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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Novembre 2011
DICHIARAZIONE CONGIUNTA DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA BARROSO E IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO VAN ROMPUY PER LA DECISIONE DI CHIEDERE MARIO MONTI PER FORMARE IL PROSSIMO GOVERNO ITALIANO  
 
Bruxelles, 14 novembre 2011 - Di seguito il testo della dichiarazione di Barroso e Van Rompuy : "Accogliamo con favore la decisione del Presidente della Repubblica Italiana per chiedere il senatore Mario Monti per formare un governo di unità nazionale. Crediamo che invia un ulteriore segnale incoraggiante - a seguito della rapida adozione della legge di stabilità 2012 - della determinazione delle autorità italiane ´per superare la crisi attuale. Come convenuto in occasione del Vertice Euro il 26 ottobre, la Commissione continuerà a monitorare l´attuazione delle misure adottate da Italia con l´obiettivo di perseguire politiche che promuovono la crescita e l´occupazione."  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, SESSIONE PLENARIA DAL 14 AL 17 NOVEMBRE 2011 FRA I TEMI ALL´ORDINE DEL GIORNO: DEBITO SOVRANO E VENDITE ALLO SCOPERTO, CLIMA, FERROVIE, STRAGE API, GIOCO D’AZZARDO  
 
Strasburgo, 14 novembre 2011- Di seguiti un elenco degli argomenti all´ordine del giorno della Plenaria. Priorità Ue per il 2012: dibattito con la Commissione - I deputati discuteranno martedì il programma di lavoro della Commissione per il 2012 con il Presidente José Manuel Barroso. La legislatura attuale è la prima nella quale il Parlamento ha il diritto di contribuire alla stesura del programma di lavoro, grazie alle novità introdotte con il Trattato di Lisbona. Il Parlamento insiste sulla governance economica - Il ruolo dell´Ue nel processo di rafforzamento della governance economica sarà discusso mercoledì mattina con i presidenti di Consiglio e Commissione Herman Van Rompuy e José Manuel Barroso. Limitare la speculazione sul debito sovrano e alcune pratiche di vendita allo scoperto - Trarre vantaggio da una crisi finanziaria di un paese sarà più difficile con l´approvazione di nuove norme sulle vendite allo scoperto e i credit default swaps (Cds) in votazione martedì. Le nuove regole, frutto di un accordo con i governi nazionali, sono state fortemente influenzate dal Parlamento, in particolare con l´introduzione del divieto di acquisto dei Cds nel caso in cui l´acquirente non sia già in possesso dei titoli di stato del paese in questione. Il futuro delle politiche di coesione e agricola - Martedì, il Parlamento chiederà ai Commissari Hahn e Cioloþ come rendere, per il periodo dopo il 2014, la politiche di coesione e quella agricola più semplici, competitive e orientate alla crescita e al lavoro. La riforma delle due maggiori politiche europee sono in corso, dopo che la Commissione ha presentato la sua proposta a ottobre. Il Parlamento è determinato a utilizzare tutte le sue prerogative di co-legislatore per influenzare l´assetto futuro di entrambe le competenze comunitarie. Il Parlamento vuole una posizione forte Ue al Summit sul clima Onu - Secondo progetto di risoluzione che sarà votato in Plenaria mercoledì, due settimane prima del summit delle Nazioni Unite a Durban in Sudafrica, l´Ue dovrebbe battersi per continuare il processo iniziato con il Protocollo di Kyoto e tenere sotto controllo le emissioni di Co2 dopo il 2012. La risoluzione afferma che andare oltre l´obiettivo di una riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020 potrebbe stimolare l´economia europea. Consegna del Premio Lux per il cinema - Il Presidente Jerzy Buzek annuncerà il vincitore del Premio Lux per il cinema 2011 il 16 novembre a Strasburgo, durante una cerimonia in Plenaria. Regole più severe per il mercato ferroviario europeo - Il Parlamento voterà la possibilità d´inasprire le norme comunitarie sul mercato ferroviario al fine di creare un vero e proprio spazio ferroviario europeo unico, aperto e competitivo, che offra maggiori e migliori servizi per i clienti del trasporto merci e i passeggeri. 40 milioni di euro per una politica marittima integrata - Per preservare le risorse marine, l´Ue ha adottato nel 2007 un piano d´azione per una politica marittima integrata. Il voto di giovedì consentirebbe all´Ue di investire 40 milioni di euro per sostenere gli strumenti e i programmi pilota dal 2011 al 2013. Grazie al lavoro dei deputati e del relatore Georgios Koumoutsakos (Ppe, El), un accordo in prima lettura con il Consiglio è a portata di mano. Facilitare il lavoro all´estero per medici e ingegneri - Per rendere più semplice a medici, ingegneri, dentisti e altri professionisti la possibilità di lavorare all´estero nell´Ue è necessario che le loro qualifiche professionali siano riconosciute velocemente dagli altri Stati membri, senza però compromettere l´affidabilità e la sicurezza della loro prestazione. È quanto afferma una risoluzione della commissione mercato interno che sarà votata martedì. Fermare la strage di api - L´ue dovrebbe aumentare gli investimenti nella ricerca su nuove medicine per prevenire la morte delle api e coordinare i suoi sforzi per proteggere quella che sta rapidamente diventando una specie in via d´estinzione, afferma una risoluzione che sarà votata martedì. Il Parlamento contro la discriminazione dei Rom - La questione delle discriminazioni e della violazione dei diritti umani nei confronti del popolo rom sarà affrontata in un dibattito in Parlamento mercoledì pomeriggio. I parlamentari vogliono sapere quali azioni stanno intraprendendo la Commissione e il Consiglio per affrontare questo annoso problema e per assicurare ai cittadini rom libertà di movimento e di residenza nei paesi europei. Gioco d´azzardo online: combattere mercato nero e proteggere bambini - I paesi dell´Ue devono essere liberi di mantenere le proprie regole sul gioco d´azzardo online, ma, vista la natura transfrontaliera dell´Unione, vi sarebbe un chiaro valore aggiunto nel coordinare a livello europeo le misure in prevenzione del gioco d´azzardo illegale e a protezione di bambini e adulti vulnerabili, secondo quanto sostiene un progetto di risoluzione della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori da votarsi martedì. Un marchio del patrimonio europeo dal 2013 - I luoghi simbolo per la storia o l´integrazione d´Europa potranno beneficiare, dal 2013 e su base volontaria, di un marchio del patrimonio europeo, come dispone un progetto che sarà votato mercoledì in Parlamento. Il marchio sarà assegnato a monumenti, siti naturali o industriali, a luoghi della memoria o a siti di patrimonio "contemporaneo".  
   
   
LA RAPPRESENTANTE DELL´UNIONE EUROPEA CATHERINE ASHTON IN VISITA A TRIPOLI APRE DELEGAZIONE DELL´UNIONE EUROPEA  
 
 Bruxelles, 14 novembre 2011 - Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell´Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza / vicepresidente della Commissione, si è recata in visita il 12 novembre a Tripoli, per inaugurare ufficialmente la nuova delegazione dell´Unione europea in Libia. Dove ha incontrato il presidente del Consiglio nazionale di transizione, Mustafa Abdul Jalil, recentemente nominato Primo Ministro, Abdurrahim al-Keib, e Ian Martin, capo della missione di assistenza delle Nazioni Unite in Libia. Ha parlato anche al Forum i diritti delle donne prima libico: "Sono lieto di visitare Tripoli per esprimere il continuo sostegno dell´Ue agli sforzi del popolo libico per costruire una nuova Libia basato sullo Stato di diritto, la democrazia ei diritti umani", ha dichiarato Catherine Ashton. "L’ apertura di una delegazione a pieno titolo dell´Unione europea a Tripoli sottolinea l´impegno dell´Ue per il nostro stretto rapporto con il popolo libico, sia durante la transizione politica e nel lungo periodo. Incontrerò i rappresentanti delle organizzazioni della società civile al Forum i diritti delle donne. L´ue è già sostenendo la società civile in Libia, in particolare donne e giovani, che hanno un ruolo importante nel plasmare il futuro della Libia ". Catherine Ashton ha aperto un ufficio dell´Unione europea a Bengasi il 22 maggio. Ha inviato un team a Tripoli il 31 agosto, dopo che la capitale è stata liberato, per preparare l´apertura di una delegazione dell´Ue. Dall´inizio della crisi, l´Ue ha fornito più di € 155 milioni in aiuti umanitari dell´Unione europea e mobilitato squadre di protezione civile e ai mezzi per alleviare le sofferenze dei civili sia in Libia e alle sue frontiere. Inoltre, la Commissione europea sta mettendo 30.000.000 € a disposizione per sostenere le priorità la stabilizzazione immediata del Consiglio nazionale di transizione (Ntc). Ulteriori € 50.000.000 saranno disponibili successivamente per programmi di sostegno sulla base di valutazioni che deve essere eseguita a breve. Come concordato alla conferenza internazionale a Parigi il 2 settembre 2011, l´Ue si appresta a lanciare valutazioni nelle comunicazioni, la società civile, e la gestione delle frontiere. Ha già inviato esperti in questi campi e in sicurezza e appalti. Catherine Ashton ha aperto ufficialmente la delegazione dell´Ue alle 12.00 ora locale il Sabato. Un punto stampa si è tenuto dopo il suo incontro con il presidente Jalil presso la sede Ntc.  
   
   
PRESENTAZIONE DELLA RELAZIONE ANNUALE 2010 ALLA COMMISSIONE PER IL CONTROLLO DEI BILANCI DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 10 novembre 2011 – Di seguito il discorso di Vítor Caldeira, Presidente Della Corte Dei Conti Europea: Signor Presidente, onorevoli deputati, signore e signori, è per me un onore presentare oggi a questa commissione la relazione annuale della Corte dei conti europea sull’esecuzione del bilancio dell’Ue e quella relativa ai Fondi europei di sviluppo per l’esercizio finanziario 2010. Come per gli anni precedenti, la relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’Ue riguarda principalmente l’affidabilità dei conti 2010 e la regolarità delle operazioni su cui essi sono basati. Quest’anno la relazione include anche un capitolo sui risultati della spesa Ue. Un’altra tematica affrontata dalla relazione di quest’anno è la qualità della rendicontazione della Commissione. Vorrei adesso esporvi i principali messaggi della relazione annuale, per poi evidenziare alcune questioni sorte in seguito alle recenti proposte di riforma del bilancio Ue ed ai recenti sviluppi in materia di governance economica. Affidabilità dei conti dell’Ue - Per quanto riguarda l’affidabilità dei conti dell’Ue, la Corte ha concluso che i conti 2010 presentano fedelmente la situazione finanziaria dell’Unione europea, nonché i risultati delle operazioni e i flussi di cassa per l’esercizio considerato. Tuttavia, esistono tuttora margini di miglioramento della qualità della rendicontazione finanziaria e dei sistemi informativi sottostanti – non da ultimo per fornire una migliore informazione sui rischi ai responsabili della gestione finanziaria. Ad esempio, quest’anno la Corte ha osservato che le norme contabili e la supervisione non sono state adeguatamente modificate in risposta al notevole aumento della percentuale di anticipi – prefinanziamenti – nel bilancio Ue. A partire dal 2009, si è verificato nel settore della Coesione un significativo aumento dei pagamenti verso Fondi che utilizzano strumenti di ingegneria finanziaria. Nell’ambito di tali strumenti, il bilancio Ue esegue pagamenti anticipati a favore di Fondi appena viene istituito il loro quadro giuridico. Gli Stati membri utilizzano poi i Fondi per fornire aiuto rimborsabile sotto forma di prestiti, garanzie e investimenti azionari nel corso del periodo di programmazione. L’audit della Corte ha individuato un significativo numero di casi in cui la Commissione aveva inizialmente registrato i pagamenti di prefinanziamento a carico del bilancio Ue come spese piuttosto che come attivo nello stato patrimoniale. Di conseguenza, i conti provvisori davano l’impressione che i destinatari dell’assistenza avessero fornito piena giustificazione per l’uso dei fondi Ue, mentre in pratica ciò non era vero, ed i rischi sussistevano. La Commissione ha corretto tale anomalia contabile mediante un aggiustamento dei conti provvisori 2010 e una riclassificazione delle cifre corrispondenti nei conti 2009 – la Corte attira l’attenzione su questa questione nella dichiarazione di affidabilità riportata all’inizio della relazione annuale. Tuttavia, non si tratta soltanto di una questione contabile. Alla base, vi è una mancanza di informazioni aggiornate sui fondi Ue effettivamente utilizzati dagli Stati membri nell’ambito degli strumenti di ingegneria finanziaria, mancanza che ostacola un’efficace supervisione e gestione da parte della Commissione. La Corte ritiene pertanto urgente che la Commissione non solo riveda la relativa norma contabile, ma intraprenda anche ulteriori azioni per far sì che le necessarie informazioni siano disponibili al fine di migliorare la supervisione e la gestione degli strumenti di ingegneria finanziaria. Regolarità delle operazioni - La parte principale del lavoro di audit per la relazione annuale e la dichiarazione di affidabilità consiste nella valutazione, svolta dalla Corte, della regolarità delle entrate e delle spese. La dichiarazione di affidabilità redatta dalla Corte sull’esercizio finanziario 2010 è stata modificata per riflettere le modifiche apportate ai princìpi contabili internazionali, entrate in vigore nel 2011. Nella dichiarazione vengono distinti entrate, impegni e pagamenti. A giudizio della Corte, le entrate alla base dei conti Ue per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2010 sono, sotto tutti gli aspetti rilevanti, legittime e regolari. Allo stesso modo, gli impegni alla base dei conti per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2010 sono anch’essi, sotto tutti gli aspetti rilevanti, legittimi e regolari. Al contrario, i pagamenti alla base dei conti sono stati inficiati da errori rilevanti, con un tasso di errore stimato al 3,7 % per l’insieme del bilancio Ue. Si deve notare che questa stima non si riferisce a casi di frode, poiché vi sono molte ragioni per le quali si verificano errori. Nel complesso, si è appurato che i sistemi di controllo sono stati solo parzialmente efficaci nel garantire la regolarità dei pagamenti. Il giudizio generale espresso dalla Corte sui pagamenti si fonda su valutazioni specifiche di cinque gruppi di politiche, contenute nei capitoli da 3 a 7 della relazione annuale. Detti gruppi corrispondono approssimativamente ai titoli del Quadro finanziario 2007 - 2013 e sono stati modificati rispetto alle precedenti relazioni annuali in modo da fornire un’analisi più utile della spesa Ue. Queste valutazioni specifiche sono basate principalmente sui risultati della verifica delle operazioni, su una valutazione dell’efficacia dei sistemi nonché su un esame dell’affidabilità delle attestazioni dei responsabili della gestione presso la Commissione contenute nelle relazioni annuali di attività delle Direzioni generali. La Corte ha concluso che i due più grandi gruppi di politiche – Agricoltura e risorse naturali e Coesione, energia e trasporti – sono inficiati da errori rilevanti, ed i relativi sistemi sono parzialmente efficaci. Il settore Coesione, energia e trasporti è stato il settore della spesa Ue più soggetto ad errori, con un tasso di errore stimato del 7,7 % nel 2010. Tale tasso è superiore al tasso di errore stimato per la spesa nel 2009, e spiega l’incremento del tasso di errore stimato per l’insieme del bilancio rispetto all’esercizio precedente. Tuttavia, come ho sottolineato lo scorso anno, è necessaria una certa prudenza nel trarre conclusioni dal confronto tra i tassi di errore stimato di due esercizi. A motivo della natura pluriennale dei programmi di spesa, nonché delle misure correttive che possono essere imposte dalla Commissione in un dato anno, la popolazione dei pagamenti può cambiare notevolmente da un esercizio all’altro. Sebbene quasi la metà dei pagamenti controllati nel settore Coesione, energia e trasporti includesse errori, il tasso di errore stimato è stato in gran parte determinato da un numero relativamente basso di progetti totalmente inammissibili e di gravi violazioni delle norme Ue e nazionali in materia di appalti. La Corte ritiene che, nella maggioranza dei casi, le autorità degli Stati membri avessero a disposizione informazioni sufficienti per rilevare e correggere almeno alcuni degli errori prima che venissero effettuati i pagamenti. La Commissione sta facendo progressi nel seguire le raccomandazioni formulate in precedenza dalla Corte, ma la Corte ritiene che vi siano ancora margini di miglioramento dei meccanismi di rettifica e delle attività di audit degli Stati membri, e formula quindi ulteriori raccomandazioni in tal senso. Per il gruppo di politiche Agricoltura e risorse naturali, il tasso di errore è stato stimato al 2,3 % ed i sistemi sono stati parzialmente efficaci. Si è rilevato che i pagamenti diretti coperti dal sistema integrato di gestione e di controllo (Sigc), pari a circa 40 dei 57 miliardi di euro spesi, erano esenti da errori rilevanti, mentre la spesa per lo sviluppo rurale ha continuato ad esser soggetta ad errori. La Corte ha riscontrato un’elevata frequenza di errori, dovuta al mancato aggiornamento della banca dati in cui sono registrate le informazioni sulla dimensione delle parcelle agricole, nonché a debolezze nei controlli sulla misura delle superfici agricole condotti dagli ispettori nazionali in una serie di Stati membri visitati: Bulgaria, Romania, Grecia, Repubblica Ceca e Paesi Bassi. La relazione contiene alcune raccomandazioni in merito a tali questioni. Per due gruppi di politiche, Ricerca ed altre politiche interne e Aiuti esterni, sviluppo e allargamento, la Corte ha concluso che, nel complesso, le operazioni non sono state inficiate da errori rilevanti, sebbene i sistemi continuassero ad essere soltanto parzialmente efficaci. In aggiunta, permaneva un significativo rischio di errore per i pagamenti intermedi e finali che sono risultati soggetti ad errori rilevanti. Gli aiuti esterni vengono forniti anche tramite i Fondi europei di sviluppo, sui quali la Corte pubblica una relazione annuale separata. Per quanto riguarda il 2010, la Corte ha riscontrato che i pagamenti sono stati inficiati da errori rilevanti – con un tasso di errore stimato al 3,4 % – e che i sistemi sono stati parzialmente efficaci. Per il quinto ed ultimo gruppo di politiche, Spese amministrative e di altra natura, la Corte ha concluso che esso non è stato inficiato da errori rilevanti e che i sistemi sono stati efficaci – come per gli anni precedenti. Nel complesso, l’audit espletato dalla Corte in merito alla regolarità dei pagamenti per l’esercizio finanziario 2010 corrobora le conclusioni cui si è giunti negli anni precedenti. Permangono significativi rischi riguardanti la regolarità dei pagamenti a livello dei beneficiari, nelle politiche strutturali e nei pagamenti intermedi e finali. Tuttavia, vi sono stati notevoli miglioramenti complessivi nell’efficacia dei sistemi, in particolare a livello della Commissione e nel settore Agricoltura, miglioramenti accompagnati da un’evoluzione discendente dei tassi di errore stimato calcolati dalla Corte per l’insieme del bilancio, da più del 7 % nel 2006 a meno del 4 % in 2010. Dunque, come si conciliano i risultati dell’audit condotto dalla Corte con le valutazioni effettuate dalla stessa Commissione? Le relazioni annuali di attività delle Direzioni generali e la relazione di sintesi della Commissione includono una serie di riserve concernenti la capacità dei sistemi di controllo interno di garantire la regolarità della spesa in diversi settori di intervento. In generale, queste riserve vengono formulate calcolando il rischio residuo o il tasso di errore residuo – di solito una stima dell’impatto dei dispositivi di controllo sul tasso di errore su base pluriennale – e paragonandolo poi alla soglia di rilevanza del 2 %. Si tratta di un elemento di valutazione la cui importanza è cresciuta nel 2010 e per il quale la Commissione trarrebbe vantaggio da maggiore coerenza nell’applicazione dello stesso da parte delle Direzioni generali. Tuttavia, la Corte ritiene che l’estensione e la portata delle riserve espresse avrebbero dovuto essere maggiori in diversi settori, incluso il settore della Coesione, per i quali la Corte ritiene che l’approccio seguito dalla Commissione possa condurre a sottostimare gli importi a rischio. La Corte mantiene altresì le proprie precedenti osservazioni e raccomandazioni sul bisogno di migliorare la qualità delle informazioni relative a rettifiche finanziarie e recuperi. Ottenere risultati dal bilancio Ue - Le relazioni annuali di attività delle Direzioni generali forniscono inoltre un’auto-valutazione della performance. Per la prima volta quest’anno, nel capitolo 8 della relazione annuale la Corte illustra i risultati dell’esame da essa effettuato circa la pertinenza, la comparabilità e l’attendibilità delle informazioni sulla performance fornite dalla Dg Agricoltura e sviluppo rurale, dalla Dg Politica regionale e dalla Dg Ricerca e innovazione. Sulla base di tale esame, la Corte raccomanda che la Commissione incentri maggiormente le relazioni annuali di attività sulla performance – compresi l’economicità e l’efficienza dell’uso dei fondi Ue. La Commissione dovrebbe fissare adeguati obiettivi intermedi connessi agli obiettivi pluriennali, in modo da poter valutare adeguatamente i progressi. Informazioni di buona qualità sulla performance sono essenziali per far sì che l’obbligo di render conto possa applicarsi ai responsabili della gestione del bilancio dell’Ue. Il capitolo 8 contiene inoltre una serie di altre pertinenti raccomandazioni basate sui principali risultati del controllo di gestione per l’ultimo esercizio finanziario, quali illustrati nelle relazioni speciali della Corte. In particolare, per i settori a gestione concorrente, la Corte raccomanda quanto segue alla Commissione e agli Stati membri al fine di contribuire al miglioramento della qualità delle informazioni sulla performance: in primo luogo, prestare maggiore attenzione alla definizione di obiettivi Smart durante la pianificazione dei programmi di spesa dell’Ue, nonché all’individuazione e alla mitigazione dei rischi che potrebbero sorgere nel corso dell’attuazione; in secondo luogo, stabilire indicatori di performance coerenti ed assicurare l’attendibilità delle informazioni sugli obiettivi fissati e sui risultati conseguiti; in terzo luogo, ideare e applicare sistemi di monitoraggio e controllo per produrre informazioni complete ed accurate sui risultati. Tali raccomandazioni potrebbero altresì risultare utili alla Commissione per l’elaborazione della relazione di valutazione per la procedura di scarico di cui all’articolo 319 del Trattato. Osservazioni conclusive sugli sviluppi in materia di finanze pubbliche dell’Ue - Concludo così la mia sintesi dei punti principali della relazione annuale per l’esercizio finanziario 2010, che credo confermi il messaggio principale degli anni precedenti. Nonostante molti anni di miglioramenti incrementali nei sistemi, permangono significativi rischi per la regolarità dei pagamenti, rischi che possono essere pienamente affrontati solo riformando i quadri normativi e ridisegnando i sistemi di controllo. Le proposte di riforma della normativa settoriale relativa alla spesa dopo il 2014 forniscono l’opportunità di farlo, ma, come ho sottolineato l’anno scorso, le riforme dovrebbero essere incentrate sul miglioramento della qualità complessiva della spesa. Ciò significa migliorare la gestione e l’attenuazione dei rischi per la regolarità della spesa e la performance, riducendo al contempo i costi del controllo. Allo stesso tempo, sono necessari meccanismi atti a garantire la trasparenza ed il rispetto dell’obbligo di render conto. Ancora una volta, ciò rappresenta una sfida notevole e, come sottolineato dalla relazione annuale di quest’anno, richiede la definizione di obiettivi chiari ed il miglioramento della capacità dei sistemi di produrre informazioni sufficienti ed attendibili in merito ai progressi e ai rischi. In aggiunta alle nuove proposte relative al bilancio Ue, vi sono stati diversi sviluppi significativi nella governance economica dell’Ue che sollevano importanti questioni di trasparenza ed accrescono il rischio di lacune a livello dell’obbligo di render conto e dello sviluppo dell’audit pubblico. Tali preoccupazioni sono state evidenziate nella dichiarazione e nelle risoluzioni formulate il mese scorso dal Comitato di contatto dei presidenti delle Istituzioni superiori di controllo dell’Ue. Tali documenti invitano al rispetto dei principi di trasparenza, rendicontabilità e audit pubblico quando siano in gioco fondi pubblici. L’istituzione del meccanismo europeo di stabilità è stata ritenuta un’opportunità per applicare questi principi. Signor Presidente, onorevoli deputati, ogniqualvolta siano in gioco fondi pubblici, i cittadini legittimamente si aspettano che i parlamenti che li rappresentano, aiutati dai revisori pubblici, garantiscano un efficace controllo pubblico ed un’effettiva rendicontabilità. Sono sicuro che la relazione annuale che ho avuto l’onore di presentarvi oggi fornirà al Parlamento europeo – e a questa commissione – una solida base per agire in tal senso relativamente ai fondi Ue per l’esercizio finanziario 2010. Promuovere la trasparenza ed il rispetto dell’obbligo di render conto è una responsabilità condivisa da tutte le istituzioni nelle società democratiche. Essa è inoltre cruciale nel contesto attuale, nel quale la pressione sulle finanze pubbliche è elevata, il conseguimento degli obiettivi da parte dell’Ue riveste grande importanza e l’esigenza di rafforzare la fiducia dei cittadini nell’Unione europea e nelle sue istituzioni è pressante. Vi ringrazio per la cortese attenzione.  
   
   
RELAZIONE ANNUALE DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA SULL’ESERCIZIO FINANZIARIO 2010: I CONTI DELL’UE SONO AFFIDABILI, MA IL TASSO DI ERRORE PER I PAGAMENTI RESTA RILEVANTE  
 
Lussemburgo, 14 novembre 2011 - La Corte dei conti europea (Cce) conclude che i conti relativi al 2010 presentano un’immagine fedele della situazione finanziaria dell’Unione europea nonché dei risultati delle operazioni e dei flussi di cassa dell’esercizio. Per contro, i pagamenti alla base dei conti presentano ancora errori rilevanti, con un tasso di errore stimato al 3,7 % della spesa dell’Ue che ammonta a 122,2 miliardi di euro. Il tasso di errore non rappresenta una stima dei casi di frode, ma riflette la valutazione della Corte dei conti europea riguardo al grado di inosservanza della normativa che disciplina le spese, in caso ad esempio di violazione delle norme in materia di appalti pubblici, dichiarazione di costi non ammissibili o calcolo inesatto dei costi dichiarati per i progetti cofinanziati dall’Ue o sovradichiarazione di superfici agricole da parte degli agricoltori. I sistemi di controllo sottoposti a verifica per i diversi settori del bilancio Ue sono risultati ancora una volta parzialmente efficaci nel garantire la regolarità dei pagamenti. Coesione, energia e trasporti è stato il settore di spesa Ue più soggetto ad errore, con un tasso di errore stimato del 7,7 %, in crescita rispetto al 2009 ed all’origine del modesto incremento del tasso di errore stimato per l’intero bilancio. Gli Stati membri sono in parte responsabili di tale situazione in quanto, ancora una volta, sono stati solo parzialmente efficaci nell’impedire o individuare e correggere gli errori. In aggiunta, permangono rischi significativi per quanto riguarda i pagamenti intermedi e finali per i gruppi di politiche Aiuti Esterni, sviluppo e allargamento e Ricerca e altre politiche interne. Il tasso di errore è rimasto relativamente stabile per la maggior parte della spesa dell’Ue se confrontato con il 2009. Per Agricoltura e risorse naturali, il tasso di errore stimato è stato del 2,3 %. I pagamenti diretti coperti dal sistema integrato di gestione e di controllo (Sigc), che sono ammontati a quasi 40 miliardi dei 56,8 miliardi di euro di spesa in questo settore, sono risultati esenti da errori rilevanti. Oltre ad essere legittime e regolari, le spese eseguite dall’Ue dovrebbero anche essere efficaci. A tale scopo, nel pianificare i programmi di spesa dell’Ue e nel gestire i rischi di attuazione, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero prestare maggiore attenzione nel definire obiettivi Smart (specific, measurable, achievable, relevant and timed), ossia specifici, misurabili, realizzabili, pertinenti e corredati di un termine. La presentazione di informazioni di buona qualità sulla performance è essenziale affinché i responsabili della gestione del bilancio dell’Ue rendano conto del proprio operato. Il Presidente della Cdc Vítor Caldeira ha affermato oggi, di fronte alla commissione per il controllo dei bilanci (Cont) del Parlamento europeo quanto segue: “La relazione annuale sull’esercizio 2010 conferma il principale messaggio degli anni precedenti. Nonostante molti anni di miglioramenti incrementali nei sistemi, It permangono significativi rischi per la regolarità dei pagamenti, rischi che possono essere pienamente affrontati solo riformando i quadri normativi e ridisegnando i sistemi di controllo. Le proposte di riforma della normativa settoriale relativa alla spesa dopo il 2014 forniscono l’opportunità di farlo, ma, come ho sottolineato l’anno scorso, le riforme dovrebbero essere incentrate sul miglioramento della qualità complessiva della spesa. Ciò significa migliorare la gestione e l’attenuazione dei rischi per la regolarità della spesa e la performance, riducendo al contempo i costi del controllo”. Per la prima volta, la Corte pubblica i tassi di errore stimati sia per il bilancio dell’Ue nel suo insieme che per i singoli gruppi di settori di intervento. I tassi di errore sono calcolati estrapolando gli errori quantificabili rilevati nei campioni di operazioni sottoposti ad audit. La Cce confronta il tasso di errore stimato con una soglia di rilevanza del 2 % per stabilire, sulla base anche di altri elementi probatori, se l’errore sia rilevante o meno. La presentazione della relazione annuale sull’esercizio finanziario 2010 alla commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo che ha luogo oggi a Bruxelles segna l’inizio della procedura sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Ue per l’esercizio finanziario 2010. Il Presidente della Corte Vítor Caldeira presenterà la relazione annuale sull’esercizio finanziario 2010 anche all’assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo il prossimo 15 novembre e al Consiglio Ecofin alla fine di novembre.  
   
   
UN ALTRO ATTESTATO DI BUONA SALUTE PER I CONTI UE; I REVISORI CONSTATANO MIGLIORAMENTI IN MOLTE AREE DI PAGAMENTO  
 
Bruxelles, 14 novembre 2011 - Per il quarto anno consecutivo, i conti annuali dell´Ue hanno ricevuto un parere positivo dai revisori esterni. Per la spesa dell´Ue, il tasso di errore complessivo è ancora una volta inferiore al 4%. Ciò significa che la maggior parte (almeno il 96%) del totale dei pagamenti effettuati nel 2010 non conteneva errori quantificabili. Ha dichiarato Algirdas Šemeta, Commissario per la Fiscalità e l´unione doganale, l´audit interno e la lotta antifrode: "La relazione della Corte dei conti conferma che siamo sulla strada giusta, anche se questo non significa che diminuiremo i nostri sforzi per salvaguardare il bilancio dell´Ue. Al momento stiamo preparando la prossima generazione dei fondi Ue. Ciò costituisce un´opportunità per migliorare ulteriormente la qualità della spesa (dell´Ue) e ottenere un miglior rapporto costi/benefici dal bilancio (Ue), in particolare per le strategie gestite in collaborazione con gli Stati membri. Si tratta inoltre di un´opportunità per dimostrare a tutti i contribuenti che la Commissione sta facendo il possibile per garantire che i loro soldi siano adeguatamente controllati e spesi." Secondo la relazione della Corte i risultati per le politiche gestite direttamente dalla Commissione continuano a migliorare, con un continuo calo del tasso di errore in settori quali ricerca, aiuti esterni, sviluppo e allargamento. Per l´agricoltura, la situazione rimane stabile con un livello di errore vicino alla soglia fissata dalla Corte. I pagamenti diretti alle imprese agricole, per un importo di 39,7 miliardi di euro, non presentavano errori rilevanti. Per quanto riguarda la politica di coesione, per la quale gli Stati membri gestiscono direttamente progetti mirati a rafforzare la competitività e la crescita nelle regioni in tutta Europa, il tasso di errore è leggermente aumentato rispetto al 2009. Tale aumento rispetto all´anno precedente è dovuto in parte al fatto che molti programmi avviati negli anni precedenti hanno ricevuto pagamenti a partire dal 2010. Ciò significa che i pagamenti soggetti a norme complesse di ammissibilità sono aumentati considerevolmente rispetto all´anno precedente, risultando in maggiori possibilità di errore. Il tasso di errore per la politica di coesione è tuttavia di gran lunga inferiore ai livelli registrati tra il 2006 e il 2008, grazie in particolare al miglioramento generale delle misure preventive e correttive e a disposizioni più rigorose nella gestione e nel controllo per il periodo di programmazione attuale. La Commissione concentra tali misure negli Stati membri e nelle regioni in cui questi errori sono più frequenti. L´anno passato la Commissione ha ripetutamente utilizzato le misure correttive a sua disposizione, come l´interruzione e la sospensione dei pagamenti agli Stati membri, quando esistevano dubbi in relazione all´uso dei finanziamenti. Ad esempio, nel 2010 la Commissione ha provvisoriamente bloccato i pagamenti per un valore pari a 2,15 miliardi di euro per il solo Fondo europeo di sviluppo regionale. La possibilità di interrompere i pagamenti è stata regolarmente utilizzata dall´anno scorso, ed è già stata applicata in più di un centinaio di casi. Inoltre sono stati recuperati o corretti 1,55 miliardi di euro nel bilancio complessivo del 2010, il che rappresenta un aumento del 10% rispetto al 2009. Circa l´efficacia del sistemi di individuazione e correzione degli errori, la Corte dei conti ritiene che, anche se per alcuni capitoli i sistemi sono ritenuti solo parzialmente efficaci, il 90% di tutti gli errori identificati nei campioni sono stati riscontrati al di fuori della Commissione, a livello dei beneficiari. Contesto - La presenza di errori non indica che il denaro dell´Ue sia stato perso, sprecato o oggetto di frode. Quando la Corte dei conti si riferisce ad un tasso di errore, ciò significa che i fondi non dovevano essere pagati perché il progetto non soddisfaceva tutte le condizioni per poter beneficiare del sostegno finanziario dell´Ue, o perché si sono verificati alcuni errori in una procedura relativa al progetto. Ad esempio, le norme in materia di appalti pubblici possono non essere state seguite correttamente o possono essersi verificati errori nel calcolo delle spese. Nei casi in cui gli errori si verificano, esistono dei meccanismi per individuarli e correggerli e la Commissione adotta tutte le misure necessarie a proteggere il bilancio dell´Ue e il denaro dei contribuenti. A norma del trattato (articolo 317 del Tfue), la Commissione dà esecuzione al bilancio sotto la propria responsabilità. Tuttavia, nell´ambito della gestione concorrente (compresi ad esempio l´agricoltura, lo sviluppo rurale, le politiche regionali e le politiche sociali e i programmi della pesca che rappresentano circa l´80% del bilancio dell´Unione), i controlli di primo livello e le verifiche sono di competenza delle autorità nazionali che elaborano e attuano sistemi propri soggetti al controllo della Commissione e della Corte dei conti. La Commissione ha adottato molte iniziative nelle sue proposte relative alla prossima generazione di programmi (2014-2020) per migliorare ulteriormente la gestione dei fondi Ue. Le iniziative comprendono misure correttive più rigorose se gli Stati membri non risolvono le irregolarità tempestivamente; un nuovo sistema per il controllo dei progressi compiuti nel conseguire gli obiettivi fissati, e un nuovo quadro di controllo che chiederà alle autorità di gestione nazionali di firmare una dichiarazione di affidabilità sui loro conti. Inoltre, nel caso vengano constatate gravi carenze da parte della Commissione o della Corte dei conti, si propone che la Commissione sia in grado di annullare in parte o in tot il contributo Ue a un programma e possa chiedere la restituzione dei fondi ad uno Stato membro. Ciò significherebbe che gli Stati membri perderebbero fondi Ue se non riuscissero ad individuare e correggere le irregolarità prima di presentare le domande di rimborso alla Commissione. Le prossime tappe - A seguito della pubblicazione della relazione annuale della Corte dei conti, il Consiglio presenterà al Parlamento europeo una raccomandazione relativa all´opportunità o meno di concedere il discarico del bilancio alla Commissione. Sulla base di tale raccomandazione, il Parlamento europeo voterà nel maggio 2012 la sua risoluzione sul discarico per il bilancio 2010.  
   
   
UE: PREVISIONI D´AUTUNNO 2011-2013: LA CRESCITA È UN TRENO FERMO  
 
Bruxelles, 14 novembre 2011 — La ripresa economica dell´Ue si è fermata: il forte deterioramento della fiducia colpisce investimenti e consumi, la debolezza della crescita mondiale frena le esportazioni, l´urgenza di risanamento dei conti pubblici grava sulla domanda interna. Secondo le previsioni attuali la stagnazione del Pil nell´Ue si trascinerà ben oltre il primo trimestre 2012, con una crescita per l´intero 2012 intorno allo 0,5% e una lenta ripresa entro il 2013, dell´ordine dell´1,5%. Non si prevedono miglioramenti concreti sul mercato del lavoro e la disoccupazione non si muoverà dagli alti livelli attuali, intorno al 9,5%. L´inflazione dovrebbe ritornare sotto il 2% nei mesi a venire. Le previsioni indicano un progredire del risanamento dei conti pubblici con disavanzi in diminuzione fino ad attestarsi leggermente sopra il 3% entro il 2013, a politiche invariate. Olli Rehn, vicepresidente della Commissione, responsabile degli Affari economici e monetari, ha dichiarato: "La crescita è ferma in Europa: siamo a rischio di una nuova recessione. Benché in alcuni Stati membri si registri un aumento dei posti di lavoro, non si prevede alcun effettivo miglioramento sul versante della disoccupazione nell´insieme dell´Ue. La chiave della ripresa della crescita e della creazione di posti di lavoro sta nel ripristino della fiducia nella sostenibilità dei bilanci pubblici e nel sistema finanziario nonché nell´accelerazione delle riforme volte a rafforzare il potenziale di crescita dell´Europa. Vi è ampio consenso sull´azione politica necessaria: occorre ora tradurla in pratica, senza se e senza ma. Per parte mia, inizierò sin dal primo giorno ad applicare le nuove regole di governance economica". Una crescita ingrippata… La ripresa economica si è fermata: si prevede una stagnazione del Pil nel trimestre attuale e in quelli successivi. Dall´estate, le prospettive sono notevolmente peggiorate: la crisi del debito sovrano negli Stati membri della zona euro è dilagata e anche la sostenibilità del debito nelle economie avanzate fuori dell´Ue è entrata nel mirino degli investitori e l´economia globale ha perso forza. Ci si attende che le imprese rinviino o addirittura annullino gli investimenti in quanto navigano in una crescente incertezza con prospettive di crescita sempre più cupe. I consumi delle famiglie saranno orientati alla prudenza e, in alcuni Stati membri, queste dovranno anche cercare di ridurre ulteriormente il loro forte indebitamento. Per di più, le previsioni indicano che le banche saranno più avare nella concessione di crediti, il che ridurrà le prospettive d´investimento e consumo. Il risanamento di bilancio è diventato tanto più urgente in quanto i timori sulla sostenibilità si fanno sentire a gran voce, allargandosi a paesi finora rimasti illesi. La debolezza dell´economia reale, la fragilità delle finanze pubbliche e la vulnerabilità del settore finanziario sembrano influenzarsi reciprocamente in un circolo vizioso; fiducia e crescita torneranno solo se si interrompe questa interazione perversa. Parallelamente, ci si attende che verso la metà del 2012 le misure decise negli ultimi mesi si traducano in una riduzione dell´incertezza legata alla crisi del debito sovrano e dei mercati finanziari, il che gradualmente riaprirà i rubinetti degli investimenti e dei consumi. Le proiezioni di crescita annuale del Pil nel 2012 sono allo 0,6% nell´Ue e allo 0,5% nella zona euro e restano deboli nel 2013, all´1,5% nell´Ue e all´1,3% nella zona euro. Le previsioni di rallentamento economico non risparmiano alcun gruppo di Stati membri; permangono invece divergenze nella crescita. … non basta a migliorare il mercato del lavoro - La crescita dell´occupazione rallenterà fino a fermarsi nel 2012. La prevista ripresa del Pil nel secondo semestre del prossimo anno è troppo modesta per produrre risultati significativi sul mercato del lavoro. Non si attende una riduzione della disoccupazione nel prossimo futuro. La situazione del mercato del lavoro continua a divergere in modo significativo da uno Stato membro all´altro. Le finanze pubbliche si risollevano gradualmente - Il 2011 segna il passaggio dalla stabilizzazione al risanamento dei conti pubblici. Le proiezioni per il 2011 indicano un disavanzo pari al 4,7% del Pil nell´Ue e al 4,1% nella zona euro; per il 2012, le proiezioni passano al 3,9% nell´Ue e al 3,4% nella zona euro. Ulteriori misure di risanamento, probabili ma non ancora in vigore, non sono prese in considerazione in queste previsioni. L´assunto tecnico delle politiche invariate potrebbe incidere più del solito in queste previsioni. Su questa ipotesi ci si attende che il rapporto debito/Pil aggregato nell´Ue arrivi ad un picco dell´ordine dell´85% nel 2012, per poi stabilizzarsi nel 2013. Nella zona euro il rapporto debito/Pil continuerà ad aumentare leggermente nell´orizzonte previsionale fino a sfondare il 90% nel 2012. Lotta all´inflazione - I prezzi dell´energia sono stati il principale motore dell´inflazione nel 2011; nella misura in cui possano gradualmente diminuire, l´inflazione globale dovrebbe tornare sotto il 2% nel 2012. Il persistente rallentamento dell´economia continuerà a contenere la pressione dei prezzi, con previsioni di aumenti salariali di modesta entità. I rischi incidono pesantemente sulle previsioni di crescita - Data la fragile crescita del Pil secondo lo scenario previsionale di base, il rischio di recessione non è trascurabile. I principali rischi di flessione della crescita derivano dai timori per il debito sovrano, dal settore finanziario e dal commercio mondiale. Esiste un potenziale d´interazioni dinamiche negative: la lentezza della crescita grava sui debitori sovrani, la cui debolezza incide sulla solidità del settore finanziario. Sul lato positivo, la fiducia potrebbe ritornare più rapidamente di quanto attualmente previsto, liberando potenzialità per una ripresa precoce degli investimenti e dei consumi privati. La crescita globale potrebbe risultare più resiliente di quanto previsto nello scenario di base e offrire sostegno alle esportazioni nette dell´Ue. Infine, un calo più sensibile dei prezzi delle materie prime potrebbe rafforzare i redditi reali e i consumi. Per il futuro i rischi d´inflazione sembrano nel complesso compensarsi. La relazione dettagliata è disponibile al seguente indirizzo: http://ec.Europa.eu/economy_finance/eu/forecasts/2011_autumn_forecast_en.htm  
   
   
INTESA FRA 12 REGIONI EUROPA CONTRO INQUINAMENTO BRUXELLES: FIRMATA DA RAIMONDI, SARA´ SOTTOPOSTA A COMMISSIONE  
 
Bruxelles, 14 novembre 2011 - Dodici Regioni - 4 italiane (Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia Romagna) - e 8 europee (Baden Wuerttenberg, Assen, Londra, Nord Vestfalia, Stiria, Randstadt, Catalogna e Fiandre) insieme per chiedere all´Unione europea più strumenti per combattere l´inquinamento e premi per le più virtuose. Si sono ritrovate il 10 novembre a Bruxelles per firmare un Protocollo d´Intesa e ribadire a gran voce come negli anni abbiano lavorato intensamente e messo in campo misure concrete. "Abbiamo investito importanti risorse in azioni strutturali per il miglioramento della qualità dell´aria - ha spiegato l´assessore regionale all´Ambiente, Energia e Reti, Marcello Raimondi sottoscrivendo il documento - che hanno puntato a raggiungere gli obiettivi europei, pur nelle condizioni particolari che investono la valle padana (pianura chiusa su tre lati dalle montagne, velocità del vento tra le più basse d´Europa)". "Insieme - ha aggiunto - rappresentiamo il 22% del Pil dell´Ue e il 18% della popolazione, non siamo solo i motori dell´economia europea, ma anche quelli che fanno di più per la qualità dell´aria e oggi l´Europa lo riconosce. In particolare Regione Lombardia è quella che ha adottato le misure più ampie e severe, come ad esempio la low emission zone più grande d´Europa. Con l´incontro di oggi abbiamo formalizzato la volontà di andare oltre, coordinando le nostre politiche sia a livello di bacino padano che internazionale". "A questo punto - ha aggiunto Raimondi - anche l´Europa deve fare di più, ad esempio chiarendo alcune politiche contraddittorie del passato, come quando si è incentivato il diesel sostenendo, allo stesso tempo, che fosse un combustibile molto inquinante". Il Memorandum - Il punto centrale del testo sottoscritto è la priorità della qualità dell´aria per la tutela della salute. Proprio per consentire di lavorare al meglio per il raggiungimento dell´obiettivo, il Memorandum esprime la volontà del gruppo di lavoro che la futura Direttiva europea contenga un grado di flessibilità capace di tenere in considerazione le speciali esigenze regionali in tema di qualità dell´aria. Inoltre è ribadita la necessità che gli strumenti legislativi europei siano armonizzati e adattati ai diversi contesti nazionali e, nel contempo, che forniscano un supporto efficace alle Regioni nei loro sforzi per attuare la Direttiva comunitaria. Infine il Memorandum chiarisce come tale Consorzio punti alla condivisione di azioni e piani strategici che possano portare alla predisposizione di un futuro testo da presentare alla Commissione Europea. "In questo settore il ruolo dei Governi sub nazionali - ha concluso Raimondi - è decisivo. La comunità scientifica ormai riconosce che solo politiche strutturali sono in grado di avere effetti significativi sulla riduzione dell´inquinamento atmosferico. Queste, va da sé, necessitano di tempi adeguati e non immediati, perché i risultati sono visibili nel medio-lungo periodo. L´unione europea tenga dunque conto di questo aspetto rendendo praticabili i limiti imposti e, soprattutto, premiando le Regioni virtuose".  
   
   
QUALITÀ DELL´ARIA, LE REGIONI EUROPEE CHIEDONO PIÙ INTEGRAZIONE DELLE POLITICHE  
 
Bologna, 14 novembre 2011 - Più integrazione tra le politiche europee che hanno un impatto sulla qualità dell’aria, ma anche più cooperazione tra i territori e condivisione delle esperienze realizzate su scala regionale. Lo hanno chiesto alla Commissione europea, impegnata nella riforma della direttiva sulla qualità dell’aria, le dodici Regioni europee che hanno partecipato alla Conferenza “The challenge of air quality: a regional perspective” il 10 novembre a Bruxelles. Oltre alle Regioni italiane del Bacino padano Emilia-romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, erano presenti le Regioni tedesche di Baden Wurttemberg, Nordrhein-westfalia e Assia, Londra, Le Fiandre, la regione olandese di Ranstad, l’austriaca Stiria e la spagnola Catalunya, in rappresentanza di quasi 90 milioni di cittadini europei e oltre un quinto del Pil dell’Unione. “Vogliamo migliorare la qualità dell’aria e proteggere la salute dei nostri cittadini , ma l’ambiente può essere anche un importante leva per lo sviluppo in questo momento di difficile congiuntura economica - ha detto l’assessore regionale al’ambiente dell’Emilia-romagna Sabrina Freda, ricordando “che 1 euro speso nella tutela dell’ambiente consente alla Comunità di risparmiarne 10 nella sanità”. “Per questo – ha sottolineato Freda - l’ambiente deve essere un tema trasversale alle tutte le politiche di sviluppo, come la pianificazione territoriale, al fine di ridurre il consumo di suolo e la dispersione insediative con i conseguenti effetti sulla mobilità e la qualità dell’aria.” L’evento si è concluso con la firma, da parte degli Assessori e dei Ministri regionali all’ambiente, di un memorandum di intesa volto ad affrontare, in un’ottica europea e con lo spirito di coniugare sviluppo economico e sostenibilità, le criticità in materia di qualità dell’aria  
   
   
LOMBARDIA/LONDRA. INSIEME CONTRO INQUINAMENTO ATMOSFERICO SUMMIT FRA RAIMONDI E ASSESSORE DELLA CAPITALE INGLESE RANGER QUALITÀ ARIA, DA OLTREMANICA APPREZZAMENTO PER NOSTRE AZIONI  
 
Bruxelles, 14 novembre 2011 - Scambio di esperienze e confronto continuo sulle misure nella lotta all´inquinamento. Questi i temi al centro del vertice bilaterale tra l´assessore all´Ambiente, Energia e Reti della Regione Lombardia, Marcello Raimondi e quello della Grande Londra (che comprende anche tutta l´area metropolitana) Kulveer Ranger. L´incontro è avvenuto a Bruxelles a margine del Tavolo dell´Air Quality Group, di cui fanno parte le 12 regioni europee più attive nel tutelare la qualità dell´aria. Ranger ha spiegato come la politica sulla mobilità di Londra sia profondamente cambiata con l´avvento del nuovo sindaco Boris Johnson, che ha modificato l´impianto dato dal suo predecessore Livingstone. Dal 2008 ad esempio è stata introdotta una Low Emission Zone, per cui i mezzi meno inquinanti hanno l´accesso gratuito ad una vasta area della città, mentre i più inquinanti devono pagare una tassa. ´L´assessore Ranger si è mostrato molto colpito dalle misure della Regione Lombardia - ha detto Raimondi - sottolineandone anche l´introduzione coraggiosa e pioneristica su vasta scala. Abbiamo convenuto sull´utilità di una partnership più stretta tra i nostri Assessorati e le reciproche istituzioni, proprio perché considerate un traino anche all´interno del ´gruppo dei più virtuosi´´. Ranger si è anche detto interessato ad approfondire come l´innovazione tecnologica - relativa all´industria automobilistica e della componentistica (freni e gomme in particolare) - possa contribuire a ridurre il Pm10. ´Abbiamo perciò offerto la massima collaborazione - ha detto l´assessore Raimondi - per integrare le loro esigenze nelle nostre ricerche e sperimentazioni, che, come nel caso dello studio del Jrc finanziato da Regione Lombardia, costituiscono lo stato dell´arte della ricerca sperimentale in materia´. Lo scambio di esperienze ha investito anche i temi dell´efficienza energetica degli edifici e delle relativa normativa che, per quanto riguarda il Regno Unito, è di competenza esclusiva dello Stato. Ranger si è compiaciuto per i risultati ottenuti dalla Lombardia con le diverse disposizioni sull´efficientamento energetico degli edifici, e ha chiesto di approfondire in ulteriori occasioni la materia. L´incontro si è chiuso con l´impegno di aggiornarsi costantemente sulle evoluzioni e sulle diverse esperienze, continuando a scambiare buone pratiche e iniziative. ´E´ una partnership di primo livello - ha concluso Raimondi - che ci permette di fare sempre meglio il nostro compito in Lombardia e che ci conforta sul lavoro fatto fino ad ora. Siamo sicuri che la Lombardia e Londra sapranno raccogliere insieme la difficile sfida imposta dalla lotta all´inquinamento´.  
   
   
CITTADINANZA ITALIANA ED EUROPEA:A BRUXELLES LA PROPOSTA SICILIANA  
 
Bruxelles, 14 novembre 2011 - Parte da Bruxelles la proposta di riforma della normativa che regola il diritto di cittadinanza, elaborata in Sicilia dalla delegazione regionale dell´Anfe, l´associazione nazionale famiglie emigrati. In una delle sale del parlamento europeo - grazie alla adesione all´iniziativa del vice presidente Gianni Pittella - e´ stato presentato il portale (www.Nextcitienship.it) che dalle 17 del 9 novembre raccoglie firme, adesioni, dichiarazioni, alla proposta di allargamento del diritto di cittadinanza, abbattendo gli ostacoli che limitano la partecipazione sociale e politica agli emigrati in tutto il territorio europeo. "E´ necessario andare oltre lo jus sanguinis e lo jus soli, i due soli principi - di nascita o di discendenza - su cui si articola la possibilita´ di acquisizione della cittadinanza in Italia ed in Europa" ha detto Giusto Catania, che da parlamentare europeo ha firmato una proposta di direttiva europea e che oggi ha moderato la conferenza in Place du Luxembourg. "La Sicilia, nel fronteggiare l´emergenza Lampedusa, ha dato testimonianza dell´esigenza di un cambio di passo" ha affermato il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo. "Il governo regionale si e´ impegnato a fianco dei migranti che affrontano sofferenze inaudite alla ricerca di una prospettiva di vita dignitosa e civile. Per dare un segno di solidarieta´ che segnasse una rottura rispetto alle politiche di disuguaglianza, sfruttamento e neocolonialismo condotte nel mediterraneo". "Sul fronte di un nuovo dialogo interculturale salutiamo con favore la proposta di una nuova cittadinanza - ha detto Lombardo - che si inserisce nel solco delle iniziative che la Regione sta promuovendo. Proprio in questi giorni a Palermo abbiamo promosso un incontro interreligioso". "Da tre anni ormai l´anniversario dello statuto regionale e´ diventato occasione per un incontro tra i rappresentanti di tutte le istituzioni locali del Mediterraneo. E in dicembre, a Catania, torneremo a parlare di cooperazione e di rapporti intermediterranei". "Tanto forte e´ nel governo regionale la condivisione di questi principi - ha aggiunto l´assessore delle politiche sociali, Andrea Piraino - che abbiamo predisposto una proposta di legge regionale per l´estensione del diritto di voto alle elezioni amministrative a tutti i residenti". "Vogliamo pensare che sia la prima pietra di un processo di riforma che vada verso la costruzione di una nuovo rapporto tra cittadini e istituzioni" Fausto Bertinotti ha portato alla tavola rotonda sulla nuova cittadinanza organizzata dalla delegazione siciliana dell´Anfe a Bruxelles la testimonianza della sua lunga militanza a favore dei diritti civili e la sua esperienza da presidente della Camera dei deputati. Secondo Bertinotti non e´ possibile immaginare la piena cittadinanza di tutti i residenti in uno stato, in qualsiasi stato europeo, senza pensare a una radicale riforma del suo sistema sociale. "L´ esperienza a difesa dei diritti sociali delle minoranze, suggerisce oggi un concreto realismo. Numerose proposte di ampliamento della cittadinanza sono rimaste senza esito, anche in momenti in cui il contesto politico ed economico sembrava piu´ favorevole" ha detto Bertinotti. "Dobbiamo essere consapevoli del fatto che proporre di ampliare il diritto alla cittadinanza non significa solo garantire a tutti la partecipazione alla vita sociale e politica di una comunita´. Ma significa garantire la estensione dei servizi sociali, sanitari, amministrativi: un costo che solo un radicale ripensamento del sistema del welfare puo´ rendere possibile". "Per questo bisogna puntare a una revisione dei principi su cui e´ stato impostato il sistema delle garanzie sociali, che ha gia´ dimostrato di non essere in grado di sostenere le sfide del futuro". Del percorso verso una cittadinanza europea ha parlato Patrizia Toia, vicepresidente del gruppo dell´alleanza progressista al parlamento europeo. "La carta dei diritti fondamentali dell´Unione, ha fatto segnare un grande passo avanti verso la costruzione di una vera cittadinanza europea". "A tutti i cittadini e´ garantita dignita´ ed uguaglianza. Bisogna lavorare sul fronte dei diritti sociali. Pensando a una somma di diritti e di doveri che ciascun cittadino, spostandosi da uno stato all´altro, possa cumulare." "Una evoluzione politica e sociale - ha concluso - che ha gia´ fondamento giuridico nelle istituzioni europee e che bisogna impegnarsi a trasferire negli ordinamenti istituzionali di ogni stato europeo".  
   
   
MACROREGIONE DELL´AREA ALPINA - DURNWALDER "COSTITUZIONE NEL GIUGNO 2012"  
 
Bolzano, 14 novembre 2011 - Il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, ha preso parte martedì scorso a Bruxelles ad un convegno organizzato dall’Arge Alp sul tema “Verso una strategia europea per l’Area alpina” nell’ambito del quale i rappresentanti dei Paesi e delle Regioni dell’area alpina si sono confrontati sulla tematica della Macroregione Alpina. Secondo Durnwalder si tratta di un’opportunità per focalizzare l’attenzione dell’Unione Europea sulle aree di montagna. Secondo il presidente della Provincia Luis Durnwalder “Le strategie macroregionali aprono muove opportunità di collaborazione nell’ambito dell’Unione Europea. Le regioni alpine sono acuminate dalle medesime sfide e con la creazione di una Macroregione dell’Area Alpina si potrebbe pensare di aumentare l’attenzione dell’Unione Europea nei confronti delle aree di montagna”. In quest’ambito la Macroregione dell’Area Alpina dovrebbe divenire una sorta di piattaforma comune per tutti i paesi alpini finalizzata alla soluzione di problemi comuni che altrimenti non potrebbero essere superati singolarmente. “La macroregione potrebbe ad esempio potrebbe elaborare dei programmi comuni per il sostegno alle aree di montagna per poter avere maggiore forza contrattuale nei confronti di Bruxelles e dei singoli Stati” aggiunge il presidente della Provincia. Attualmente esistono già due Macroregioni rispettivamente la Macroregione dei Paesi Baltici e quella del Danubio e per la loro costituzione non vi sono regole precise a livello di Ue ad eccezione del fatto che la loro creazione non devono essere realizzate nuove strutture amministrative o erogati finanziamenti e l’iniziativa deve partire dai singoli Stati o Regioni. Non è ancora chiara quale possa essere l’effettiva definizione della Macroregione dell’Area Alpina. Da un lato s’ipotizza l’area alpina vera e propria, che comprenderebbe 14 milioni di persone, dall’altro la somma dei singoli territori regionali di tutta la Baviera, Lombarda e Veneto pari ad una popolazione complessiva di oltre 70 milioni di persone. Tra le tematiche di maggiore interesse, secondo il presidente Durnwalder, vi potrebbero essere le energie rinnovabili, l’agricoltura e le foreste, la tutela ambientale, il turismo ed il traffico nell’ambito alpino, così come la ricerca e lo sviluppo. La prossima seduta è stata fissata per il prossimo gennaio in Francia e nel giugno 2012, secondo Durnwalder, si dovrebbe giungere alla vera e propria costituzione della Macroregione dell’Area Alpina.  
   
   
CROAZIA, AUMENTA IL DEBITO PUBBLICO  
 
Zagabria, 14 novembre 2011 - Secondo i dati diffusi dal Ministero delle finanze croato, il debito complessivo dello Stato alla fine dello scorso giugno ha raggiunto 145,1 miliardi di kune (circa 19,60 miliardi di euro). Nei primi sei mesi del 2011 il debito pubblico complessivo è aumentato di circa 7,1 miliardi di kune (ca. 0,95 miliardi euro), ossia il 5,1 per cento in più rispetto alla fine dello scorso anno. Il debito interno dello Stato è stato pari a 90,1 miliardi di kune (circa 12,17 miliardi di euro) lo scorso giugno, mentre il debito estero alla fine del mese di giugno ammonta a 46,5 miliardi di kune (circa 6,28 miliardi di euro).  
   
   
VENDOLA IN CINA INAUGURA LA FIERA DELL´INNOVAZIONE NELLA CITTÀ DI HANGZHOU  
 
Bari, 14 novembre 2011 - Dopo il Guangdong, lo Zehjiang. Il 10 novembre è proseguita nella provincia cinese con il porto più grande del mondo come rendimento (il porto nella città di Ningbo) la missione istituzionale del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola in Cina. Una missione che per la prima volta vede imprese e distretti pugliesi portare in Cina il Know-how italiano nel settore delle rinnovabili, del risparmio energetico e della protezione ambientale. Questa mattina il Presidente Vendola ha inaugurato prima l’ottava edizione della manifestazione China-italy Regional Innovation & International Technological Projects 2011 alla presenza delle massime autorità politiche locali (tra queste il vice governatore Mr Mao Guanglie ed il Console generale d’Italia a Shanghai Vincenzo De Luca) e subito dopo il padiglione italiano presente all’interno della Fiera. All’inaugurazione anche delegazioni internazionali di oltre 10 paesi provenienti da vari continenti e più di 30 imprese delle regioni italiane, Puglia, Emilia Romagna e Toscana, tre delle cinque regioni italiane a vario titolo coinvolte nei progetti del programma Mae /Regioni/cina. Il Presidente Vendola è stata l’unica autorità straniera a parlare nel corso della cerimonia ufficiale di inaugurazione della Fiera. “Ciò che dobbiamo perseguire attraverso l’innovazione - ha dichiarato Vendola nel suo discorso inaugurale - è certamente la crescita economica, ma altrettanto necessariamente la salute delle persone, il benessere diffuso, la salute delle nostre città”. Grande è l’attenzione che, dopo la ricca provincia meridionale del Guangdong, anche lo Zhejiang mostra per le tecnologie ambientali e l’innovazione tecnologica in generale. Per questo, particolarmente attesa era la presenza ad Hangzhou delle realtà imprenditoriali pugliesi, che sono impegnate nella missione tecnica attualmente in corso. Organizzata per conto della Regione Puglia dall’Arti, l’Agenzia regionale per la Tecnologia e l’Innovazione che gestisce il Progetto Renewal nell’ambito degli accordi Mae/regioni/cina, la missione porta infatti nello Zhejiang una significativa rappresentanza di imprese dei settori delle energie rinnovabili, della protezione ambientale e dell’edilizia sostenibile, nonché gli esponenti del Ditne, distretto tecnologico nazionale sull’energia e dei distretti produttivi regionali “La nuova energia”, dell’Ambiente e riutilizzo (Dipar) e dell’Edilizia sostenibile. Dopo la visita ufficiale alla manifestazione, che ospita anche rappresentanze di Usa, Russia, Bielorussia, Israele, Germania e Olanda, il Presidente Vendola ha partecipato al workshop di presentazione delle tre regioni italiane presenti in Fiera. “Per essere efficace, l’innovazione deve comportare un cambio culturale generale e accompagnare il miglioramento della qualità della vita. Noi in Puglia abbiamo scelto di avere fiducia nella globalizzazione e nella competizione economica” ha dichiarato il presidente della Regione Puglia intervenendo all’incontro. “L’innovazione porta con sé l’esigenza di grande responsabilità - ha proseguito - e se oggi in Italia il clima cambia tanto da determinare tempeste tropicali e disastri idrogeologici è perché non si è stati intelligenti, né responsabili”. “In Puglia, però, in pochi anni abbiamo impresso un cambiamento forte, grazie all’innovazione: siamo la prima regione italiana per la produzione di energia eolica e fotovoltaica, perché abbiamo aziende in grado di gestire in maniera innovativa e competitiva le tecnologie ambientali e quelle energetiche. Alcune di queste aziende hanno attraversato con noi il mare per venire in Cina a presentarvi le loro competenze e ad incontrare le vostre imprese”. “Il dodicesimo piano quinquennale cinese, da poco varato, considera la protezione ambientale una priorità assoluta” ha sottolineato il console generale d’Italia a Shanghai Vincenzo De Luca, evidenziando anche come la Cina sia da qualche anno attenta non solo alle produzioni innovative delle grandi imprese multinazionali, ma sempre più a quelle delle piccole e medie imprese e alle attività espresse dai distretti, con le quali il governo cinese ha stabilito che si incrementino particolarmente i rapporti commerciali e di collaborazione. (Questi i nomi delle imprese pugliesi presenti in mostra alla Fiera dell’Innovazione di Hangzhou: Geatecno; Selferg; Matrix; Pilot Atc; Consorzio Quadrifoglio; Fei System; Saem Energie Alternative). Tra gli incontri istituzionali, da segnalare quello svoltosi presso il Palazzo del Governo della città con il governatore provinciale dello Zehjiang Xia Baolong che si è detto particolarmente colpito dalla qualità delle aziende pugliesi presenti e dall’esperienza maturata dalla regione Puglia nel campo della protezione ambientale e dei cicli dei rifiuti e dell’acqua. In sintonia con il Presidente Vendola, entrambi hanno salutato con interesse e apprezzamento l’avvio di attività di cooperazione economica e partenariato tra la Regione Puglia e la Provincia dello Zheijang e hanno convenuto sulla necessità di avviare tavoli tecnici di confronto su energie rinnovabili, protezione ambientale, oltre che turismo e tessile di qualità anche in vista di una prossima visita in Italia ed in Puglia del governo provinciale dello Zehjiang. Nel corso della sua permanenza nello Zehjiang inoltre, il presidente Vendola ha incontrato i principali quotidiani e riviste della provincia cinese parlando a tutto campo non solo della cooperazione in atto tra Puglia e Cina, delle analogie e delle differenze tra Cina ed Europa, della crisi finanziaria globale e del debito sovrano in Europa ma anche della situazione politica italiana e della crisi del governo italiano. Note sulla Provincia dello Zheijang - La Provincia del Zhejiang è sede di alcune delle più importanti aziende private cinesi: Alibaba (motore di ricerca) e Hangzhou Wahaha Group (bevande) per citarne alcune. In effetti, la provincia del Zhejiang, famosa nel mondo perché i suoi abitanti costituiscono il nucleo delle comunità di immigrati cinesi all’estero, gode di un ambiente favorevole per lo sviluppo dell’iniziativa privata, che ha origine dalla naturale inclinazione al business dei suoi abitanti, ma che deve molto anche all’incoraggiamento del Governo provinciale. La Provincia ospita anche il porto più grande del mondo: la Città di Ningbo, nello Zhejiang, dispone del porto più importante al mondo per rendimento (mentre quello di Shanghai è primo per capacità di movimentazione di container) in termini di prodotti trattati, che sono principalmente materie prime, olio crudo e gas naturale liquido. Il ruolo di Ningbo, quale centro dei trasporti, è stato ulteriormente rafforzato attraverso investimenti pubblici finalizzati a migliorare le connessioni con le province limitrofe. Per esempio, il completamento del Ponte sulla Baia di Hangzhou, il ponte trans-oceanico più lungo al mondo, permette di collegare Shanghai a Ningbo in due ore e mezza. Nella Provincia vi è infine la città di Wenzhou, principale città tessile della Cina da dove proviene il 90% dell’immigrazione cinese in Italia (si veda il caso di Prato e di Milano), ragione per la quale la Regione Toscana ha avuto rapporti privilegiati negli ultimi anni e con la quale – insieme alla Regione Puglia – ha avviato il Progetto Tex_tech cofinanziato dal Mae nell’ambito del Programma Mae-regioni-cina.  
   
   
BOLZANO: RICEVUTA DA DURNWALDER UNA DELEGAZIONE DELL´AZERBAIGIAN  
 
Bolzano, 14 novembre 2011 - Erkin Heydarli, viceambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia e Gulsan Pashateva, direttrice del Centro di ricerche strategiche di Baku, capitale dell´Azerbaigian sono stati ricevuti dal presidente della Provincia, Luis Durnwalder. Nel corso del colloquio sono stati toccati temi di particolare interesse per la delegazione dell’ Azerbaigian come, ad esempio, l’Autonomia provinciale, le misure contro lo spopolamento delle zone di montagna, la collaborazione tra le aree urbane e quelle rurali e le misure adottate per incentivare l’occupazione nelle varie aree della provincia. Sono state toccate anche tematiche riguardanti il turismo, il commercio, l’artigianato e le misure adottate per migliorare la qualità della vita nelle aree rurali. La delegazione ha inoltre raccolto informazioni in merito alla scuola, la cultura e la convivenza tra i gruppi etnici.  
   
   
PIEMONTE: INCONTRO CON LA CAMERA DI COMMERCIO AMERICANA  
 
Torino, 14 novembre 201 - “Noi abbiamo una filosofia, che è quella di riaffermare il concetto che il Piemonte è un’opportunità. I dati recenti che abbiamo ci dicono che il saldo import/export è in aumento e che le nostre aziende funzionano soprattutto dal punto di vista delle esportazioni. Questo dimostra che quando puntiamo soprattutto sulla qualità dei nostri prodotti siamo pressoché imbattibili, riusciamo a vincere anche sfide molto difficili. E io intendo fare tutto il possibile perché questa filosofia venga assecondata”: il presidente della Regione, Roberto Cota, ha introdotto così l’incontro che ha avuto il 9 novembre con la Camera di Commercio americana in Italia e 65 aziende piemontesi. “Il Governo regionale finora ha fatto molto - ha proseguito Cota - attraverso misure importanti, come il contratto di insediamento che hanno sottoscritto già 15 aziende creando più di 2000 nuovi posti di lavoro, i bandi per la ricerca e l’innovazione, le misure fiscali. In cantiere inoltre noi abbiamo un Piano Giovani che prevede una serie di incentivi fiscali per quelle aziende che assumono giovani sotto i 35 anni a tempo indeterminato e per i giovani che intendono avviare una loro attività produttiva. L‘ultimo pilastro della nostra azione è il Piano per l’internazionalizzazione. Fino ad oggi abbiamo avuto un sistema in cui le nostre aziende che intendevano esportare ricevevano degli incentivi all’inizio ma poi venivano un po’ abbandonate a loro stesse. Noi, lavorando con il sistema delle imprese e delle Camere di commercio e con il Ceip, intendiamo varare una serie di misure che accompagnino le nostre imprese nelle procedure e negli adempimenti necessari per intraprendere un’attività produttiva o di vendita all’estero”. “Infine non posso non ricordare il nostro impegno per il processo di sburocratizzazione - ha aggiunto il presidente - Non è un caso se il Tribunale di Torino ha per la giustizia civile il minor carico di arretrati e quindi tempi più brevi nelle procedure. Questo tipo di azione è sostenuta dal Governo regionale attraverso una serie di protocolli che abbiamo firmato con il presidente della Corte d’Appello. La burocrazia non può essere di ostacolo al cittadino ma al suo servizio, per cui stiamo varando una modifica alla legge urbanistica affinché ci siano dei tempi certi per l’approvazione da parte degli uffici regionali”. Il console generale degli Stati Uniti a Milano, Kyle R. Scott, ha ricordato che “il mercato americano, trasparente, con ottime infrastrutture e con un sistema giudiziario e fiscale efficiente, continua a rappresentare una fonte di benefici per le aziende del Nord Italia e questo non può che farci piacere. Le aziende italiane dal 2007 hanno creato nel mio Paese 115.000 posti di lavoro e l’Italia è al decimo posto tra i Paesi stranieri per numero di assunzioni. Inoltre, l’Italia è all’undicesimo posto tra i paesi europei che investono negli Stati Uniti. Sono sicuro che le aziende del Piemonte troveranno nel mio Paese grandi opportunità di espansione e incoraggio il presidente Cota a proseguire nel suo impegno verso una maggiore internazionalizzazione delle imprese piemontesi”- Al termine dell’incontro è stata regalata ai presenti una chiavetta usb con un documento illustrativo delle attività del Ceip. Le aziende presenti hanno inoltre preso contatti che potranno approfondire direttamente con gli uffici competenti per avere maggiori indicazioni tecniche sul contratto di insediamento e altre eventuali esigenze.  
   
   
BANCHE-IMPRESE; NUOVA CRISI, MA VECCHI PROBLEMI DE FILIPPO (CONFERENZA DELLE REGIONI) COMMENTA IL RAPPORTO E PUNTA IL DITO SUI PROBLEMI DEI FINANZIAMENTI. “E AL G20 DI CANNES UN’ITALIA POCO CREDIBILE HA VISTO LA SITUAZIONE AGGRAVARSI”  
 
Potenza, 14 novembre 2011 - “Se anche in questo momento di una crisi globale dalle caratteristiche del tutto peculiari e anomale, i problemi delle aziende del Mezzogiorno, come ci segnala il rapporto dell’Osservatorio Banche Imprese, restano nella scarsa capitalizzazione, nella difficoltà di accesso al credito, nella carenza di infrastrutture, vuol dire che il problema non è congiunturale ma strutturale e che, al di là delle difficoltà del momento, non si è lavorato come si doveva sui fondamentali dell’economia per agganciare la crescita”. Così il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, intervenendo il 10 novembre in rappresentanza della Conferenza delle Regioni alla presentazione del Rapporto Banche Imprese. “Ci sono due livelli di problemi – ha detto De Filippo – il primo che riguarda le risorse per lo sviluppo, il secondo, ma forse ancora più importante del primo, che riguarda le strategie. E’ chiaro che se in un momento difficile come questo si bada solo a tenere i conti in ordine anche a costo di azzerare le prospettive di crescita, essenziali per superare la crisi di qualsiasi Paese, ma ancor più di uno indebitato come l’Italia, non c’è spazio per risolvere quel divario Nord Sud che dopo 150 anni di unità nazionale rappresenta il più antico divario del mondo. L’italia può crescere solo se cresce il Sud, e avere nel Mezzogiorno situazioni di contesto deboli, rende impossibile ogni aspirazione”. “La politica per il Sud – ha proseguito De Filippo - non è comunque fatta di soli investimenti e coincide, per larga parte, con la politica per il sistema produttivo del Paese. Un esempio recente – ha spiegato – è quanto avvenuto alla riunione del G20 a Cannes. Il Financial Stability Board, seguendo un indirizzo impartito in particolare da Germania e Francia, ha fatto approvare un documento con cui i parametri di patrimonializzazione delle banche vengono ancora implementati rispetto agli standard di Basilea Iii. Tutto questo significa una riduzione della disponibilità di finanziamenti per il sistema delle imprese e delle famiglie, levando risorse alla crescita e incidendo, ancora una volta, maggiormente in Paesi a maggiore debolezza quale è, in questo momento, l’Italia. Ma il nostro Paese non ha saputo far sentire la sua voce, e questo è un indice di come anche il tema della credibilità, e non solo quello delle risorse e della vision, sia importante per costruire situazioni di contesto favorevoli allo sviluppo del Mezzogiorno”.  
   
   
BILANCIO, TOSCANA: SOSTEGNI ALL’ECONOMIA E AL WELFARE, NONOSTANTE I TAGLI DEL GOVERNO  
 
Firenze, 14 novembre 2011 – Rigore, equità e crescita. L’assessore Riccardo Nencini ripete le parole più volte nel corso della conferenza stampa. Sono i tre principi, pur a fronte dei pesanti tagli del governo, attorno a cui è stato costruita la proposta di bilancio per il 2012. Un bilancio che nasce sullo sfondo di uno scenario che ha visto la Toscana, per i minori trasferimenti dello Stato e i tetti più bassi sul patto di stabilità, passare in tre anni , dal 2010 al 2012, da 2,3 miliardi di capacità reale di spesa a soli 1, 7 miliardi. Al netto della sanità e delle somme vincolate. 600 milioni tagliati e 9,8 miliardi da spendere - La giunta invierà a giorni in Consiglio regionale la proposta di bilancio perché venga discussa prima della fine dell’anno. Sul documento contabile pesano oltre 600 milioni di tagli del governo, 150 milioni in più rispetto all’anno scorso, e quello che nel 2012 potrà essere speso sono 9,8 miliardi, di cui la fetta più grossa, 6 miliardi e 600 milioni, serviranno alla sanità e 579 milioni sono investimenti. “Ma è un bilancio che, pur con i tagli pesanti operati dal governo – commenta l’assessore Nencini, che – prova a finanziare misure a sostegno dei consumi e della crescita economica e interventi a favore del welfare: una necessità inderogabile a fronte della grave condizione economica del Paese e della nostra Regione. Di sicuro, al contrario del Governo, non abbiamo operato tagli lineari”. Sedici milioni per interventi non più finanziate dallo Stato - Servizi e politiche di base sono salve. Anche per il 2012 la giunta conferma il finanziamento delle scuole dell’infanzia (5,5 milioni per non chiudere 95 classi) e degli insegnanti di sostegno, competenze che non sarebbero neppure della Regione; mantiene le borse di studio, un adeguato livello di politiche sociali ed opportune misure a sostegno del lavoro e dell’economia. “ Per garantire il finanziamento di politiche non più assistite da finanziamenti dello Stato spediamo anche nel 2012 sedici milioni” precisa Nencini. Altri 7 si aggiungono per proseguire quanto già avviato sul fronte del giovani per quanto riguarda il servizio civile e i tirocini in azienda retribuiti per metà dalla Regione, ma anche per sostenere interventi sull’ambiente e la viabilità. “Continuiamo nell’opera di alleggerimento della macchina, della burocrazia e dei costi della politica – commenta Nencini – Risparmieremo circa il 10 per cento anche nel 2012. E tutto ciò che siamo in grado di recuperare lo destiniamo a crescita e sviluppo, senza tagliare i servizi”. Un fondo per l’economia e 42 milioni per la non autosufficienza - Tra i provvedimenti decisi dalla giunta c’è anche un ‘salvadanaio’ da 15 milioni da destinare ad un fondo per l’economia e lo sviluppo. “Su come utilizzarlo decideremo nel corso dell’anno prossimo – spiega l’assessore – , anche rispetto alle evoluzioni della crisi economica e alle urgenze e alle necessità che si delineeranno”. La giunta ha anche confermato il fondo per l’assistenza ai non autosufficienti, nonostante le risorse azzerate dal governo. Erano 80 milioni nel 2011 e rimarranno tali nel 2012, grazie ad ulteriori 42 milioni di fondi regionali ora stanziati che si aggiungono a quelli che la Regione aveva già messo. Altri 19 milioni sono stati aggiunti sul fondo delle politiche sociali: la decisione è stata presa proprio nella giunta di ieri sera. 579 milioni di investimenti - Tra i 579 milioni di investimenti che saranno finanziati nel 2012 facendo ricorso a prestiti e mutui si segnalano 200 milioni destinati al rinnovo delle strutture sanitarie, 100 milioni per l’ambiente, 85 milioni per l’edilizia abitativa, 30 milioni alle infrastrutture di trasporto, 18 milioni per gli interventi sul patrimonio regionale, 20 milioni per l’agricoltura e il patrimonio forestale, 15 milioni per la cultura e 30 milioni per le politiche economiche e del lavoro. “Se tutti potranno essere realizzati – chiosa Nencini – dipende però anche dal tetto di spesa che sarà stabilito dal patto di stabilità per il 2012 e che, paradossalmente, vieta di spendere e costringe le amministrazioni a rinviare opere ed interventi anche quando i soldi in cassa ce l’avrebbero o il livello di indebitamento è molto basso”. Probabilmente la Toscana non potrà così spendere più di 200 milioni, per investimenti, nel 2012.  
   
   
FINANZIARIA: FVG "CONGELA" CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ  
 
Trieste, 14 novembre 2011 - La Regione Friuli Venezia Giulia "congela" il suo contribuito di solidarietà nei confronti dello Stato per l´attuazione del federalismo fiscale, in attesa che anche le altre Regioni a Statuto speciale e quelle ordinarie siano chiamate a un analogo impegno. È questo il significato della norma inserita nella Finanziaria della Regione per il 2012, il cui testo è stato approvato il 10 novembre a Paluzza dalla Giunta presieduta da Renzo Tondo. La norma è stata messa a punto dall´assessore alle Finanze Sandra Savino. La norma fa riferimento all´accordo sottoscritto il 29 ottobre del 2010 a Roma tra il presidente Tondo e il ministro dell´Economia Giulio Tremonti, poi recepito in legge, con il quale la Regione, a fronte del riconoscimento delle compartecipazioni sulle pensioni Inps riscosse sul territorio del Friuli Venezia Giulia, si impegnava a versare 370 milioni di euro all´anno come contributo di solidarietà nel quadro del federalismo fiscale. Ora però l´attuazione dell´articolo 119 della Costituzione sul federalismo sta segnando il passo. Solo le Province autonome di Trento e Bolzano e la Valle d´Aosta, assieme al Friuli Venezia Giulia, hanno finora sottoscritto intese per il contributo di solidarietà. Da ciò la decisione di inserire nella Finanziaria, congelandola, una somma di 200 milioni di euro, saldo tra i 370 milioni di contributo e la quota di arretrati sulle pensioni Inps prevista nel 2012 (170 milioni) che lo Stato si è impegnato a versare alla Regione nell´accordo dell´ottobre del 2010. Questo il testo della norma: "In armonia con il principio di leale collaborazione, l´Amministrazione regionale è autorizzata a ottemperare agli obblighi di solidarietà e perequazione assunti in base all´art. 3, comma 1, del Protocollo di intesa tra lo Stato e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia firmato a Roma il 29 ottobre 2010 e recepito all´art. 1, comma 152 della Legge 13 dicembre 2010, n. 220 a fronte dell´assicurazione da parte dello Stato della piena ed effettiva attuazione dell´art. 119 della Costituzione secondo i principi enunciati nella legge 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell´art. 119 della Costituzione) e del coinvolgimento nel medesimo impegno di tutte le Regioni e Province autonome, Comuni e Province". Con la definizione della Finanziaria per il 2012, si attua il quarto "pilastro" della politica avviata dall´Amministrazione regionale in questa legislatura. Dopo la riduzione del debito, gli ammortizzatori sociali in deroga e le infrastrutture, al centro della prossima Finanziaria c´è lo sviluppo. Lo ha detto il presidente della Regione Renzo Tondo, sottolineando l´importanza della decisione di abbassare l´Irap di un quasi un punto, dal 3,9 al 2,98, quasi il 25 per cento, lasciando alla fonte, all´intero comparto delle attività produttive, circa 95 milioni di euro di risorse. Ne beneficeranno 95-98 mila soggetti, con la possibilità di attirare nuove imprese in Friuli Venezia Giulia. Con questo provvedimento si rafforza inoltre, secondo il presidente, il concetto di una Regione "leggera", che lascia alle imprese le risorse alla fonte piuttosto che erogare contributi a posteriori, con i costi burocratici che questo comporta.  
   
   
FINANZIARIA E BILANCIO: GIUNTA FVG APPROVA DISEGNI LEGGE  
 
Paluzza, 14 novembre 2011 - La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato il disegno di legge Finanziaria 2012 ed il disegno di legge riguardante il bilancio di previsione per gli anni 2012-2014 e per l´anno 2012. La Giunta ha approvato anche la relazione politico programmatica regionale 2012-2014. Disegni di legge e relazione vengono ora inviati all´esame del Consiglio regionale.  
   
   
FVG: ASSESTAMENTO DI BILANCIO, COSTITUZIONE IN GIUDIZIO  
 
Paluzza, 14 novembre 2011 - La Regione Friuli Venezia Giulia si costituirà in Giudizio, davanti alla Corte costituzionale, contro il ricorso di incostituzionalità proposto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri su alcuni articoli della legge regionale 11 del 2011 su "Assestamento del bilancio 2011 e del bilancio pluriennale per gli anni 2011-2013". Lo ha deciso il 10 novembre la Giunta regionale.  
   
   
COLLABORAZIONE TRA SARDEGNA E VENETO PER FAVORIRE IL SISTEMA DI IMPRESA  
 
Cagliari, 14 Novembre 2011 - "Prende avvio oggi uno stretto rapporto di collaborazione per favorire un allargamento del sistema degli scambi con reciproci vantaggi in termini di sostegno allo sviluppo. Siamo convinti che nella politica di aiuti alle imprese sarde questa nuova azione sia strategica per attivare un canale privilegiato di dialogo con le imprese venete interessate a realizzare interventi di localizzazione nella nostra isola. Un´opportunità quindi per entrambi, per quanto concerne l´internazionalizzazione e la ricerca". E’ quanto affermato dal vice presidente della Regione e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, che ha presentato il 10 novembre a Cagliari, assieme all’assessore del Lavoro Antonello Liori e quello l’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Veneto Elena Donazzan, l’avvio dell’accordo di collaborazione in materia di cooperazione interregionale tra le due regioni. La nostra è un´adesione convinta, abbiamo voluto scegliere la Sardegna perché riteniamo che "ci siano tanti punti di condivisione - ha sottolineato Elena Donazzan; siamo convinti che sulla transregionalità si possa e si debba credere e investire. Questo accordo porterà a rafforzare le debolezze reciproche rilanciando le imprese attraverso buone pratiche, buone opportunità e buona economia". "Ancor più in questo periodo di difficile situazione economica - ha rimarcato Antonello Liori - questo accordo rappresenta un´importante opportunità che, attraverso uno scambio fruttuoso con il Veneto, potrà favorire la crescita della cultura di impresa e lo sviluppo del tessuto produttivo della nostra isola con notevoli ricadute sulla crescita del lavoro". L’accordo, che avrà durata triennale, ha come oggetto – si legge ne documento sottoscritto - lo sviluppo di un Programma organico di collaborazione tra la Regione Autonoma della Sardegna e la Regione del Veneto, a partire dalle sinergie potenzialmente attivabili tra le due Regioni, per l’avvio di azioni di cooperazione interregionale finalizzate allo sviluppo dei territori di riferimento e a fattive sinergie fra gli stessi. La Regione Autonoma della Sardegna e la Regione del Veneto si impegnano a collaborare operativamente per: Sviluppare e promuovere modelli di cooperazione interregionale miranti allo sviluppo dei territori, all’utilizzo sinergico delle risorse messe a disposizione dall’Ue e al trasferimento di buone pratiche in un’ottica di benchmark; Promuovere il consolidamento e lo sviluppo dei sistemi produttivi regionali attraverso il sostegno all’implementazione di nuovi mercati e alla realizzazione di nuovi investimenti; Sostenere il potenziamento della capacità produttiva e lo sviluppo dei settori trainanti dei rispettivi sistemi produttivi regionali; Rafforzare e migliorare le competenze delle risorse umane; Sostenere la competitività delle imprese e dei sistemi produttivi locali attraverso il miglioramento del livello di cooperazione tra i sistemi regionali; Consentire il rafforzare dei rispettivi tessuti produttivi regionali in un’ottica di apertura a fattive e propulsive sinergie sul territorio nazionale. "E’ necessario il potenziamento delle competenze e degli ambiti del sapere – ha spiegato il direttore del Centro Regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu, e in questa logica è essenziale incentivare il dialogo e la collaborazione tra i principali attori dello sviluppo territoriale”. Concetto ribadito da Sergio Trevisanato, Autorità di Gestione del Por Fse del Veneto: “Il parternariato con la Regione Sardegna va visto nell´ottica di preparare una serie di iniziative da avviare nella futura programmazione dei fondi europei”.  
   
   
RIFORME FVG: TONDO, IL CAMBIAMENTO RICHIEDE COESIONE SOCIALE  
 
Paluzza, 14 novembre 2011 - Otto tavoli di lavoro attorno ai quali una settantina di rappresentanti dei settori della vita sociale, economica, culturale e sportiva hanno accettato di condividere con il presidente della Regione Renzo Tondo e la Giunta regionale un percorso di coesione nell´affrontare il difficile periodo che la situazione internazionale riflette anche sul Friuli Venezia Giulia. I due giorni di incontri a Paluzza, nell´auspicio di poter essere "protagonisti nel cambiamento", hanno confermato una forte consapevolezza della serietà della situazione e la volontà della classe dirigente regionale di rispondere positivamente a quel "diamoci una sistemata" che il presidente Tondo ha proposto nel sottolineare la necessità di uscire dalle logiche del passato per cercare nuove linee di sviluppo. Il sistema, come è oggi, pur in molti aspetti eccellente rispetto alle esigenze del passato, non può più reggere - ha più volte richiamato il presidente - e non si tratta solo di ragionare sul risparmio nella spesa pubblica, occorre rinnovare profondamente la cultura e l´operatività delle istituzioni pubbliche e il loro rapporto con l´impresa ed il cittadino. "Siamo chiamati ad una nuova ricostruzione, ben più difficile di quella dopo il terremoto - ha ribadito Tondo - perchè allora era chiaro cosa e dove ricostruire e con quali risorse a disposizione. Oggi le logiche e le certezze del passato, come vediamo in questi giorni, non ci sono e ci viene chiesto quindi di trovare strade nuove per lo sviluppo della nostra comunità". Per uscire da questa situazione il presidente indica come necessaria una forte coesione sociale e la capacità di superare la mentalità dei campanili con una visione unitaria dei problemi di tutto il territorio. I lavori dei tavoli hanno riguardato anche le proposte per la finanziaria regionale 2012 ed i progetti di riforma proposti il 27 settembre scorso nell´aula del Consiglio regionale. "Ho visto ampi segnali di consenso e legittime perplessità, ma non resistenze alla volontà di cambiamento" ha commentato Tondo, parlando con i giornalisti. Il presidente ha dichiarato di guardare con ottimismo all´impegno di tutta la comunità regionale ed ha sottolineato che può farlo proprio perché l´attuale amministrazione regionale ha già posto buone basi con le scelte fatte fin dall´inizio della legislatura: "Oggi è chiaro a tutti che il debito pubblico elevato è un grave problema. Noi abbiamo caratterizzato il nostro programma con l´abbattimento del debito e lo abbiamo realizzato in modo significativo. Abbiamo puntato sulle infrastrutture, abbiamo sostenuto il reddito con gli ammortizzatori sociali e oggi siamo a ridurre del 25 per cento l´Irap che pesa sulle imprese". "Ora - è la conclusione del presidente - dobbiamo nuovamente rimboccarci le maniche ed entrare da protagonisti nella fase del cambiamento".  
   
   
CHIODI: DATI BANCA ITALIA CONFERMANO RIPRESA ABRUZZO  
 
L´aquila, 14 novembre 2011 -  "L´abruzzo oggi sta riscattando il divario con le aree più sviluppate del nostro Paese". Lo afferma il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, commentando il 10 novembre i dati che emergono dall´aggiornamento congiunturale della filiale della Banca d´Italia sull´economia abruzzese del primo semestre 2011. "La nostra regione sta recuperando - dice il Presidente Chiodi - il gap rispetto a Pil, occupazione e internazionalizzazione puntando su un concetto di rigore dei conti e riequilibrio della spesa sanitaria. Il dato dell´aumento del 3,1 per cento dell´occupazione con l´allineamento al dato medio nazionale per il tasso di disoccupazione - che si è ridotto dall´8,8 per cento all´8,3 per cento - migliore rispetto al 13,6 per cento del Mezzogiorno, dimostrano che questo Governo regionale continua a rispondere bene nonostante la grande crisi economica che investe tutto il mondo occidentale".  
   
   
SICILIA, TRASPARENZA: P.A. PIU´ A MISURA DI CITTADINO  
 
Palermo, 10 novembre 2011 - "La legge 5/2011 e´ una riforma di ampio respiro che impegna l´amministrazione regionale su molteplici e differenti fronti. Una normativa che stabilisce certezza e brevita´ dei tempi delle procedure, imparzialita´ e trasparenza delle attivita´ per una pubblica amministrazione piu´ a misura di cittadino. Una legge forse ambiziosa nelle sue variegate finalita´ e che per questo richiede, per certi versi, una vera e propria rivoluzione culturale". Lo ha detto il 9 novembre l´assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici, intervenendo oggi pomeriggio al convegno "Conoscere per costruire: servizi al cittadino e trasparenza amministrativa", organizzato dall´assessorato in collaborazione con il Formez. "La riforma Brunetta - ha affermato l´assessore nel suo intervento - ha apportato profonde e significative modifiche alla struttura e al modo di agire della pubblica amministrazione, perseguendo due obiettivi fondamentali: la razionalizzazione della spesa pubblica e l´ottimizzazione della produttivita´, dell´efficienza e della trasparenza". La Regione siciliana, con la legge 5/2011, ha provveduto a recepire i capisaldi della riforma, ovvero la trasparenza della pubblica amministrazione, la performance e la valutazione del personale in base a criteri meritocratici, la semplificazione delle leggi e delle procedure amministrative, la responsabilita´ dirigenziale per violazione dei tempi dei procedimenti amministrativi. Sullo stato di attuazione della legge, l´assessore ha chiarito che il piu´ rilevante, delicato e difficile impegno che l´amministrazione regionale sta affrontando e´ quello relativo all´individuazione dei tempi di conclusione dei procedimenti amministrativi. "Le nuove regole introdotte - ha spiegato l´assessore - sono di forte impatto perche´ la norma generale fissa in 30 giorni la durata massima del procedimento amministrativo, con la previsione del risarcimento in caso di ritardo. Una durata maggiore potra´ essere prevista solo attraverso una procedura regolamentare, complessa e articolata. Quindi, se da un lato la legge ha offerto alle amministrazioni la grande opportunita´ di monitorare e mappare tutte le procedure di competenza onde calibrare, a seconda della complessita´ delle stesse, il termine procedimentale congruo, dall´altro ha richiesto un considerevole impegno agli uffici, chiamati in alcuni casi per la prima volta all´importante compito di ricognizione. Da qui la necessita´ di prorogare da 6 a 9 mesi il termine per l´adozione dei regolamenti sui tempi delle procedure, proroga comunque relativa a questo unico aspetto della legge". Nel suo intervento l´assessore ha ricordato anche l´attivita´ di monitoraggio, avviata e conclusa lo scorso anno, sull´istituzione degli Uffici per le relazioni con il pubblico nei Comuni siciliani. Una verifica che ha portato anche gli enti locali ritardatari alla costituzione degli Urp e il cui elenco con l´indicazioni di tutti i riferimenti nei 390 comuni dell´isola e´ stato pubblicato sul sito del dipartimento regionale delle Autonomie locali. E proprio quest´ultimo, di recente, ha provveduto alla costituzione di un proprio Urp, separato da quello dell´assessorato della Famiglia e delle Politiche sociali.  
   
   
FINANZE: MAXIEMENDAMENTO LEGGE STABILITÀ NON PORTERÀ NUOVI TAGLI A FVG  
 
Udine, 14 novembre 2011 - Dal maxiemendamento alla legge di stabilità non emergono affatto nuovi tagli al bilancio del Friuli Venezia Giulia. Il testo diffuso dal governo nelle ultime ore si limita in realtà ad introdurre le norme di dettaglio necessarie alla piena applicazione del decreto legge 138/2011. Ad assicurarlo è l´assessore regionale alle Finanze, Sandra Savino, che spiega: "La manovra estiva di Ferragosto aveva già previsto la possibilità di ridurre il contributo a carico degli enti territoriali per effetto delle maggiori entrate derivanti dagli introiti preventivati in relazione alla cosiddetta Robin Tax". Restava tuttavia l´incognita di quali comparti avrebbero potuto trarne vantaggio, e soprattutto, in quale misura. "Nel corso delle trattative romane - rivela Savino - siamo riusciti a riportare lo ´sconto´, che le prime voci volevano destinato esclusivamente agli enti locali, anche al comparto delle Regioni, ed in particolare a far sì che anche le autonomie speciali potessero avvalersene in misura proporzionale ai sacrifici imposti, secondo un criterio equo ed oggettivo. In tal modo il contributo delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome è passato dagli iniziali 2.000 a 1.630 milioni di euro". Poiché i benefici derivanti agli enti territoriali dai maggiori introiti della Robin Tax si arrestano per legge al 2012, ecco spiegata l´apparente discrasia tra i tagli imposti per le annualità 2012 e 2013. "Il maxiemendamento non è destinato tuttavia a comportare riflessi sul quadro complessivo del bilancio di previsione 2012 - spiega ancora l´assessore Savino - in quanto in fase di predisposizione abbiamo effettuato stime adeguate sul concreto impatto delle manovre ed abbiamo soprattutto dovuto tener conto dell´effetto cumulativo dei tagli già precedentemente imposti con il decreto legge 78/2010".  
   
   
FVG, AUTONOMIE LOCALI: TONDO INCONTRA PRESIDENTI PROVINCE  
 
Trieste, 14 novembre 2011 - Il presidente della Regione Renzo Tondo, assieme all´assessore per le Autonomie locali Andrea Garlatti, ha incontrato l’ 11 novembre a Trieste i presidenti delle quattro Province del Friuli Venezia Giulia: Pietro Fontanini (Udine), Alessandro Ciriani (Pordenone), Maria Teresa Bassa Poropat (Trieste) ed Enrico Gherghetta (Gorizia). L´incontro ha permesso un ampio approfondimento sulle questioni istituzionali, sul decentramento delle funzioni e sulle risorse, nel quadro delle proposte avanzate dallo stesso presidente Tondo in Consiglio regionale per avviare un percorso di riduzione dei costi della politica e dell´amministrazione. È stato deciso di istituire un tavolo tecnico, che sarà coordinato dall´assessore Garlatti, sulla semplificazione e sullo snellimento delle procedure burocratiche, in attesa di un ripensamento complessivo, da parte del Parlamento, sul ruolo e le funzioni dell´Ente intermedio. La riduzione dei costi amministrativi, è stato detto, è un tema urgente, da affrontare subito, senza che ciò pregiudichi il futuro assetto delle Autonomie locali. Il presidente Tondo ha a questo proposito confermato l´impegno di indire un referendum, chiamando i cittadini del Friuli Venezia Giulia a esprimersi sul futuro delle Province.  
   
   
UNIONI COMUNI: ABRUZZO, A BREVE DEFINITI I LIMITI DEMOGRAFICI ENTI LOCALI CHIEDONO ABBASSAMENTO SOGLIE PREVISTE DA LEGGE  
 
Pescara, 14 novembre 2011 - ""Entro giovedì 17 novembre la Giunta Regionale approverà una delibera che andrà a definire i limiti demografici per la costituzione di unioni municipali e associazioni di comuni, per la gestione dei servizi pubblici, così come prevede la Legge 148". Lo ha ricordato l´assessore alle Riforme Istituzionali Carlo Masci nel corso dell´incontro che si è tenuto questo pomeriggio nella sala consiliare della Provincia di Chieti, alla presenza di sindaci e amministratori del Chietino. Si è trattato dell´ultimo dei quattro incontri su base provinciale. In particolare le nuove norme sulle modalità di associazionismo fra enti, riguardano i comuni fino a mille abitanti che hanno l´obbligo di associarsi per tutte le funzioni, o attraverso una unione, o per mezzo di una convenzione. E questo entro il 30 settembre 2012. Mentre per i comuni appartenenti o già appartenuti a Comunità Montane, con popolazione inferiore a 3000 abitanti, l´obbligatorietà riguarderà solo le funzioni fondamentali, così come le stesse funzioni fondamentali, dovranno essere esercitate in forma associata, attraverso convenzione o unione, da parte dei comuni con popolazione superiore a 1000 e inferiore a 5000 abitanti. La Regione può però derogare a questa normativa, rivedendo le soglie demografiche previste dalla legge. Da quasi tutti i comuni è arrivata la richiesta di abbassare le soglie minime demografiche. "Nel corso di questi incontri sono emerse delle problematiche di cui non possiamo non tenere conto. Soprattutto - ha dichiarato l´assessore Carlo Masci - in considerazione del fatto che i numerosi comuni abruzzesi hanno una popolazione ben al di sotto dei mille abitanti e che oltre l´80% dei comuni non supera i 5000 abitanti. Cercheremo di trovare la soluzione migliore visto che stando così le cose, non abbiamo alternative. Ma è chiaro che si tratta di un percorso condiviso che continueremo a portare avanti in vista di altre importanti scadenze. Non va sottaciuto che la Legge la 148 derivante dall´ultima manovra finanziaria approvata in Parlamento, incide notevolmente sull´assetto istituzionale delle amministrazioni comunali per cui saremo come Giunta Regionale, al fianco dei comuni in questo percorso di riorganizzazione dei servizi con l´obiettivo di far spendere meno e fornire maggiori benefici ai cittadini". Oltre all´assessore Carlo Masi, era presente il dirigente del settore Enti Locali Maria Aurelia D´antonio.  
   
   
TIROCINI E STAGE, LOMBARDIA: PROPOSTE PD SBAGLIATE  
 
Milano, 14 novembre 2011 - ´Se queste sono le ricette per il lavoro del Pd siamo messi male: la proposta è profondamente sbagliata perché avalla l´uso distorto di uno strumento formativo´. Lo afferma l´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni, commentando le proposte su tirocini e stage emerse l’ 11 novembre in un convegno che si è svolto a Palazzo Pirelli. ´Il tirocinio - spiega Rossoni - rappresenta un´esperienza per le persone più giovani, spesso uscite da poco da un percorso di studi e con poca o nulla esperienza del mondo del lavoro. In tal senso i tirocini servono per un primo contatto con il mondo del lavoro da parte dei giovani, per sviluppare competenze, iniziare ad avere delle esperienze, ma soprattutto capire cosa vogliono fare nella vita. Per questo i tirocini devono avere una durata limitata e poi trasformarsi in contratto di lavoro´. Secondo Rossoni la proposta del Pd ´dà un segnale sbagliato perché le aziende non vanno incentivate ad attivare tirocini, ma al contrario ad assumere con contratti di qualità´. ´In tal senso - dice ancora l´assessore - auspico che venga approvato l´emendamento al disegno di legge stabilità che prevede la decontribuzione totale per i primi tre anni di contratto di apprendistato´. Per i tirocini Regione Lombardia fino ad ora ha applicato la normativa nazionale. Si sta però definendo una disciplina regionale per evitare utilizzi distorti dello strumento senza però ridurne la potenzialità e l´utilità per l´avvicinamento al mondo del lavoro. Ci si concentrerà in particolare sulla durata dei tirocini in relazione ai diversi destinatari possibili, con una forte attenzione soprattutto alle persone più deboli. ´Inoltre - spiega ancora l´assessore - intendiamo chiarire che i tirocini non possono essere utilizzati per sostituire personale né essere utilizzati per mansioni ripetitive o non formative. Ci deve essere un progetto formativo con chiari impegni da parte dell´azienda ospitante. In poche parole abbiamo l´obiettivo di aumentare la qualità del tirocinio e ridurre gli abusi´. Nel 2010 i tirocini avviati in Lombardia sono circa 37 mila. Quasi la metà si attestano sulla fascia di età 25-29 anni, e un altro 35% nella fascia tra i 18 e i 24. ´I nostri dati - conclude Rossoni - ci dicono che dopo 60 giorni dalla fine del tirocinio il 45% delle persone ha attivato un rapporto di lavoro. Ciò dimostra che i tirocini in molti casi rappresentano un efficace strumento per l´ingresso nel mondo del lavoro. Certo, vi sono anche casi di abuso, con tirocini ripetuti, durate eccessive e mansioni non formative, ma tali situazioni vanno affrontate e represse´.  
   
   
PUGLIA: PERSONALE REGIONALE E ASSUNZIONI DIRIGENTI: NESSUN BLITZ IN GIUNTA, MA NECESSITÀ  
 
Bari, 14 novembre 2011- In riferimento alla delibera approvata dalla Giunta regionale lo scorso 8 novembre ed inerente al “documento di programmazione triennale del fabbisogno di personale dirigenziale 2011-2013 ed il conseguente piano occupazionale” sono necessarie alcune precisazioni. La delibera, adottata dopo un serrato confronto in conferenza di direzione, è scaturita dal lento ma progressivo ridimensionamento della dirigenza regionale che, ad oggi, risulta carente di ben 59 figure e costringe a ricorrere al conferimento di numerosi incarichi “ad interim”, con gravi disfunzioni organizzative e strutturali. Ai fini della doverosa informazione, il servizio personale ha trasmesso in data 25 ottobre il documento analitico dei fabbisogni convocando apposito incontro con i Sindacati per l’area della dirigenza. A seguito di ben due rinvii da parte degli stessi l’incontro si è svolto in data 7 novembre, in sede di cabina di regia. L’amministrazione, pur apprezzando le posizioni espresse sulla richiesta di rinvio, in presenza della grave e sofferta problematica inerente le retrocessioni, ribadiva l’urgenza di adottare il provvedimento in esame, di altra portata amministrativa e gestionale, per cercare entro l’anno di coprire almeno una parte dei fabbisogni dirigenziali, atteso che le poche risorse economiche disponibili non sarebbero state più utilizzabili a chiusura dell’esercizio finanziario 2011. Il piano assunzionale prevede, in base al decreto legislativo n. 165 del 2001, l’attivazione delle procedure di mobilità a livello nazionale e successivamente lo scorrimento delle graduatorie, ancora attive, degli idonei al concorso per dirigenti espletato nel 2009. Lo scorrimento non potrà superare i limiti di spesa imposti dalla norma. Non è possibile, dunque, prevedere quali e quante figure sarà possibile contrattualizzare. I profili richiesti, comunque, sono quelli mancanti nell’organico regionale. Altre opzioni, per l’utilizzo delle risorse disponibili, non sarebbero possibili nell’anno in corso. La giunta, che non ha operato “alcun blitz”, ha ritenuto ragionevole adottare il provvedimento tenuto conto che, non utilizzare queste risorse, sarebbe stato inopportuno e ingiustificabile in presenza di una emergenza organizzativa indiscutibile.  
   
   
SARDEGNA: 50 MILIONI DI EURO DAL MINISTERO PER AMMORTIZZATORI SOCIALI  
 
Cagliari, 14 Novembre 2011 - "In una giornata abbiamo perfezionato due accordi precedentemente sottoscritti con il Ministero del Lavoro, rendendoli operativi e portando in Sardegna 50 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali in deroga, e 650.000 euro per avviare la stabilizzazione degli Lsu." Lo ha detto l´assessore regionale del Lavoro, Antonello Liori, reduce da alcuni incontri presso il Ministero del Lavoro. "Ora, i 50 milioni di euro sono disponibili presso l´Inps e si potrà cominciare ad erogarli - ha spiegato l´esponente dell’Esecutivo - Si tratta di una misura molto importante, alla quale la Regione compartecipa con altri 10 milioni di euro provenienti dal Fondo sociale europeo, e che interessa oltre 13.500 lavoratori in cassa integrazione o in mobilità. Inoltre, grazie al perfezionamento dell´Accordo e all´imminente approvazione della Legge di Stabilità, la Regione è già in grado di sottoscrivere con le parti gli accordi per il rinnovo del 2012. Invece, per quanto riguarda gli Lsu, una volta perfezionata la convenzione per il rinnovo delle attività socialmente utili, si potrà avviare la procedura per lo svuotamento dei bacini, che prevede la stabilizzazione di circa 90 lavoratori".  
   
   
SBLOCCATO L´ITER PER LA CONCESSIONE DI OLTRE 1.600 BORSE DI STUDIO PER GIOVANI DISOCCUPATI DELLA CAMPANIA  
 
Napoli, 14 novembre 2011 - L´assessorato ai Trasporti e alle Attività produttive della Regione Campania informa che è stato sbloccato l´iter del Programma Integrato "Work Experience", che prevede la possibilità per 1.657 giovani disoccupati della Campania tra 18 e 32 anni (già selezionati) di svolgere tirocini lavorativi presso le 1439 aziende che avevano presentato domanda di partecipazione all´iniziativa. Per completare l´iter è stato necessario approvare un nuovo schema di atto di concessione, alla luce delle variazioni di carattere normativo e regolamentare intervenute nel corso del 2011, implementando nel contempo un nuovo sistema di monitoraggio totalmente informatizzato, gestito dagli uffici dell´assessorato regionale. Il Programma prevede, inoltre, la concreta possibilità di inserimento del tirocinante nell´organico delle aziende ospitanti, grazie alla previsione di un ulteriore incentivo che tali aziende potranno ottenere al termine dei tirocini, in caso di assunzione a tempo indeterminato sia part-time che full-time. Le somme impegnate per il finanziamento del programma, a valere sui fondi Por Fse (Fondo sociale europeo), ammontano a 12,98 milioni di euro. L´avvio effettivo delle attività è adesso subordinato alla firma delle concessioni da parte delle imprese coinvolte. "Abbiamo finalmente sbloccato l´iter per l’avvio di questa importante azione - spiega l´assessore ai Trasporti e alle Attività produttive della Regione Campania Sergio Vetrella - con la quale favoriremo l´inserimento nel mercato del lavoro delle fasce più giovani della popolazione, contrastando il fenomeno della mancata assunzione per carenza di esperienza lavorativa, una sorta di circolo vizioso destinato, nel tempo, a determinare sacche di disoccupazione di lungo periodo, anche in relazione alla pesante e perdurante fase di crisi economica attuale. E´ quindi intenzione dell´amministrazione regionale contrastare questo fenomeno, al fine di potenziare la qualità del capitale umano a disposizione del tessuto produttivo regionale. Un´iniziativa che si affianca alle altre che stiamo preparando e realizzando in questo settore, a cominciare da quelle inserite nel piano regionale del lavoro, e soprattutto nel nuovo piano di sviluppo economico regionale in corso di elaborazione. Per la Campania, che conta il maggior numero di residenti giovani in Italia, è fondamentale puntare su questa particolare categoria di aspiranti lavoratori, che rappresentano il nostro futuro e una delle nostre più grandi ricchezze, e che devono avere la possibilità di affermarsi sul proprio territorio, senza dover essere costretti a emigrare in altre regioni."  
   
   
ABRUZZO : ALTRI 20 MIL EURO PER AMMORTIZZATORI SOCIALI  
 
L´aquila, 14 novembre 2011 - Il Ministero del Welfare il 10 novembre ha comunicato all´assessore al Lavoro, Paolo Gatti, la firma dell´accordo per lo stanziamento di ulteriori 20 milioni di euro, da parte del Governo, da utilizzare per gli ammortizzatori sociali in deroga a favore dei lavoratori abruzzesi. Le risorse si sommano ai circa 235 milioni di euro già stanziati dal Governo dall´insediamento della Giunta Chiodi ad oggi. "Sul lato delle politiche passive - ha affermato Gatti - la collaborazione con il Governo e la sintonia, che caratterizza il confronto con le parti sociali, hanno garantito finora la tenuta del sistema imprenditoriale e sociale della Regione. Siamo riusciti ancora una volta - ha proseguito - in un momento difficilissimo, ad ottenere questa ulteriore e considerevole provvista economica. Anche sul fronte delle politiche attive il governo regionale sta facendo molto, proseguendo a investire con convinzione, sia fondi nazionali che risorse europee, sugli incentivi assunzionali. Nel 2010 queste politiche hanno prodotto oltre 2.700 nuovi posti di lavoro. L´acuta crisi economica e finanziaria a livello globale ed europeo, che vede l´Italia dall´agosto scorso in una particolare fase di sofferenza, ha prodotto un evidente deterioramento del grado di fiducia degli imprenditori, depotenziando il loro orientamento agli investimenti e alle assunzioni". "La Regione - ha precisato - ritiene però opportuno riconfermare, al mondo imprenditoriale abruzzese, l´utilizzabilità delle risorse messe loro a disposizione. Confido che gli imprenditori abruzzesi sappiano cogliere queste importanti opportunità, facendo prevalere un lucido coraggio ad uno sterile disfattismo. "Con questo spirito - ha terminato l´assessore - abbiamo concluso le procedure dei progetti ´Lavorare in Abruzzo 2´, che ha consentito a oltre 400 abruzzesi di ottenere un´assunzione a tempo indeterminato, e ´Formazione continua per le imprese medie e grandi´ e deciso di utilizzare le risorse ancora disponibili sia nazionali, che comunitarie, ripubblicando a breve i relativi bandi".  
   
   
MARCHE: PRESENTATO UN PROGETTO PER L´INSERIMENTO LAVORATIVO DEI DETENUTI - NUOVI INTERVENTI PER SUPERARE LO SVANTAGGIO SOCIALE DI CHI E` SOTTOPOSTO A PROVVEDIMENTI DELL´AUTORITA` GIUDIZIARIA.  
 
 Ancona, 14 Novembre 2011 - Migliorare le condizioni di vita all´interno delle carceri e favorire l´inserimento lavorativo dei detenuti. Vanno in questa direzione le iniziative regionali per il 2011 a vantaggio di adulti e minori sottoposti a provvedimenti dell´autorita` giudiziaria, illustrate questa mattina, ad Ancona, nel corso del convegno sullo stato di attuazione della legge sul sistema carcerario nelle Marche. ´Inclusione lavorativa, inclusione sociale dei detenuti, attivita` culturali e attivita` trattamentali e di prevenzione della recidiva: i finanziamenti regionali, pari a 800mila euro, raddoppiati rispetto allo scorso anno ´ ha spiegato l´assessore alle Politiche sociali, Luca Marconi ´ sono destinati a questi quattro obiettivi. Cio` che intendiamo realizzare in particolare, in fase dapprima sperimentale ed in prospettiva definitiva, e` un percorso di inclusione socio-lavorativa, cosi` che, attraverso un reimpiego formativo e lavorativo che recuperi la dignita` personale dei detenuti nonche` le loro competenze ed abilita` professionali, si possano perseguire anche gli interessi generali della collettivita`, quali la maggiore sicurezza sociale, la riduzione del rischio di recidiva penale e la progressiva eliminazione di ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro´. Per quanto riguarda l´inclusione lavorativa, e` stato presentato un progetto specifico, elaborato dall´apposito gruppo di lavoro interistituzionale del Comitato regionale di coordinamento del settore penitenziario. Il progetto prevede la realizzazione di 15 percorsi formativi retribuiti in azienda a favore di altrettanti detenuti, coordinati da specialisti di una organizzazione esterna accreditata di supporto; l´organizzazione dovra` occuparsi di tutto il percorso (colloqui, bilancio delle competenze, orientamento, ricerca delle aziende, tutor, supervisione) nonche` della gestione contabile ed amministrativa. Il percorso formativo semestrale in azienda e` propedeutico all´inserimento lavorativo a tempo determinato o indeterminato da parte dell´azienda, che a tale scopo viene incentivata economicamente in misura proporzionale all´esito. Il progetto avra` la durata massima di 30 mesi. ´Altra priorita` ´ ha continuato Marconi ´ e` l´inserimento in seno alla societa` una volta terminato il periodo detentivo. In questo caso, gli interventi sono a cura degli Ambiti Territoriali Sociali, anche al fine di coinvolgere le comunita` locali e il piu` ampio numero di soggetti del territorio. Si tratta di servizi erogati fuori dal carcere, rivolti ad ex detenuti e a detenuti in esecuzione penale esterna o prossimi alle dimissioni. Sono ammissibili sussidi economici di sostentamento e interventi di natura abitativa o di accoglienza temporanea presso strutture residenziali o semiresidenziali´. Con le attivita` trattamentali culturali si intende invece valorizzare le esperienze di teatro e di diffusione dei servizi bibliotecari in carcere (prestiti librari, letture di gruppo, letture tematiche) in collaborazione con le biblioteche comunali. ´Si tratta ´ ha detto Marconi - di attivita` culturali di provata valenza rieducativa e socializzante per i detenuti, gia` sperimentate in alcuni istituti penitenziari nelle Marche´. Il progetto teatrale prevede il coinvolgimento di almeno due istituti e la possibilita` di esportare il modello laboratoriale negli altri istituti delle Marche, o almeno la possibilita` di rappresentare l´esito finale del laboratorio in modo itinerante in altri istituti. Il progetto di promozione e di fruizione delle biblioteche interne agli istituti penitenziari e` finalizzato alla creazione di un sistema bibliotecario e di mediateca penitenziario regionale che possa anche interagire con altre forme di trattamento quali il teatro, il cinema, la musica, gli audiolibri, l´informazione; dovrebbe promuovere inoltre un maggiore coinvolgimento della cittadinanza e delle associazioni del territorio e, quindi, una maggiore integrazione tra il carcere e la comunita`.  
   
   
SICUREZZA FVG: APPROVATO PIANO FORMATIVO 2011 POLIZIA LOCALE  
 
Paluzza, 11 novembre 2011 - Il terzo programma formativo predisposto dalla Scuola per la polizia locale del Friuli Venezia Giulia è stato ratificato il 10 novembre dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore alle Attività produttive con delega alla Sicurezza, Federica Seganti. "Il programma, approvato alla fine di ottobre dal Comitato tecnico regionale per la Polizia locale, resterà in vigore per un anno e tiene conto delle indicazioni fornite dai Comandi e dei suggerimenti pervenuti da quanti già hanno seguito i corsi formativi predisposti negli anni scorsi" ha dichiarato l´assessore Seganti, spiegando che si è deciso di conservare i corsi tecnico-professionali di base e di livello avanzato previsti nel 2009 e nel 2010, prevedendo, per le materie con esercitazioni pratiche, anche dei percorsi formativi di mantenimento destinati a coloro che già hanno frequentato i corsi negli anni passati. L´offerta formativa è stata ampliata con l´inserimento delle tecniche e degli strumenti di comunicazione e con 4 moduli di approfondimento di tematiche inerenti la polizia informatica ed è stata mantenuta la programmazione dei percorsi formativi di aggiornamento per operatori e addetti al coordinamento e controllo di polizia locale con due moduli di 30 ore da realizzare in coda ai corsi previsti dal programma formativo 2010. "Continueremo, anche l´anno prossimo, la formazione manageriale per comandanti, responsabili di servizi di polizia locale e ufficiali con posizioni di responsabilità - ha assicurato l´assessore - e sarà previsto uno specifico programma di formazione giuridica sull´uso legittimo delle armi e degli strumenti di autotutela in dotazione alla polizia locale". Infine, assicura l´assessore Seganti, verrà data la possibilità di sviluppare iniziative formative idonee a fornire risposte rapide alle richieste di aggiornamento in occasione di riforme legislative, amministrative e tecniche che riguardano ambiti di rilevante importanza per la polizia locale, con giornate di studio, conferenze e seminari di aggiornamento sugli argomenti di interesse. "In linea di massima verranno favoriti i corsi in forma residenziale - assicura Federica Seganti - anche perché tale formula, oltre ad aver dimostrato l´efficacia dell´insegnamento in forma intensiva, si è rivelata utile a favorire e consolidare lo spirito di corpo, lo scambio di esperienze ed il confronto sulle prassi operative". "Inoltre - conclude l´assessore - cercheremo di limitare al minimo lo spostamento dalle sedi di servizio e favoriremo la collaborazione con soggetti istituzionalmente preposti alla formazione che garantiscano, se necessario, la contestuale presenza di impianti e attrezzature idonee a supportare le esercitazioni pratiche"  
   
   
BOLZANO, CONTRIBUTI PER PARI OPPORTUNITÀ: DOMANDE ENTRO IL 20 DICEMBRE  
 
Bolzano, 14 novembre 2011 - Entro il 20 dicembre 2011 possono essere presentate al Servizio donna della Ripartizione lavoro della Provincia di Bolzano le richieste di contributo per progetti, iniziative, manifestazioni e misure in favore delle pari opportunità fra uomo e donna. Organizzazioni femminili, gruppi e iniziative di donne, istituzioni private ed organizzazioni che svolgono la loro attività senza scopo di lucro in provincia di Bolzano, e che operano per il raggiungimento della pari opportunità fra uomo e donna organizzando a tale scopo progetti, iniziative e manifestazioni, possono ottenere un contributo. La Provincia, infatti, sostiene misure poste in essere per migliorare la situazione giuridica della donna, o che promuovano una parificazione della donna in tutti gli ambiti della società con particolare attenzione alla vita lavorativa ed economica. Possono ottenere contributi anche i progetti che si pongono quale obiettivo quello di sostenere una cultura definita delle donne e di risvegliarne l´interesse, in particolare rivedendo la storia al femminile e rendendo note le prestazioni lavorative delle donne. Per i progetti può essere concesso un contributo nella misura compresa fra il 50 ed il 70 per cento delle spese ammesse. Le domande di contributo possono essere presentate entro il 20 dicembre 2011 al Servizio donna, in via Dante 11 a Bolzano . Il modulo per la domanda di contributo e i criteri si trovano sui siti della rete civica “Contributi per progetti in ambito Pari Opportunità” e www.Provincia.bz.it/lavoro/donne  Per le domande che pervengono tramite raccomandata con avviso di ricevimento vale il timbro postale. La consegna a mano deve avvenire entro le ore 12.00 al Servizio donna, in via Dante 11, Bolzano Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Servizio donna: tel. 0471 41 69 50, e-mail serviziodonna@provincia.Bz.it    
   
   
FAMIGLIA, FVG: AMPIA COLLABORAZIONE PER POLITICHE DI SETTORE  
 
Torreano di Martignacco, 14 novembre 2011 - La politica per la famiglia, concreta e attuale, non può più essere circoscritta alle iniziative predisposte dalle istituzioni: ora, occorre che tutti i soggetti interessati collaborino, mettendo a frutto anche le positive esperienza già attuate, e in atto, sul territorio. Lo ha affermato il 10 novembre l´assessore regionale a Istruzione, Università e Ricerca Roberto Molinaro, nel concludere il convegno ´Famiglia: una risorsa da valorizzare´. Organizzato dalla Provincia di Udine nel contesto della Xiii Settimana provinciale della solidarietà, che ha quale motivo conduttore il tema ´Non perdere di vista l´impegno solidale´, si è svolto ieri sera al quartiere fieristico di Torreano di Martignacco con la collaborazione del Forum regionale delle Associazioni familiari. L´evento ha dato modo all´assessore, con deleghe alla Famiglia, all´Associazionismo e alla Cooperazione, di concentrare l´attenzione dei numerosi intervenuti sulle ipotesi migliorative delle strategie che l´Amministrazione deve rivolgere a favore dell´istituto fondante della nostra comunità regionale: la famiglia. Per esempio, in questo periodo di crisi economica, ma anche dei valori, occorre ripensare, secondo Molinaro, all´importanza della solidarietà e vanno valorizzate tutte le opportunità di mettersi in rete per creare un circuito virtuoso e solidale di prossimità, che sono insite nella famiglia. L´assessore ha poi preso ad esempio le iniziative illustrate nel corso del convegno, che era stato aperto dall´assessore provinciale alle Politiche per la Famiglia Adriano Piuzzi. Elena Macchioni, dell´Università di Bologna, ha infatti parlato delle alleanze territoriali per il benessere della famiglia, e di come le politiche settoriali dovrebbero essere poste in sinergia. L´assessore a Salute e Politiche sociali della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi ha illustrato gli effetti nella sua realtà di una legge locale precorritrice delle azioni per la famiglia, tra le quali va citata l´attivazione dell´Agenzia provinciale che agisce in materia, i compiti della quale sono poi stati illustrati dal responsabile Luciano Malfer. Anche nel Friuli Venezia Giulia sono nel frattempo maturate esperienze interessanti, come quelle dei Comuni dell´Ambito distrettuale 4.1 di San Daniele del Friuli, esplicate da Marzia Peresson. Secondo Molinaro, oggi le politiche sociali si devono costruire accorpando una serie di alleanze sul territorio, basate sull´associazionismo. Politiche che debbono avere al centro la famiglia, ma non debbono essere esclusivamente di carattere assistenziale. In quanto debbono essere rivolte a tutte le famiglie e non soltanto a quelle in difficoltà. La Regione Friuli Venezia Giulia ha già intrapreso questo orientamento, modificando lo scorso anno la normativa regionale e ora punta a produrre il Piano famiglia, che sarà presentato a breve. Molinaro ha infine ricordato le altre iniziative concrete dell´Amministrazione per la famiglia: dalla carta famiglia, agli assegni di natalità, al pacchetto di sostegno ai servizi per la prima infanzia. Sarà emanato tra breve il bando per l´accesso ai finanziamenti destinati ai progetti proposti dalle famiglie e ha infine parlato di un intervento sperimentale per il sostegno alle gestanti in difficoltà. Sono tutte azioni, ha concluso l´assessore, che si sviluppano in un contesto nel quale si debbono recuperare la socialità, la solidarietà, la coesione sociale. Valori che sono il fondamento della famiglia.  
   
   
ASILO NIDO, REGIONE LOMBARDIA REPLICA A VALMAGGI (PD)  
 
Milano, 14 novembre 2011 - Sull´asilo nido installato negli spazi aperti al pubblico di Palazzo Lombardia, la Regione, con una Nota, risponde alla consigliera del Pd, Sara Valmaggi. "Regione Lombardia - spiega la Nota - ha messo a disposizione uno spazio molto adeguato del nuovo Palazzo per un asilo nido aperto ai dipendenti e ai cittadini del quartiere (così come da intese tra Infrastrutture Lombarde e Comune di Milano). Infrastrutture Lombarde ha assegnato la gestione di questo asilo nido a una Onlus altamente qualificata nel settore. Naturalmente non è la Regione che si mette a gestire asili ma, come Ente pubblico, collabora con il privato sociale per favorire la realizzazione di servizi all´altezza dei bisogni. L´ente gestore ci ha informato che ha in corso colloqui e contatti con dipendenti regionali e cittadini, che esigono un certo tempo di valutazione, dato che un asilo nido non è un parcheggio. Le attività partiranno appena raggiunto il numero minimo previsto di iscritti". "Il presidente Formigoni - aggiunge la Nota - ha accompagnato per una mezz´oretta alcuni giornalisti interessati a visitare i locali e gli arredi, riconosciuti da tutti di eccellente livello. Non c´è stata nessunissima ´pompa magna´, ma neanche ´parva´ (e nemmeno un aperitivo o un modesto salatino): evidentemente la Valmaggi se l´è sognata".