precoce, mentre si e´ rivelato controproducente il posizionamento di trappole, cosi´ come, per altre ragioni contingenti, sono non praticabili l´endoterapia, con fori praticati sul tronco, la lotta biologica, quindi con nemici naturali, e la lotta chimica. Dunque, gli abbattimenti e la distruzione controllata sono ancora i metodi di contenimento piu´ diffusi, e che gli sforzi vanno concentrati, soprattutto, nelle aree ancora indenni e in quelle ad esse circostanti. Il Piano di azione sara´ attuato con il coordinamento del Servizio Fitosanitario Regionale che, a seguito della riorganizzazione del Dipartimento degli Interventi Strutturali, e´ stato potenziato con la creazione di unita´ fitosanitarie in ogni provincia, compresi i due Osservatori Regionali per le Malattie delle Piante di Palermo e Acireale. Inoltre, si e´ proceduto recentemente alla formazione di nuovi Ispettori fitosanitari, per ottimizzare l´attivita´ istituzionale su tutto il territorio regionale. Le misure fitosanitarie previste dal piano, devono essere applicate in tutte le aree di nuova infestazione, in cui sono state rinvenute piante sensibili, colpite dal punteruolo, come desumibile dalla carta regionale di delimitazione delle zone interessate. In estrema sintesi, le misure ufficiali consistono nel monitoraggio nelle aree indenni e cuscinetto, a cura degli Ispettori fitosanitari con la collaborazione dei Comuni; obbligo di comunicazione all´ufficio provinciale competente, da parte dei proprietari, o detentori a qualsiasi titolo, di piante che presentano segni della comparsa dell´insetto, in aree indenni e cuscinetto; interventi preventivi su palme non infestate con ispezioni, lotta chimica e potature mirate; abbattimento e distruzione obligatori delle piante infestate, con gli appositi accorgimenti tecnici descritti nel piano. Nel caso di esemplari con particolare valenza storico-paesaggistica e/o in presenza di attacchi iniziali, il Servizio Fitosanitario potra´ autorizzare l´intervento curativo. Sostituzione delle piante sensibili, anche in via preventiva, con altre specie. Tale misura verra´ attentamente valutata, nei casi di palme con particolare valenza storico-paesaggistica-ambientale, nel rispetto di quanto previsto dai regolamenti adottati dagli Enti locali, in materia di verde urbano. Infine, il Servizio Fitosanitario Regionale, in collaborazione con gli enti locali, effettuera´ azioni d´informazione sulla normativa vigente e sullo stato dell´infestazione a livello regionale; formazione e aggiornamento per i tecnici; divulgazione delle buone pratiche di difesa; promozione d´iniziative di collaborazione tra comuni e ditte specializzate per la corretta applicazione delle misure di profilassi.  
   
   
SUL PANE IRPINO UN MARCHIO DI QUALITA’ ARTIGIANALE E FARMER’S MARKET TERRITORIALI  
 
Marchio di qualità artigianale, incentivi per chi apre un punto vendita, stop al confezionamento in buste di plastica nella Gdo e alla concorrenza spietata stabilendo un prezzo base di mercato. Ed ancora recuperare il requisito di professionalità da ottenere con un apprendistato in azienda o con un’adeguata formazione di settore. Il tutto con la realizzazione, sull’asse della filiera corta, di farmer’s market territoriali: aggregazioni di produttori agricoli che in specifiche location mettono in commercio le proprie lavorazioni senza intermediari. Da qui passa il rilancio del settore irpino della panificazione. Ne è convinta l’Asso-api di Avellino che ieri (mercoledì 2 febbraio) ha riunito, presso la sua sede di Via Colombo, un nutrito gruppo di operatori locali. Oggetto del summit tecnico, le difficoltà che vive il ramo domestico alla luce del Decreto Bersani che da agosto 2007 ha liberalizzato le licenze di panificazione. Un provvedimento che, secondo l’Associazione Artigiani e Piccoli Imprenditori, sta destando non poche preoccupazioni tra gli addetti ai lavori, soprattutto per le ripercussioni negative che il comparto endogeno potrebbe avere sul fronte della qualità e della tradizione ultrasecolare. “A nostro avviso – dichiara Basilio Minichiello, presidente di Asso-api Avellino e numero uno dell’Associazione italiana panettieri e pasticcieri – la nuova normativa ha causato in ambito provinciale e su scala nazionale diversi impatti negativi. E’ stata infatti abrogata la precedente legislazione di settore del 1959 che demandava a delle commissioni provinciali, con a capo le Camere di Commercio, il compito di deliberare sulle concessioni di permessi per l’apertura di panifici il cui numero era commisurato alla densità di popolazione dove gli esercizi commerciali andavano ad operare”. Una norma, questa, che a detta di Asso-api, tutelava produttori e consumatori, disciplinando anche le politiche provinciali di pricing ed assicurando, tra l’altro, un alimento fresco, genuino e controllato in ottica igienico-sanitaria nel suo ciclo produttivo. “Ora invece – spiega Minichiello – assistiamo ad un’inversione di tendenza. La manovra del 2007 prevede che l´impianto di un nuovo panificio, e il trasferimento o la trasformazione di panifici esistenti siano soggetti solo ad una dichiarazione di inizio attività da presentare al Comune competente per territorio valutata per parametri igienici e di agibilità del locale d’uso”. “Per effetto di questa legge – continua – poco attenta alle microesigenze viene meno la professionalità artigiana con molti che s’improvvisano operatori. Il tutto a discapito della qualità del prodotto che si abbassa notevolmente nonché della tradizione e della cultura che c’è dietro al mondo della vera arte panificatoria”. In più un altro fattore pesa sul ramo produttivo: il fenomeno della Grande distribuzione organizzata. “La Gdo – analizza la guida dell’Associazione di categoria – sulla scia del Decreto Bersani ha, in alcune grande catene di supermercati, costruito all’interno panifici adoperando la loro produzione di pane non per guadagno ma per un’attività di marketing fortemente spinta alla promozione con vendite sottocosto”. Il quadro irpino che ne esce è: “un settore indebolito – afferma il presidente - caratterizzato da una concorrenza selvaggia, dove c’è un surplus di offerta nei confronti della domanda che, a causa delle particolari dinamiche commerciali degli ipermercati, porta ad un abbassamento dei prezzi al consumo”. “Si pensi – mette in evidenza – che l’Irpinia, secondo gli ultimi dati Istat, presenta uno dei prezzi medi più bassi in Italia per il pane che si aggira intorno ad 1,60 euro a chilogrammo rispetto ai 2,76 euro che si captano su scala nazionale”. Una situazione non più tollerabile per i produttori irpini. “Siamo – dicono i panificatori riunitisi ad Asso-api – al limite della sopravvivenza. Molti di noi per le difficoltà del mercato sono stati costretti ad indebitarsi con le banche per tirare avanti. Se a questo si aggiunge l’attuale aumento indiscriminato del costo del grano, che negli ultimi sei mesi ha registrato un’impennata del 50 per cento, si può ben comprendere lo stato di emergenza che viviamo”. Ma la ripresa è possibile. E passa per cinque punti chiave targati Asso-api Avellino: recuperare il riconoscimento di chi ha vera competenza in panificazione, istituzione di un brand che possa distinguere il prodotto artigiano (lavorato a mano) da quello industriale, evitare la corsa sfrenata al ribasso con una soglia minino di prezzo, sovvenzioni economiche ai produttori per l’apertura di panetterie dove poter vendere anche il pane sfuso, quello a fette, e non confezionato in buste di plastica bensì imbustato in sacchetti di carta riciclabile. “Chiediamo dunque alle istituzioni competenti – conclude Minichiello – una modifica anche della legge regionale del 2005 che prevede l’obbligo dell’imbustamento. Puntiamo così ad interventi che siano rispettosi dell’ambiente circostante e che valorizzino il potenziale di questo ramo produttivo che in Irpinia dà lavoro a 4mila addetti”. Quinto ed ultimo fronte, il commercio a chilometro zero sul binario della filiera corta (produttore-consumatore) da concretizzarsi con mercati agricoli provinciali dove possano riunirsi i panificatori irpini per una vendita diretta del pane e non più porta a porta.
Il Settore Della Panificazione In Irpinia: Cifre E Numeri
Numero aziende: circa 250 unità produttive Classe dimensionale: 90% attività artigiane, 10% attività che superano i 10 dipendenti con più impianti di produzione Addetti al settore: 4.000 risorse umane (in media 4 occupati per ogni unità produttiva) Prevalente localizzazione macrogeografica: ambito provinciale Canali geografici di vendita: Avellino e provincia
 
   
   
VINO IN LOMBARDIA: ECCELLENZA DA FAR CONOSCERE PRESENTATA LA GUIDA VINIPLUS DISPONIBILE PER IPHONE E IPAD REGIONE SOSTIENE PROGETTI PER PROMUOVERE L´INTERA FILIERA  
 
Milano - "L´undicesima Giornata dei vini di Lombardia e la Guida Viniplus 2011, che giungono dopo una vendemmia davvero ottima, testimoniano l´evoluzione in crescita e la vitalità della produzione vitivinicola lombarda orientata alla ricerca costante della qualità e che oggi, con 5 denominazioni Docg, 21 Doc e 15 Igt, ha raggiunto a pieno titolo i massimi vertici del panorama enologico nazionale e internazionale". Lo ha detto l´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, Giulio De Capitani, intervenendo all´annuale wine day lombardo tenutosi all´Hotel Principe di Savoia con l´Associazione italiana sommelier (Ais), Ascovilo (Associazione dei consorzi dei vini di lombardia) e i ristoratori. "La Lombardia - ha sottolineato De Capitani - vanta la più importante agricoltura d´Italia e il vitivinicolo ben 5 Docg-igt che sono lo Sforzato di Valtellina, il Valtellina Superiore, il Moscato di Scanzo, il Franciacorta e l´Oltrepo´ Pinot Nero metodo classico, ma i prodotti lombardi, anche quelli vitivinicoli, spesso non sono ancora noti tra i cittadini per la loro qualità". "L´impegno della Regione - ha proseguito De Capitani - è volto a promuovere, sostenendo anche progetti come la Guida Viniplus e la Carta dei vini di Lombardia, la conoscenza del livello di eccellenza delle cantine e delle aziende che sono attente anche alla tutela dell´ambiente". "La Guida Viniplus - ha detto ancora l´assessore - in questa edizione sarà disponibile anche per Iphone e Ipad contribuendo all´opera di conoscenza delle nostre produzioni tra i consumatori lombardi. L´edizione di quest´anno della Guida ha aggiunto, rispetto alle precedenti edizioni che vedevano l´attribuzione di rose camune in base alla qualità dei vini, anche riconoscimenti ulteriori con le rose d´oro e d´argento e le rose verdi che vanno a individuare quelle aziende che producono con attenzione alla tutela dell´ambiente". "La tutela dell´ambiente e del suolo agricolo - ha ricordato De Capitani - sono aspetti importanti su cui mi sto impegnando e sui quali sta lavorando Regione Lombardia anche in prospettiva Expo 2015, riflettendo su possibili modifiche della legge 31, ovvero il Testo Unico in materia di agricoltura". Livio Cagnoni, presidente di Ascovilo, ha ricordato l´impegno della Regione Lombardia anche sul fronte della promozione internazionale. "Gli interventi a favore della competitività per il settore vitivinicolo - ha spiegato De Capitani - sono al centro dell´azione dell´assessorato e ricordo, tra le misure in atto, quelle di ridefinizione del Programma di sviluppo rurale (Psr) e quelle per la diffusione dei nostri vini negli Usa in collaborazione con Unioncamere, Ascovilo e Ais". "La bontà e l´eccellenza del nostro settore vitivinicolo - ha concluso De Capitani - sono testimoniate anche dal fatto che gli oltre 4000 metri quadrati del padiglione Lombardia alla Fiera di Verona per il Vinitaly del prossimo mese di aprile sono già tutti prenotati da oltre 200 espositori".  
   
   
LOMBARDIA: ESIGENZE AZIENDE IN ATTI DELLA REGIONE  
 
"L´esigenze delle aziende devono essere tradotte in atti amministrativi. E´ questa la filosofia dell´Assessorato Itinerante". Lo ha detto Andrea Gibelli, vicepresidente della Regione, nel corso della quattordicesima tappa del tour che lo sta portando nelle imprese d´avanguardia della Lombardia. Nel bresciano, a Ome, ha visitato le Cantine Majolini conosciute nel mondo per i loro vini di Franciacorta. All´interno dell´azienda Gibelli ha voluto parlare ancora di un tema che gli sta particolarmente a cuore: quello del brand territoriale. "Regione Lombardia - ha detto il vicepresidente - sta portando avanti un forte brand territoriale che è sinonimo di eccellenza di qualità, capacità di andare sui mercati internazionali, innovazione continua, attraverso il rigore cioè la qualità che si costruisce giorno dopo giorno e attraverso l´esame di un prodotto che sui mercati è considerato sempre più di qualità". "La provincia di Brescia e in particolare questo territorio della Franciacorta - ha proseguito Gibelli - hanno dimostrato ancora un volta di puntare sul capitale umano e sull´innovazione. Sono territori sempre al passo con i tempi e questo esempio è un po´ la scommessa di Regione Lombardia in tema di sviluppo industriale". Sempre in questa seconda parte della visita, Gibelli ha ricordato i due provvedimenti di questa settimana della Giunta: le linee dello Small Business Act per l´internazionalizzazione e il protocollo sulla competitività.  
   
   
ACADEMIA BARILLA E LA CUCINA ITALIANA PRESENTANO “LE RICETTE D’ITALIA”  
 
In occasione del 150° anniversario dell´Unità d´Italia, il centro internazionale Barilla per la tutela e la promozione della cultura gastronomica italiana nel mondo e la storica rivista dell’Italia a tavola promuovono l’elezione dei 10 piatti più rappresentativi della nostra cucina Dalla collaborazione tra Academia Barilla e La Cucina Italiana, parte “Le Ricette d’Italia”, una grande operazione culturale per individuare le dieci ricette più rappresentative della tradizione culinaria italiana nel 150° anno dell’Unità Nazionale. L’iniziativa vivrà sulla stessa testata e sul sito internet dedicato www.Lericetteditalia.it, dove saranno proprio gli italiani a decidere quali piatti candidare e votare nel corso del 2011. Amata nel mondo per il gusto, la qualità, la disponibilità degli ingredienti e le molteplici possibilità di preparazione, la cucina italiana si distingue come una cultura gastronomica unica, alimentata dalle tradizioni di ogni regione e territorio: un patrimonio che, nella sua ricchezza, riflette l’estrema varietà di influssi culturali, condizioni geografiche e climatiche che, dalle Alpi alle isole, rendono l’Italia uno dei Paesi più affascinanti nel mondo. In questo articolato mosaico di specialità e prodotti tipici, tuttavia, è complesso riuscire a identificare i veri “protagonisti dell’Italia in tavola”. Quali sono i principali piatti della vera cucina nazionale? Quali le ricette che da Nord a Sud mettono d’accordo i buongustai italiani? Dalla pizza allo spaghetto al pomodoro, dalla pasta ripiena all’arrosto, la disquisizione sul tema potrebbe farsi ardua e interminabile. Partendo da questa consapevolezza, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Academia Barilla e La Cucina Italiana pongono il quesito agli italiani. Mentre la testata pubblicherà ogni mese approfondimenti sulle principali specialità nazionali, con contenuti e documenti tratti dalla Biblioteca Gastronomica di Academia Barilla, sul sito www.Lericetteditalia.it i visitatori potranno candidare le loro ricette preferite, votare quelle indicate dagli altri, e decidere la rosa delle finaliste. Tra i principali criteri da seguire, l’indubbia “italianità” degli ingredienti utilizzati. Sul portale, inoltre, i partecipanti potranno lasciare i “trucchi” per la preparazione dei loro piatti preferiti, commenti, suggerimenti o anche ricordi personali, dando vita a una vera community che coinvolgerà gli appassionati della cucina italiana per tutto il 2011. Alla fine dell’anno, infatti, si arriverà alla proclamazione delle “magnifiche 10”, ovvero le ricette del cuore degli italiani, quelle che rappresentano maggiormente la nostra tradizione gastronomica. Per dare il via al progetto abbiamo chiesto a famosi personaggi italiani di “confessare” quali sono i loro piatti preferiti. Per il “Maestro” Gualtiero Marchesi: "Il risotto (non il riso) è secondo me il piatto tipico italiano. Non escludendo la pasta nelle diverse declinazioni territoriali, altrimenti detti formati". "La caponata! – dice Filippo La Mantia, chef al Majestic di Roma ma sicilianissimo – Melanzane, salsa di pomodori speciale (qui sta il segreto), basilico, capperi, aceto. Pistacchio grattugiato per la finitura. È il piatto più richiesto, addirittura alcuni clienti escono dal ristorante chiedendomene un vasetto". Per Paolo Barilla, Vicepresidente del Gruppo alimentare, niente supera gli spaghetti al dente con olio extra vergine d’oliva e Parmigiano Reggiano, mentre per lo scrittore Sebastiano Mondadori, “senza alcun dubbio gli spaghetti all’amatriciana, espressione della cultura popolare. Il grano è sinonimo di Italia e poi due ingredienti tipici, il pecorino romano e il guanciale. Il mio trucco? aggiungere al soffritto un´acciuga”. Patrizia Caglioni, Direttore de La Cucina Italiana, invece privilegia "i tajarin piemontesi con il tartufo bianco oppure la casoeula, gloria della cucina lombarda, sposalizio perfetto tra verza e maiale. Per me deve avere due requisiti: verze che hanno sentito il morso della brina e una sgrassatura impeccabile delle parti di maiale". Www.ricetteditalia.it    www.Barillagroup.it    
   
   
150° ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA. L’UNITÀ NELLA BIODIVERSITÀ - 46 RISTORANTI ITALIANI SI AVVICENDANO A FONTANAFREDDA  
 
Si può viaggiare in tanti modi. Anche stando fermi. Ce l’ha insegnato Salgari, che non conobbe direttamente neanche uno dei paesi esotici restituiti così bene nei suoi romanzi; ce lo insegna Paolo Conte, che dalla campagna astigiana canta il Sudamerica e le tenerezze di Zanzibar. Si può viaggiare anche da fermi, con le gambe sotto il tavolo, quando sono i sapori di una cucina ricca e fantasiosa come quella italiana a raggiungerci. Ciò accadrà grazie al progetto L’unità nella biodiversità, che vuole rappresentare, nel suo 150° anniversario, l’unità del nostro Paese attraverso l’espressione della biodiversità alimentare - grande patrimonio, il cui valore sta proprio in una forte differenziazione. E tale biodiversità non potrebbe essere espressa meglio che attraverso 230 cene tematiche preparate da 46 diversi grandi chef di altrettante Province italiane (senza esclusione di regione alcuna) che si alterneranno di settimana in settimana dal 2 febbraio al 18 dicembre 2011 per proporre le loro specialità nel contesto di sicuro fascino della Villa Reale di Fontanafredda, dimora di Vittorio Emanuele Ii e della Bela Rosin. Ogni cena sarà riservata ad un massimo di 30 persone, che si possono prenotare online sui siti www.Fontanafredda.it e www.Fondazionemirafiore.it, telefonicamente chiamando lo 0173 626 626, oppure di persona alla reception della Fondazione E. Di Mirafiore, all’interno della Riserva bionaturale di Fontanafredda. Il costo di un pasto, comprensivo di 5 portate abbinate a 5 vini Mirafiore&fontanafredda, è di € 58. Dal mercoledì al sabato sarà servita la cena, la domenica, invece, il pranzo. Sarà una festa del palato, ma anche della lingua (italiana), che nei diversi menu sprigiona tutto il suo potenziale espressivo e manifesta la sua inventiva. Tra la leggerezza di acciughine, bietoline, rosettine e la grazia di passatelli, umbrichelli, casoncelli s’insinua la mole di crostoni, squacqueroni, polpettoni. E quando la lingua tocca il palato, il piacere è assicurato. Questo è ciò che si può anticipare. Il resto lo si scoprirà nel piatto.  
   
   
I CONSUMATORI PREMIANO L’INNOVAZIONE TARGATA AMADORI: I CUOR LEGGERI ELETTI PRODOTTO DELL´ANNO 2011  
 
I consumatori premiano l’innovazione targata Amadori. I Cuor Leggeri, filetti di pollo non fritti lanciati qualche mese fa sul mercato, sono stati eletti “Prodotto dell’anno 2011” nella categoria “Elaborati di carne”. Gli oltre 12 mila consumatori che hanno partecipato alla ricerca, promossa da Marketing e Innovazione Italia in collaborazione con Tns Italia, hanno voluto premiare le caratteristiche innovative de I Cuor leggeri, ideali per chi ha poco tempo per cucinare ma non vuole rinunciare a un piatto appetitoso e leggero. Si tratta infatti di filetti di pollo, 100% italiani, impanati non fritti, che presentano solo il 5% di grassi (circa il 50% in meno rispetto alla media della categoria) e possono essere preparati in pochi minuti non solo al forno ma anche nel tostapane. “I Cuor Leggeri, giudicati da un panel di consumatori molto ampio (12.000 interviste), si sono distinti per attrattività, grado di innovazione, soddisfazione nell’utilizzo, rapporto qualità-prezzo. – commenta Elena Aniello, Responsabile Marketing Strategico del Gruppo Amadori, che ha ritirato il premio nel corso della serata che si è svolta all’Alcatraz di Milano il 27 gennaio 2011 – Il riconoscimento è per noi fonte di orgoglio e soddisfazione, perché riconosce un importante lavoro di squadra che ci ha visto impegnati per molti mesi, sia in termini di interpretazione dei trend di consumo, sia nell’ambito della ricerca e sviluppo tecnologico.” I Cuor Leggeri sono presenti sul mercato in tre varianti: filetti di petto pollo impanati (ricetta originale), “alle erbe aromatiche” (con il profumo delle erbe della tradizione mediterranea, come prezzemolo e rosmarino) e “ai cinque cereali” (avvolti in un pane ricco di avena, orzo, segale, grano tostato e farro). Il logo “Eletto prodotto dell’anno 2011”, riconosciuto e apprezzato dalla stragrande maggioranza dei consumatori italiani, è stato inserito in maniera evidente sul pack de I Cuor Leggeri Amadori e sarà declinato in maniera adeguata in tutti gli strumenti di comunicazione, compreso il sito dedicato www.Icuorleggeri.it    
   
   
QUANDO TRADIZIONE E CREATIVITÀ SI INCONTRANO PATATE DA AMARE.IT COLLABORA CON TRE GIOVANI CHEF PER RIVOLUZIONARE TRE RICETTE CLASSICHE A BASE DI PATATE  
 
Patate al forno ripiene, insalata nordica, soufflé di patate: tre ricette della tradizione che Patate da Amare.it ha affidato per il 2011 alle sapienti mani di tre giovani chef. Viviana Varese, Christian Milone e Luigi Tramontano hanno reinventato le tre preparazioni inserendo degli ingredienti che le rendono ancora più gustose, naturalmente utilizzando patate francesi di differente varietà che meglio si adattano ai differenti tipi di cottura. Si parte con Viviana Varese, chef del ristorante Alice di Milano, che ha preso in consegna la ricetta con patate al forno ripiene, un antipasto reso speciale dall’utilizzo di patate a pasta tenera, giocato sulla cremosità, la dolcezza delle patate e della panna, sulla nota aromatica dei porcini per finire con un olio extra vergine di oliva dal gusto delicato. A febbraio sarà la volta di Christian Milone del ristorante Trattoria Zappatori a Pinerolo (To) che ha stravolto la classica insalata di patate con panna e prezzemolo creando una mousse da servire tiepida come apertura di menu. Il consiglio dello chef è quello di utilizzare patate a pasta soda, che hanno una buona tenuta alla cottura, e un olio extra vergine di oliva fruttato dal gusto deciso e persistente che ben si sposa con i sentori intensi delle erbe aromatiche. E’ poi la volta di Luigi Tramontano, chef del ristorante Il Flauto di Pan presso l’Hotel di Charme Villa Cimbrone di Ravello (Sa), che stravolge il soufflé di patate, una ricetta classica che invita a sperimentare nuovi accostamenti di sapori, giocando su pochi ingredienti di grande caratterizzazione. Come l’olio extra vergine d’oliva dop e la colatura di alici che esaltano il gusto delle patate a pasta farinosa. Sul sito www.Patate-da-amare.it  per tre mesi a partire da gennaio sono quindi a disposizione le nuove versioni delle ricette corredate da immagini e curiosità sugli chef. L’obiettivo della campagna di comunicazione 2011 Patate da Amare.it è quello di favorire la conoscenza delle caratteristiche di questo prezioso e insostituibile alimento, sottolineando le qualità distintive delle patate francesi, che le rendono un prodotto unico. Tra queste peculiarità ricordiamo le varietà di patate, la scelta di quella più adatta ad ogni preparazione, le proprietà nutrizionali e il ruolo in una corretta alimentazione. La campagna Patate da Amare.it è promossa dal Cnipt - Comitato Nazionale Interprofessionale della Patata Francese - in collaborazione con Olio Carli. La partnership con un’azienda italiana d’eccellenza segna ancora una volta la volontà di inserire il prodotto francese nella tradizione culinaria più autentica del nostro paese. Www.patate-da-amare.it www.Oliocarli.it    
   
   
SAGRA CREA LA PRIMA BOTTIGLIA D’OLIO IN LIMITED EDITION  
 
“Chocolat”, ”Mangia, prega, ama”, “Le dejeuner sur l´herbe” di Manet…il cinema, la letteratura, l’arte da sempre hanno celebrato il perfetto connubio tra l’amore e il cibo. Da oggi anche Sagra esalta questo forte e intimo legame e per farlo crea la prima bottiglia d’olio in Limited Edition per festeggiare San Valentino, il giorno degli innamorati. Amore e cibo… un’unione che Sagra esprime grazie ai colori: il rosso dell’etichetta evoca la passione, il gusto, il piacere, il risveglio dei sensi degli innamorati per una giornata davvero indimenticabile, mentre il verde brillante della bottiglia rispecchia la tradizione delle olive accuratamente selezionate per ottenere un olio di qualità. Ideale per stuzzicare..…l’appetito. Si accompagna a tutti i tipi di piatti, ideale per i palati più raffinati che hanno modo di esprimere così in cucina arti e doti nascoste e poter quindi stupire il proprio partner con una fantasia di ricette per l’unico vero Amore. L’olio Sagra in Limited Edition sarà in vendita in esclusiva presso i punti vendita di Sisa diventando così un must per S. Valentino  
   
   
OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA E PESTO ALLA GENOVESE ALMAVERDE BIO - LA FILOSOFIA DEL BIOLOGICO SPOSA LA CUCINA MEDITERRANEA  
 
Pur essendo un’azienda fra le più importanti in Italia, Saclà, grazie alla conduzione familiare della famiglia Ercole, oltre ad essere leader in Italia nel mercato delle olive, del sottaceto e del sottolio, esporta i propri condimenti pronti per la pasta in oltre 40 paesi del mondo. La qualità dei prodotti, il rispetto della tradizione gastronomica italiana più autentica e la continua innovazione tecnologica sono da sempre i fattori chiave del successo del brand Saclà. Oltre a questo la profonda conoscenza delle materie prime, delle tecniche di trasformazione e conservazione dei prodotti della terra, lo stretto legame con il territorio e con la tradizione culinaria italiana sono tutti valori accomunati dall’obiettivo principale di Saclà: offrire ai consumatori conserve vegetali di altissima qualità. Con il Progetto Biologico si intende fondere le esperienze di imprese italiane che condividono un forte legame con il territorio e la volontà di rendere il biologico una alternativa possibile e concreta. Tra i prodotti a marchio Almaverde Bio, le innovative ricette del Pesto alla Genovese e dell’ Olio Extra Vergine d’Oliva rappresentano una scelta, una filosofia che vuole consentire di portare quotidianamente in tavola prodotti sani, di qualità, ottenuti nel rispetto dell’ambiente. Pesto alla genovese almaverde bio vasetto da 135 g prezzo indicativo € 2,79 olio extra vergine d’oliva almaverde bio. Riconoscerete subito che si tratta di un Olio di categoria superiore. Ottenuto direttamente dalle olive intere mediante procedimenti meccanici, conserva un sapore intenso. Ideale per una dieta bilanciata, ingrediente indispensabile in ogni cucina che voglia insaporire le sue ricette con un gusto squisitamente mediterraneo. Olio extra vergine d’oliva Almaverde bio Bottiglia da 500 ml Prezzo indicativo € 5,99 Pesto alla Genovese e Olio Extra Vergine d’Oliva Almaverde Bio sono prodotte e commercializzate da F.lli Saclà S.p.a. www.saclà.it      
   
   
UNA DOLCE RICETTA D’AMORE FIRMATA LA SFOGLIA  
 
Tortelli di tiramisu’per cuori innamorati. Nasce dalla creatività di Corrado Zamboni, titolare del laboratorio di pasta fresca La Sfoglia, la nuova proposta culinaria dedicata a tutti gli innamorati: gustosi tortelli realizzati con pasta di cioccolato e ripieno di Tiramisù. “Credo siano perfetti per concludere in modo originale una romantica cenetta a due” commenta Corrado Zamboni. “Mi intriga sperimentare in cucina, mescolare profumi e sapori. E’ divertente creare nuovi prodotti in grado di stimolare sensazioni uniche al palato. Ho realizzato questo tortello per la cena di San Valentino visto che il cibo è un piacere della vita soprattutto se condiviso con la persona amata”. Ottimo l’abbinamento con un vino Malvasia Passito. Www.lasfoglia.net    
   
   
TAURASI VENDEMMIA 2007, UN’OTTIMA ANNATA IL PRIMO BILANCIO DELL’EVENTO CON IL NUOVO SISTEMA DI VALUTAZIONE DELL’ANNATA PROTAGONISTA DELLA RASSEGNA, CHE OTTIENE 16/20  
 
Soltanto nei prossimi mesi sarà possibile un primo vero bilancio di Taurasi Vendemmia 2007, evento di presentazione della nuova annata del più importante rosso irpino a stampa specializzata ed operatori, svoltosi nel week end scorso (dal 21 al 23 gennaio 2011) presso il Castello Marchionale di Taurasi. Da una parte sarà importante leggere con attenzione i report dei circa 50 giornalisti del vino accreditati e verificare i trend di acquisto dei 200 operatori intervenuti; dall’altra sarà fondamentale verificare l’evoluzione di vini molto giovani, imbottigliati da poco e bisognosi di affinamento per esprimere tutto il proprio potenziale. Istruzioni per l’uso valide per tutti i grandi vini da invecchiamento italiani, e a maggior ragione per un colosso come l’aglianico e il Taurasi. Curata dall’agenzia di comunicazione Miriade & Partners, la rassegna è stata sviluppata per la prima volta in forma privata ed autonoma, col solo contributo delle 33 aziende partecipanti, senza alcuna sovvenzione pubblica, e ha raccolto l’eredità di Anteprima Taurasi, rivoluzionandone per certi versi la formula. A differenza delle precedenti edizioni, infatti, non sono stati previsti banchi e stand aperti ma sono state predisposte postazioni ad hoc per ogni visitatore, col servizio assicurato dall’Ais di Avellino, irrinunciabile partner tecnico della manifestazione. Altro aspetto centrale su cui il gruppo di lavoro e le aziende hanno voluto intraprendere una strada diversa ha riguardato il nuovo sistema di valutazione dell’annata protagonista della rassegna, in questo caso la ricca ed omogenea vendemmia 2007. Si è voluto sottolineare ancora di più lo spirito che dà senso ad un operazione di questo tipo: costruire una memoria storica condivisa sui millesimi irpini, aggiornare periodicamente un taccuino di viaggio, informare i consumatori sui punti di forza e punti di debolezza di una nuova annata, evitando di calare dall’alto un giudizio apodittico. Si è scelto di abbandonare il tradizionale sistema di attribuzione del rating, da uno a cinque stelle, ritenuto troppo limitante e poco argomentativo, per adottare una scala in ventesimi costruita con l’apporto di quattro parametri, ognuno valutato da uno a cinque punti. I primi due sono stati affidati ad un gruppo di enologi, agronomi e produttori operanti sul territorio, chiamati a dire la loro sul valore del millesimo per quanto riguarda l’andamento climatico e le specifiche agronomiche, sanitarie ed analitiche ad esso legate. Il profilo di una stagione anticipata, calda e asciutta, con rilevanti escursioni termiche, si è tramutato in un giudizio di 4 punti su 5. Ottiene invece il massimo, cinque su cinque, la valutazione dei dati colturali ed enologici: mai come nel 2007, infatti, la stragrande maggioranza dei viticoltori ha potuto portare in cantina uve sane e a perfetta maturazione, specialmente per quanto riguarda la grana dei tannini. Annata che si presentava ai nastri di partenza, dunque, con aspettative molto elevate, non completamente confermate nella degustazione riservata alla stampa. Il panel dei giornalisti accreditati aveva il compito di fotografare sinteticamente altri due parametri, vale a dire la qualità media dei campioni assaggiati e le loro prospettive di invecchiamento. Il livello generale, pur in netta e continua crescita rispetto alle prime edizione, ha offerto un quadro come al solito contrastante, con una serie di vini corretti ed equilibrati ma poco personali e non sempre riconducibili alle sottozone territoriali di provenienza. Ne è scaturito un punteggio di tre punti su tre. Più ottimistica la previsione riguardo al potenziale di longevità: i Taurasi 2007 appaiono già abbastanza leggibili e risolti, ma per struttura e nerbo acido-tannico sembrano vini in grado di affrontare senza problemi evoluzioni medio-lunghe. Quattro punti su cinque. La manifestazione va dunque in archivio con un primo rating sull’annata 2007 di 16/20 (annata ottima), ma uno dei principali compiti di questo nuovo sistema sarà proprio quello di verificare ed eventualmente riscrivere periodicamente la sintesi numerica dell’annata attraverso continue retrospettive significative per gruppo di vini e parterre di assaggiatori. E’ quanto accaduto, per iniziare, con la revisione dei Taurasi 2001: nel pomeriggio di venerdì che ha inaugurato le attività, il panel dei giornalisti si è confrontato con dodici campioni del millesimo, attribuendogli un nuovo giudizio a dieci anni di distanza dalla vendemmia. Anche qui i risultati sono stati inferiori alle attese, soprattutto da un punto di vista stilistico e di equilibrio. Tre punti per la qualità media e tre punti per il potenziale di invecchiamento si sommano ai quattro più quattro punti definiti dalla commissione per andamento climatico e questioni sanitarie. E per l’annata 2001 si arriva ad un rating complessivo aggiornato di 14/20  
   
   
“RON MILLONARIO XO” IL RUM RISERVA SPECIALE, UN GRANDE DISTILLATO DA GUSTARE INSIEME  
 
Vi sono molti modi per festeggiare: una cenetta in quel ristorantino; riuscire, con un solo gesto, a dimostrare quanto profondo e intenso sia il bene che si prova per la persona amata, oppure… oppure se volete riuscirvi, trovare un regalo tanto speciale da poter entusiasmare il partner, perché possa ricordarsi nel tempo di questa giornata unica. E il regalo c’è, Ron Millonario Xo, per dedicare al vostro amore un San Valentino connotato da un cadeau non solo diverso e originale, fuori dal comune, ma soprattutto, piacevolmente condivisibile. Lei, sarà senz’altro felice di un regalo così inaspettato per una signora. Saprà apprezzarne il gusto caldo, morbido, con note eteree piacevolmente levigate e riconoscerà nel Ron Millonario Xo un rum declinato anche al femminile, seducente e amabile. E poi la bottiglia, che ricorda quella di un profumo, diventa un oggetto di arredo che ben figurerà tra la lampada di design e la piccola scultura acquistata nell’ultimo viaggio. Invecchiato vent’anni con il metodo Solera, Ron Millonario Xo è il distillato peruviano di lusso e qualità, una proposta speciale, ideale per festeggiate San Valentino sotto il segno dell’eccellenza. Lui, saprà compiacersi di un grande distillato che potrà offrire agli amici migliori, come solo i grandi intenditori sanno fare. E regalargli Ron Millonario Xo è un implicito riconoscimento ai suoi gusti raffinati, da intenditore, allo status che un distillato tanto esclusivo conferisce a chi non lo fa mancare nel proprio bar di casa. E sarà piacevole, per lui, farsi rapire dal profumo di frutta secca e cannella, con sentori di ricordi tropicali. Questo San Valentino deliziate i vostri palati con un distillato di lusso, dedicato a coloro che amano e che sanno di essere amati, e regalatevi l’incanto di una serata intima e romantica tra le calde e avvolgenti mura domestiche, coccolati dal piacere raffinato e antico di Ron Millonario Xo. Il suo sapore avvolgerà con tutto il suo calore la persona amata riscaldandone l’animo e il corpo. Un ricordo indimenticabile e un appuntamento da ripetere nelle fredde serate invernali