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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 02 Aprile 2013 |
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CITTADINI DI TUTTA EUROPA... UNITEVI! I CITTADINI FANNO VALERE I PROPRI DIRITTI! |
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Bruxelles, 2 aprile 2013 - Dall´1 aprile 2012 il diritto d´iniziativa
dei cittadini europei consente ad un milione di cittadini europei di prendere
direttamente parte alle politiche dell´Ue, invitando la Commissione europea a
presentare una proposta legislativa. La protezione dell´ambiente, la
sperimentazione animale o le ricariche telefoniche... I cittadini fanno valere
i propri diritti!
"Mi felicito per il fatto che la maggioranza delle iniziative dei
cittadini registrate dalla Commissione sono state proposte da semplici cittadini
piuttosto che da gruppi della società civile. Mostra che il senso di
appartenenza allo spazio pubblico europeo sta crescendo!" ha indicato il
deputato di centro destra Alain Lamassoure.
Zita Gurmai, deputata socialista ungherese, ha sottolineato:
"Raccogliere firme dovrebbe essere più facile, sia per gli organizzatori
che per i cittadini. Per questo, abbiamo bisogno di uno strumento semplice,
economico e sicuro per il web".
Una parte delle 14 iniziative registrate fino ad ora sono legate alla
vita quotidiana, per esempio quella sui costi dei cellulari in Europa o quella
che vuole abbassare a 30 km/h la velocità delle macchine nei centri urbani.
Altre coinvolgono le azioni dell´Ue sulle politiche climatiche.
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COMMISSIONE EUROPEA: VINCOLI DI CAPITALE IMPOSTI ALLA REPUBBLICA DI CIPRO |
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Bruxelles, 2 aprile 2013 - La Commissione prende atto restrizioni
temporanee alla libera circolazione dei capitali, compresi i controlli di
capitale, imposti alla Repubblica di Cipro come parte di una serie di misure
volte a prevenire il rischio elevato di fuga incontrollata di depositi che avrebbero
portato all’ immediato crollo di istituzioni finanziarie e con il rischio di
destabilizzare l’ intero sistema finanziario di Cipro.
In quanto custode dei trattati e per preservare l´integrità del mercato
unico, la Commissione ha effettuato una prima analisi della legislazione
cipriota e relativo ordine del tribunale in conformità con le norme in materia
di libera circolazione dei capitali di cui agli articoli 63 e seguenti. Del
trattato sul funzionamento dell´Unione europea.
Gli Stati membri possono introdurre restrizioni sul capitale, tra cui
il controllo dei capitali, in determinate circostanze ed a condizioni rigorose,
per motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza. Secondo la Corte di
giustizia delle Comunità europee, le misure possono essere introdotte per
motivi imperativi di interesse pubblico generale.
Le eccezioni alla libera circolazione dei capitali devono essere interpretate in modo estremamente
rigoroso e non discriminatorie, siano adeguate, proporzionate e applicate per
il più breve tempo possibile.
Nelle condizioni attuali, la stabilità dei mercati finanziari e del
sistema bancario a Cipro è una questione di interesse pubblico e di ordine
pubblico che giustifica l´imposizione di restrizioni temporanee sui movimenti
di capitale.
Tali restrizioni possono includere giorni festivi, i limiti relativi ai
ritiri, blocco dei beni, divieto depositi vincolati di terminazione, divieto di
certi ordini, restrizioni per l´utilizzo del credito / debito / prepagate carte
di restrizioni in altre operazioni bancarie, come ed eseguire alcune operazioni
con la Banca Centrale e le altre misure.
La Commissione seguirà da vicino le autorità cipriote, gli Stati
membri, la Bce e l´attuazione Eba sulle misure restrittive imposte alla
circolazione dei capitali. Le misure restrittive si applicano per 7 giorni. La
Commissione continuerà a monitorare la necessità di essere prorogato o modificato.
La Commissione insiste sul fatto che le misure restrittive sono strettamente
proporzionate agli scopi legittimi per evitare una minaccia imminente per la
stabilità economica di Cipro e strettamente limitata nel tempo per il tempo
necessario a tale scopo.
Anche se le misure restrittive imposte sembrano essere necessarie in
tali circostanze, la libera circolazione dei capitali dovrebbe essere
ripristinato al più presto nell´interesse dell´economia e del mercato unico
dell´Unione europea nel suo insieme.
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PARLAMENTO EUROPEO: SECONDO IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PER I BILANCI I FONDI UE NEL 2013 NON SONO SUFFICIENTI |
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Strasburgo, 2 aprile 2013 - La proposta della Commissione di fissare
solo una parte dei 16.2
miliardi di € di debito accumulati nell´Ue nel 2012, minaccia di
insolvenza nel 2013, ha detto mercoledì scorso Lamassoure (Ppe, Fr), presidente
della commissione bilanci. Lo scorso anno la Commissione, il Parlamento e il
Consiglio avevano accettato di pagare le somme dovute nel 2012.
"Si conferma quindi che l´Unione europea sarà probabilmente a
corto di liquidità entro la fine del 2013, che è vietata dal Trattato. Inoltre,
il Parlamento non accetterà deficit", ha detto dopo Lamassoure l´annuncio
del Commissario Janusz Lewandowsk un bilancio rettificativo di 11,2 miliardi di
euro.
Il bilancio rettificativo è troppo poco per pagare le somme dovute nel
2012, 5 miliardi mancheranno dal bilancio del 2013, che non è stato progettato
per coprire il non pagato.
"In un momento in cui la credibilità dell´Unione europea viene
messa in discussione, provare a definire un bilancio in sette anni, mentre non
siamo nemmeno in grado di pagare gli importi dovuti non rafforzerà la nostra
affidabilità," ha aggiunto.
La commissione per i bilanci ascolterà una presentazione dal Sig.
Lewandowski sul bilancio rettificativo il 15 aprile.
Lamassoure ha ricordato che le tre istituzioni sono state impegnate in
una dichiarazione congiunta al termine dei negoziati sul bilancio 2013, alla
fine dell´anno 2013 "da zero", regolando tutte le pretese e sostenute
da Stati membri per tutte le opere, beni e servizi. Il 2013 è l´ultimo anno
dell´attuale quadro finanziario pluriennale dell´Unione europea (Psc).
In una risoluzione adottata il 13 marzo, il Parlamento ha respinto la
decisione degli Stati membri febbraio 7-8, il prossimo quadro finanziario
pluriennale dell´Ue. I deputati sottolineano che i debiti della Ue deve essere
risolta prima della conclusione dei negoziati sul bilancio a lungo termine.
Il Parlamento voterà sulla proposta di bilancio rettificativo dopo che
il Consiglio ha preso la sua decisione. La palla è ora nel campo del Consiglio.
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L´UE È SEMPRE PIÙ INNOVATIVA, MA SI ALLARGA IL DIVARIO TRA GLI STATI MEMBRI |
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Bruxelles, 2 aprile 2013 - Malgrado
la persistente crisi economica la performance innovativa nell´Ue è migliorata
di anno in anno, eppure il gap dell´innovazione tra Stati membri si sta
allargando. È quanto emerge dal Quadro valutativo dell´ "Unione
dell´innovazione" 2013 che fa una classifica degli Stati membri dell´Ue.
Mentre i paesi più innovativi hanno ulteriormente migliorato la loro
innovatività, altri non registrano alcun progresso. La classifica complessiva
rimane comunque relativamente stabile: la Svezia si situa al primo posto
seguita da Germania, Danimarca e Finlandia. Estonia, Lituania e Lettonia sono i
paesi che hanno registrato i maggiori miglioramenti dall´anno scorso. Tra i
volani dell´espansione dell´innovazione nell´Ue vi sono le Pmi e la
commercializzazione delle innovazioni, unitamente a sistemi di ricerca
eccellenti. La contrazione delle attività economiche e degli investimenti in
capitali di rischio nel periodo 2008-2012 ha influito negativamente sulla resa
innovativa.
Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario
responsabile per l´industria e l´imprenditoria, ha affermato: "I risultati
di quest´anno indicano che in alcune parti d´Europa la crisi economica ha
influito negativamente sull´innovazione. Investire nell´innovazione è
fondamentale se vogliamo mantenere la nostra competitività globale e rilanciare
la crescita in Europa. Dobbiamo incoraggiare l´imprenditorialità poiché le Pmi
sono un volano essenziale dell´innovazione".
Máire Geoghegan-quinn, commissario responsabile per la ricerca,
l´innovazione e la scienza, ha affermato: "L´innovazione dovrebbe essere
al centro delle agende politiche di tutti gli Stati membri. La nostra più
recente relazione sullo stato dell´"Unione dell´innovazione",
anch´essa pubblicata oggi, indica che nel 2012 abbiamo realizzato progressi su
alcune delle grandi tematiche come il brevetto unitario e le nuove regole per i
fondi di capitali di rischio, ma dobbiamo avanzare ancora di più per evitare di
avere in Europa un divario dell´innovazione".
La Commissione europea ha inoltre pubblicato oggi una relazione
complementare al Quadro valutativo: la relazione sullo stato dell´Unione
dell´innovazione, che indica che la Commissione ha già ampiamente attuato i
suoi impegni sull´iniziativa faro "Unione dell´innovazione".
Per le singole sintesi sulla resa innovativa di tutti i 27 Stati membri
e di altri paesi europei si veda: Memo/13/274
Contesto -
Il Quadro valutativo dell´ "Unione dell´innovazione" 2013
classifica gli Stati membri nei seguenti quattro gruppi:
Leader dell´innovazione: Svezia, Germania, Danimarca e Finlandia, sono
caratterizzati tutti da una resa ben al di sopra della media Ue.
Paesi che tengono il passo: Paesi Bassi, Lussemburgo, Belgio, Regno
Unito, Austria, Irlanda, Francia, Slovenia, Cipro ed Estonia, che hanno tutti
risultati superiori alla media Ue.
Innovatori moderati: Italia, Spagna, Portogallo, Repubblica ceca,
Grecia, Slovacchia, Ungheria, Malta e Lituania, che hanno risultati inferiori
alla media Ue.
Paesi in ritardo: Il rendimento di Polonia, Lettonia, Romania e
Bulgaria è nettamente al di sotto della media Ue.
Cosa determina il successo dei leader dell´innovazione?
I paesi più innovativi nell´Ue condividono una serie di punti di forza
nell´ambito dei loro sistemi di ricerca e innovazione, tra cui un importante
ruolo delle iniziative di innovazione delle imprese e del settore
dell´istruzione superiore. Le imprese di tutti i leader dell´innovazione hanno
buoni risultati in termini di spesa per la ricerca e lo sviluppo (R&s) e di
domande di brevetti. Essi hanno anche in comune un settore dell´istruzione
superiore altamente sviluppato e forti legami tra il mondo industriale e quello
della scienza.
Un raffronto con altri paesi europei conferma la posizione della
Svizzera quale leader assoluto dell´innovazione che supera regolarmente tutti i
paesi dell´Ue. I risultati di quest´anno indicano nuovamente che la Corea del
Sud, gli Usa e il Giappone hanno risultati superiori a quelli dell´Ue.
Il vantaggio della Corea del Sud rispetto all´Ue sta aumentando, ma dal
2008 l´Ue è stata in grado di colmare di quasi la metà il proprio divario con
gli Usa e il Giappone. L´ue è ancora notevolmente arretrata rispetto ai leader
globali soprattutto in termini di spesa delle imprese per R&s, di
co-pubblicazioni pubblico-private e di brevetti, come anche in termini di
istruzione terziaria. L´ue continua a produrre risultati migliori di Australia,
Canada, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.
Il distacco con la Cina si sta riducendo, mentre rimane stabile con gli
altri paesi Brics ed è aumentato rispetto all´Australia e al Canada.
Il Quadro valutativo dell´ "Unione dell´innovazione" 2013 usa
attualmente 24 indicatori raggruppati in tre categorie principali e otto
dimensioni:
"Abilitatori", vale a dire elementi fondamentali che
consentono all´innovazione di realizzarsi (risorse umane, sistemi di ricerca
aperti, eccellenti e attraenti nonché finanziamenti e aiuti);
"Attività delle imprese", che descrivono gli sforzi di
innovazione delle imprese europee (investimenti delle imprese, concatenazioni e
imprenditorialità nonché valori intellettuali; e
"Output" ad indicare come ciò si traduca in vantaggi per
l´economia nel suo complesso (innovatori ed effetti economici, anche sul piano
dell´occupazione).
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BILANCIO UE 2013 HA BISOGNO DI FONDI AGGIUNTIVI PER COPRIRE L´ECCEZIONALE 2012 |
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Bruxelles, 2 aprile 2013 - 11,2 miliardi di euro sono necessari per
consentire al bilancio Ue di rimborsare i beneficiari dei programmi finanziati
dall´Ue in tutta Europa nel 2012, e per la politica di coesione finanziamento
di quest´anno.
Il progetto di bilancio rettificativo presentato il 27 Marzo dalla Commissione europea, l´Ue, se approvato
nella sua interezza da parte del Consiglio e del Parlamento, per onorare tutti
gli obblighi contrattuali in essere alla fine del 2012, e quelli del 2013. Si
tratta di pagamenti ai beneficiari di finanziamenti dell´Ue (Stati membri,
regioni e città, università, ricercatori, Ong ...) per i progetti portati a
termine. Esso comprende anche le stime degli Stati membri per i pagamenti che
si aspettano quest´anno nella Ue.
"Questo non può essere una sorpresa", ha dichiarato il
commissario per la Programmazione finanziaria e il bilancio Janusz Lewandowski:
"Negli ultimi anni il bilancio dell´Ue è stato adottato livelli
costantemente inferiori ai requisiti espressi dal Regno Unito membri, ha creato
un bollette effetto valanga in avanti per l´anno successivo. Struzzo ha un solo
tempo, è possibile dilazionare il pagamento di una fattura che si desidera, lo
fa non scomparirà! Non un centesimo di questo progetto di bilancio
rettificativo è per le istituzioni europee, che consentirà all´Ue di pagare
semplicemente la sua quota di infrastrutture di ricerca che gli Stati membri
hanno deciso di iniziare passato. Sono convinto che il Consiglio e il
Parlamento onorare la loro promessa di evitare di fine rapporto, e saranno loro
a decidere al più presto. "
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CONCENTRAZIONI: LA COMMISSIONE EUROPEA AVVIA UNA CONSULTAZIONE SU UNA PROPOSTA VOLTA A SEMPLIFICARE LE PROCEDURE PREVISTE DALLA NORMATIVA DELLA UE SULLE CONCENTRAZIONI |
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Bruxelles, 2 aprile 2013 - La
Commissione europea invita il pubblico a presentare osservazioni su una
proposta volta a semplificare alcune procedure di notifica delle operazioni di
concentrazione ai sensi delle norme del regolamento comunitario sulle
concentrazioni. La proposta mira a rendere il controllo delle concentrazioni
nell´Unione europea ancora più favorevole all´attività imprenditoriale,
riducendo documenti e snellimento delle procedure. In base alle modifiche
proposte, fino al 70% delle concentrazioni notificate, circa il 10% in più
rispetto ad oggi, potrebbe essere esaminata nel quadro della procedura
semplificata della Commissione. Le imprese interessate possono unendo così
risparmi grazie alla riduzione - fino alla metà - degli onorari di avvocato e
una diminuzione nei preparativi interni. Inoltre, la Commissione propone di
ridurre tutte le notifiche del volume netto delle informazioni richieste, che
hanno notevolmente alleviare l´onere amministrativo. Questa iniziativa è parte
dello sforzo da parte della Commissione di snellire le procedure amministrative
per le imprese, e così facendo, stimolare la crescita e rafforzare la competitività
dell´Europa.
La Commissione propone, in particolare, ad aggiornare la sua
comunicazione su una procedura semplificata per l´esame di determinate
concentrazioni. La presente comunicazione stabilisce che le aziende possono
utilizzare un breve modulo di notifica per determinate categorie di
concentrazione che, in generale, non sono suscettibili di porre problemi di
concorrenza. Se le quote di mercato combinate delle due imprese partecipanti
alla concentrazione di sotto di una certa soglia di concentrazione è trattata
nell´ambito della procedura semplificata. La Commissione può quindi
classificare questi casi senza procedere ad un´indagine approfondita del
mercato.
La Commissione propone ora di estendere il campo di applicazione della
procedura semplificata, alla luce dell´esperienza acquisita a sua disposizione
e le sue linee guida dettagliate sulle fusioni. L´allargamento della procedura
semplificata ancora alleggerire l´onere per le imprese. In particolare, la
quota di mercato per l´applicazione della procedura semplificata di
concentrazione tra imprese operanti sul medesimo mercato va aumentata dal 15%
al 20%. Per le operazioni di concentrazione tra imprese che operano nei
mercati a monte ea valle (ad esempio, tra un produttore di componenti per
autoveicoli e produttore automobilistico), tale soglia dovrebbe passare dal 25%
al 30%. La Commissione intende inoltre garantire che un caso può essere
trattata nell´ambito della procedura semplificata in cui la quota di mercato
combinata delle due società che operano nello stesso mercato è superiore alla
soglia del 20%, ma è aumentato del conseguente concentrazione del mercato è
molto bassa.
La Commissione propone di modificare il regolamento aggiuntivo
concernente l´attuazione del regolamento sul controllo delle concentrazioni di
aggiornare e semplificare le concentrazioni di segnalazione forme. In
particolare, nei casi che non rientrano nell´ambito della procedura
semplificata, le imprese partecipanti alla concentrazione sarebbe necessaria
solo per fornire informazioni dettagliate ai mercati in cui in realtà parti
supera la soglia per l´applicazione della procedura semplificata.
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UE INVESTE € 272.750.000 A PROMUOVERE LA COOPERAZIONE REGIONALE NEI BALCANI OCCIDENTALI |
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Bruxelles, 2 aprile 2013 - La Commissione europea ha messo a punto una
serie di misure volte a promuovere la cooperazione regionale tra i paesi dei
Balcani occidentali per un totale di € 272.750.000 per il periodo 2012-2013.
"Questi fondi sono una buona notizia la cooperazione regionale è
un elemento centrale degli sforzi dell´Ue per portare avanti il processo di
riforma dei paesi dei Balcani occidentali e aiutare la regione a raggiungere la
prosperità economica e la stabilità politica", ha dichiarato il
commissario europeo per l´Allargamento e politica di vicinato Štefan Füle.
I fondi sosterranno la cooperazione con le istituzioni finanziarie
internazionali per mobilitare i finanziamenti, contribuire allo sviluppo della
società civile, di supporto posta schemi Struzione come i programmi di mobilità
degli studenti, beneficiari di aiuto e soddisfare i requisiti per l´adesione
all´Unione europea e allineare i propri standard con l´Ue. Questa andrà ad
integrare il finanziamento dei singoli programmi nazionali, concentrandosi su
aspetti regionali e aiutando i paesi di imparare dalle reciproche esperienze.
Il finanziamento stanziato oggi rientra nei programmi 2012-2013
Multi-beneficiari e transfrontaliera dello strumento dell´Unione europea per
l´assistenza preadesione (Ipa).
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L´UE RILASCIA ULTERIORE ASSISTENZA PER SOSTENERE POPOLO PALESTINESE E DEI RIFUGIATI |
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Bruxelles, 2 aprile 2013 - L´unione europea ha adottato il 27 Marzo la seconda parte del suo pacchetto di
assistenza 2013 per la Palestina . Si farà in modo che il sostegno fondamentale
per l´Autorità Palestinese (Pa) e delle Nazioni Unite per il soccorso e
l´occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa) per la
fornitura di servizi essenziali in materia di sanità, istruzione e servizi
sociali per il popolo palestinese non è interrotta.
Il valore complessivo del pacchetto di assistenza è di € 148 milioni.
Il finanziamento proviene dalla europeo di vicinato e partenariato, e è la
seconda parte del programma d´azione annuale (Paa) 2013 per la Palestina. La
prima parte consisteva Aap 2013 di € 100 milioni ed era già stato anticipato
all´inizio dell´anno, al fine di rispondere ai bisogni urgenti del popolo
palestinese.
Alto rappresentante / Vicepresidente Catherine Ashton ha dichiarato:
"" Il Comitato Ad Hoc di collegamento a Bruxelles il 19 marzo ha
confermato che la crisi fiscale dell´Autorità palestinese richiede un´azione
concertata da parte della Pa, Israele e la comunità dei donatori Con questo
contributo europeo. Unione mantiene la sua promessa di sostenere la redditività
della Pa e la sua capacità di assicurare i servizi essenziali per il popolo
palestinese senza interruzioni. Continueremo a sostenere il popolo palestinese,
anche attraverso l´Unrwa, e invitiamo gli altri donatori a fare lo stesso.
"
Commissario europeo per l´allargamento e la politica europea di
vicinato, Štefan Füle, ha commentato: " Nonostante i lodevoli sforzi di
consolidamento di bilancio, il problema fiscale dell´Autorità palestinese sta
progressivamente peggiorando ed è stato estremamente difficile dalla fine dello
scorso anno l´Unione europea è a conoscenza di questi. Vincoli e l´adozione di
misure per alleviare il problema. Questi nuovi fondi sono di vitale importanza
per garantire che non vi sia alcuna interruzione nella fornitura di servizi di
base, come la sanità, l´istruzione, la protezione sociale, nonché nel rilievo
al popolo palestinese in Palestina e ai rifugiati palestinesi all´estero .
"
Il pacchetto di assistenza adottato ha due componenti: da un lato,
108.000.000 € saranno destinati al meccanismo Pegase (uno strumento per canale
Ue e assistenza internazionale come contributo alla costruzione dello Stato
palestinese), che sostiene il Piano di sviluppo nazionale palestinese, aiutando
la Pa per finanziare il suo deficit di bilancio e attuare il suo programma di
riforme; adempiere ai propri obblighi nei confronti dei dipendenti pubblici,
pensionati e cittadini più vulnerabili, e mantenere il funzionamento
dell´amministrazione e la fornitura di servizi pubblici essenziali per la
popolazione.
Si assegna inoltre una seconda quota di € 40 milioni di euro per
dell´Unrwa bilancio 2013 regolari (fondo generale), al fine di sostenere i
programmi di servizi di istruzione, sanità, soccorso e sociale che l´Unrwa è
responsabile della fornitura per i rifugiati palestinesi nel West Bank, Gaza,
Giordania, Siria e Libano.
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INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PER "SOSTENERE GLI APPALTI PUBBLICI DI SOLUZIONI INNOVATIVE" |
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Bruxelles, 2 aprile 2013 - La
Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare proposte per
"Sostenere gli appalti pubblici di soluzioni innovative" (Supporting
public procurement of innovative solutions) nell´ambito del Programma per
l´imprenditorialità e l´innovazione (Eip).
Il sostegno alle imprese innovative è un elemento centrale della
strategia per la crescita della Commissione europea, Europa 2020. Dal novembre
2011 la Commissione ha proposto di fornire supporto in materia di appalti per
l´innovazione attraverso Orizzonte 2020, ha suggerito l´introduzione di una
nuova procedura di aggiudicazione e ha lanciato la "Public Procurement of
Innovation Platform", una piattaforma a livello europeo per i committenti
pubblici interessati a collaborare in rete.
L´invito fornisce un ponte tra gli 11 progetti pilota Ppi in corso e
l´avvio degli appalti per l´innovazione nell´ambito di Orizzonte 2020. La
Commissione europea invita a presentare proposte di progetti che dimostrano
chiaramente come gli organi degli appalti pubblici agiranno, durante il
progetto, come clienti per il lancio di beni o servizi innovativi che non sono
ancora disponibili per il commercio su larga scala.
Per leggere l´annuncio ufficiale dell´invito, consultare: Portale dei
partecipanti http://ec.Europa.eu/research/participants/portal/page/call_cip;efp7_sessio n_id=16qqrvbpl3zw6jxt55qj83mgprgrqjhvswxsgkx2ggkft2ss1d6s!1563113187?callidentifier=ent-cip-13-n02c00&specificprogram=eip
Per vedere le richieste di partenariato per questo invito, consultare:
Servizio Partner di Cordis
https://cordis.Europa.eu/partners/web/guest/calls
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LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE, TROPPE LE DIFFICOLTÀ TECNICHE |
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Bruxelles, 2 aprile 2013 - Andrea
Zanoni e altri eurodeputati stranieri chiedono alla Commissione europea di
risolvere i problemi tecnici, amministrativi e gli alti costi alla base del
sistema di raccolta del milione di firme dell´iniziativa. “Non possiamo
sprecare il valore democratico di questa fantastica iniziativa che coinvolge i
cittadini nel processo legislativo europeo”
“La nuova legge di iniziativa popolare da un milione di firme entrata
in vigore nell´aprile 2012 costituisce uno stupendo strumento democratico a
disposizione di tutti i cittadini europei. Cerchiamo di non vanificarlo con
errori tecnici e cavilli burocratici”. Lo dice l´eurodeputato Alde Andrea
Zanoni cofirmando un´interrogazione orale alla Commissione europea che denuncia
alcuni problemi riscontrati da cittadini e associazioni che ne hanno fatto
finora ricorso.
Si tratta della nuova legge di iniziativa popolare che permette ai
cittadini europei, previa raccolta di 1 milione di firme in un numero minimo di
Paesi membri, di esigere che la Commissione europea si occupi di una
determinata tematica ed eventualmente, se l´argomento si dimostrasse di
rilevanza comunitaria e non in contrasto con i principi dell´Ue, avanzare una
proposta legislativa.
“Migliaia di cittadini europei e centinaia di associazioni si sono già
mobilitati per raccogliere le firme indispensabili a chiedere l´intervento di
Bruxelles su tutta una serie di questioni, dal pluralismo dell´informazione
all´addio alla vivisezione, e tanto altro – attacca Zanoni – Purtroppo i
problemi tecnici, meramente amministrativi e anche gli alti costi per avanzare
nella procedura lamentati sono molti e rischiano di vanificare l´intera carica
democratica dell´iniziativa”.
“Associazioni e cittadini lamentano soprattutto la non praticità del
software messo a disposizione dalla Commissione europea per raccogliere il
milione di firme”, aggiunge l´eurodeputato, che aveva già fatto presente le
difficoltà a riguardo riscontrate dagli organizzatori della petizione per il
benessere delle mucche da latte in Europa lo scorso luglio.
“Per questo motivo chiediamo alla Commissione di intervenire quanto
prima possibile affinché siano appianate tutte le difficoltà e i il potenziale
democratico di questa iniziativa di legge popolare sia espresso al massimo.
Attualmente è in corso l’iniziativa dei cittadini Stop Vivisection, che ha
l’obiettivo di chiedere alla Commissione europea lo stop della vivisezione in
tutta Europa”, conclude l´eurodeputato.
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VENETO: GLI AUGURI DEL PRESIDENTE ZAIA AL NEOELETTO GOVERNATORE CARINZIANO PETER KAISER |
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Venezia, 2 aprile 2013 - “Congratulazioni per l’elezione e auguri di buon lavoro
a Peter Kaiser, nuovo Governatore della Carinzia”. Così il Presidente della
Regione del Veneto, Luca Zaia, ha salutato il 30 marzo l’insediamento del nuovo
collega del Land austriaco.
“Nella mia funzione di Presidente di turno di ‘Euregione Senza Confini’
– prosegue Zaia –, il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale che unisce
Veneto, Carinzia e Friuli Venezia Giulia, sono certo che la nuova Giunta della
Carinzia proseguirà con rinnovato impegno lo sforzo comune per la realizzazione
del Gect. L’euregione è un nostro
contributo per l’avvicinamento dei cittadini all’Europa e per il rinnovamento
dal basso della stessa Unione Europea”.
“Ritengo particolarmente significativo – ha concluso il presidente
veneto – che il Governatore Kaiser abbia voluto dare un segno di attenzione
verso la Slovenia proprio in questo momento. Ricordo che il nostro Gect è
sempre stato aperto all’adesione slovena e croata e spero che la Carinzia possa
continuare a dare un positivo contributo verso la creazione di una nuova Alpe
Adria del Xxi secolo”.
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TOSCANA: OGGI LA GIUNTA REGIONALE IN DIRETTA STREAMING SUL WEB |
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Firenze, 2 aprile 2013 – La
Giunta regionale della Toscana avrà luogo a partire dalle ore 10 di martedì 2
aprile 2013. I lavori potranno essere seguiti in diretta streaming dal sito
http://www.toscana-notizie.it/ , dove da martedì mattina sarà anche possibile consultare
l’Ordine del giorno in discussione. Nella stessa pagina sarà poi anche resa
disponibile la registrazione della seduta.
Si ricorda che gli atti approvati saranno disponibili all’indirizzo
http://web.Rete.toscana.it/attinew dopo la verbalizzazione degli stessi da
parte degli uffici regionali.
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MARONI AL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA: PRIORITÀ ALL´OCCUPAZIONE |
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Milano, 2 aprile 2013 - "Condivido la rivendicazione
dell´orgoglio di noi tutti, Giunta e Consiglio, di fare della Lombardia la
Regione protagonista in Italia e in Europa: partiamo dai temi concreti, da
quello più concreto rappresentato dalla crisi economica, dal lavoro e
dall´occupazione". Sono le parole che il presidente della Giunta regionale
lombarda Roberto Maroni ha voluto rivolgere all´Aula consiliare riunita in
occasione della prima seduta della decima legislatura.
L´incontro Con Le Parti Sociali - Parlando proprio in termini di
concretezza, il presidente Maroni ha annunciato ai consiglieri due scadenze
importanti. La prima scadenza è l´incontro in programma con le parti sociali a
Palazzo Lombardia, sul tema del lavoro e della crisi: all´incontro Maroni ha
invitato "i capigruppo dei Gruppi presenti in Consiglio o chi i capigruppo
vorranno designare" proprio nell´ottica di una piena "collaborazione
con il Consiglio".
Obiettivo Lo Sviluppo Dell´occupazione - "Vogliamo ascoltare - ha
spiegato Maroni, presentando l´appuntamento - le ragioni di chi tutti i giorni
ha a che fare con la crisi e raccogliere indicazioni utili su cui basare
l´azione di governo della Regione Lombardia e per fare la piattaforma
"rivendicativa" nei confronti del Governo di Roma e dell´Unione
europea". Se guardiamo al numero degli abitanti - ha proseguito - "la
Lombardia è il decimo Stato dell´Unione europea". In quest´ottica occorre
rilanciare il suo protagonismo nel nostro Paese e all´interno dell´Unione
europea, promuovendo il lavoro e la ripresa economica.
4 Aprile, Presentazione Programma Di Governo - Altra scadenza
annunciata dal presidente Maroni è la presentazione del programma:
"Presenterò il programma di governo - ha proseguito in Aula - la prossima
settimana, nel prossimo Consiglio regionale, che penso sarà il 4 aprile".
Il programma sarà declinato secondo le molteplici aspettative della legislatura
di cui - ha aggiunto - "terrò conto nel programma di governo".
Leale Collaborazione Con Il Consiglio Regionale - Da ultimo il
presidente non ha mancato di esprimere a tutti i consiglieri i migliori auguri
"di buon lavoro" e quelli di "Buona Pasqua". Pubblicamente
ha garantito "da parte della Giunta e mio personale la massima e più leale
collaborazione con tutti i Gruppi di maggioranza e di opposizione". Sui
temi della legalità, del lavoro e dell´occupazione e sui temi essenziali della
Giunta e del Consiglio "garantisco da parte mia e della Giunta la massima
e leale collaborazione".
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MILANO, PISAPIA: "PROFONDA FIDUCIA E STIMA NEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, MA STUPORE PER NON PRESENZA DONNE" |
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Milano, 2 aprile 2013 - "Ho
accolto con la solita profonda fiducia e grande stima le decisioni del
Presidente della Repubblica in un momento tanto difficile per il nostro Paese
che continua a trovare in lui una guida sicura. Ma mi sono fortemente stupito
di non aver riscontrato, tra i nomi dei dieci saggi, nemmeno il nome di una
donna. L´equilibrio politico e tecnico avrebbe dovuto tenere conto anche di un
equilibrio di genere che sicuramente avrebbe dato un contributo importante per
raggiungere l´obiettivo perseguito e auspicato dal Capo dello Stato".
Lo ha detto il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia a margine di un
incontro al quale ha partecipato nel pomeriggio del 30 marzo.
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MOLISE: GIUNTA REGIONALE, NOMINATI GLI ASSESSORI |
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Campobasso, 2 aprile 2013 - Il presidente della Regione Molise, Paolo di
Laura Frattura, lo scorso 28 marzo, ha firmato il decreto di nomina dei quattro
assessori della nuova Giunta regionale. Sono componenti dell´Esecutivo i
consiglieri regionali eletti con il Partito democratico, Michele Petraroria e
Massimiliano Scarabeo, il coordinatore regionale dell´Italia dei Valori,
Pierpaolo Nagni, e il consigliere regionale eletto in Unione per il Molise, Vittorino
Facciolla.
«Con i nostri quattro assessori - ha dichiarato il presidente Frattura
nel corso della conferenza stampa di presentazione della Giunta - abbiamo
cercato di rappresentare tutto il territorio molisano. Pur apprezzando la
disponibilità del Partito democratico a garantire l´appoggio esterno, abbiamo
ritenuto fondamentale avere al governo la prima forza politica della
coalizione, confermando nel contempo la presenza dell´Italia dei Valori come
quella dei movimenti civici. Mi auguro - ha proseguito il governatore - che lo
stesso entusiasmo che ci ha uniti durante la nostra campagna elettorale ci
guidi per i prossimi cinque anni alla guida della Regione».
«Questa Giunta garantisce esperienze e competenze necessarie per
rispondere con efficienza alle questioni, soprattutto le più difficili e
delicate, in campo. Auspico, pertanto, un lavoro di squadra e la più forte
collaborazione, chiedendo a tutta la maggioranza di centrosinistra di offrire
il giusto contributo al bene del nostro Molise. I consiglieri regionali saranno
protagonisti di questa sfida importante», ha concluso il presidente Frattura.
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GOVERNO, INCONTRO BERSANI: SERVE MAGGIORE CONCERTAZIONE CON LE REGIONI |
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Roma, 2 aprile 2013 - Il nuovo Governo dovrà essere necessariamente
"allargato" alle Regioni e al sistema territoriale, ai quali dovranno
essere dati ruolo e voce per evitare che vengano lasciati soli. È una delle richieste
avanzate il 26 marzo dalle Regioni durante l´incontro con Pier Luigi Bersani,
presidente del Consiglio incaricato. Per la Sardegna, e in rappresentanza delle
Regioni a Statuto speciale, era presente a Roma il vicepresidente Simona De
Francisci, su delega del presidente Ugo Cappellacci.
Patto Stabilità. Tra i punti affrontati soprattutto quello relativo
alla revisione del Patto di stabilità, chiesta a gran voce dal sistema delle
Regioni e sul quale l’esempio della battaglia che sta conducendo la Sardegna si
è rivelato utile anche per altre amministrazioni regionali. "A Bersani, se
sarà lui il prossimo presidente del Consiglio, abbiamo chiesto una nuova
concertazione Governo-regioni - spiega il vicepresidente De Francisci - perché
non si può più lasciare da parte la collaborazione di Regioni ed enti
locali".
Le Richieste Della Sardegna. "Per quanto riguarda la Sardegna - ha
proseguito De Francisci - come chiesto con forza e più volte anche dal
presidente Cappellacci, merita un´attenzione specifica a tutti i livelli su
zona franca, trasporti, energia e lavoro: su questi temi l’Esecutivo che
nascerà dovrà darci risposte concrete".
La Piattaforma. Il confronto con Bersani è poi proseguito su 5 temi
chiave: la sanità, con la richiesta di ripristino del fondo di 1 miliardo
eliminato l’anno scorso e lavorare al nuovo Patto per la salute che guardi al
taglio dei costi inutili e degli sprechi; la crescita, con il rifinanziamento
innanzitutto degli ammortizzatori in deroga per il 2013 (altro tema che
riguarda da vicino la Sardegna); le tasse, rivedendone il sistema per evitare
"l´esplosione sociale"; le riforme istituzionali (Senato federale,
riduzione parlamentari, governance locale); la riforma della concertazione.
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ASSESSORE VENETO ALLA BOCCONI: “SENZA LA RIFORMA DEL FEDERALISMO FISCALE E CON FISCAL COMPACT L’ITALIA RISCHIA DI IMPLODERE” |
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Venezia, 2 aprile 2013 -
“Con lo spettro del Fiscal Compact che incombe sugli italiani, dopo
salvataggi come quelli visti a Cipro, e soprattutto dopo due anni in cui lo
Stato ha imposto una drastica cura dimagrante al decentramento, è difficile immaginare
spazio per recuperare risorse da destinare a settori non essenziali”. Invitato
a parlare il 27 marzo all’Università Bocconi di Milano, in un convegno dedicato
al futuro del terzo settore, l’assessore al bilancio della Regione del Veneto,
Roberto Ciambetti, è stato molto chiaro su difficoltà e limiti della fase
attuale.
In un articolato intervento, Ciambetti ha dimostrato, numeri alla mano,
che “le manovre degli ultimi due anni hanno colpito i contribuenti, gli enti
previdenziali, Regioni e Comuni. L’amministrazione centrale statale – ha
sottolineato – ha contribuito con un modesto 4% alle manovre e dunque se oggi
si vuole recuperare qualcosa bisogna incidere proprio sullo Stato. I dati,
invece, dimostrano che mentre Regioni ed Enti locali sono costretti a limare
persino i servizi essenziali, lo Stato in alcuni campi dilata ancora le sue
spese improduttive e il debito pubblico cresce”.
“Inoltre, in termini anche temporalmente brevi – ha continuato
Ciambetti –, è possibile incidere nei limiti del patto di stabilità che oggi è
ingiusto e viola il principio dell’uguaglianza dei cittadini: veneti, lombardi,
emiliani, ma anche toscani e marchigiani, hanno un tetto di spesa ben lontano
dalla media nazionale e così in altre regioni l’ente pubblico può spendere
molto più di quanto spendiamo noi. Lo scandalo dei ritardi nel pagamento delle
imprese deriva anche da questo scalino: le imprese sono concentrate in quelle
regioni dove il Pil deriva
dall’industria e dall’economia reale e non è basato sul pubblico impiego, cioè
proprio in quelle regioni dove il patto di stabilità è ben più pesante rispetto
al resto d’Italia”.
L’assessore veneto ha poi rilanciato il tema del federalismo fiscale,
“unica strada per riuscire a recuperare risorse, costringendo la classe
dirigente di quelle aree del Paese che oggi vivono essenzialmente sul
trasferimento di fondi pubblici a cercare nuove strade e uscire dalla
dipendenza dell’assistenzialismo. “Con questo non voglio dire che regioni come
il Veneto debbano stare ferme – ha precisato –: noi stiamo giungendo alla fase
finale di un lungo percorso, che oggi ha iniziato a dare i suoi frutti,
inaugurato lo scorso anno per la riorganizzazione del territorio,
l’aggregazione dei servizi e le funzioni associate di più Comuni. Non è
pensabile, infatti, la gestione atomizzata dei servizi pubblici in oltre 500
Comuni. Entro la metà di aprile, poi, dovremmo avere pronto il nuovo piano di
dimensionamento territoriale, con i bacini ottimali per l’aggregazione di
servizi: si tratta di una svolta epocale”.
“Ma senza una riforma credibile dello Stato – ha ribadito, concludendo,
Ciambetti – non si andrà da nessuna parte: l’immagine di Ugo la Malfa, che
descrive un’Italia che ha testa e mente fredda in Europa ma buona parte del
corpo immerso nel Mediterraneo e i piedi al caldo, è oggi più che mai
azzeccata. Ma questi squilibri, che non sono solo termici, non sono più
sopportabili”.
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EVENTO ANNUALE FESR 2007-13 "VERSO SMART PUGLIA" |
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Bari,
2 aprile 2013 - Si è svolto il 26 marzo,
al Teatro Margherita di Bari che ospita la mostra “Rigeneriamo le città,
generiamo il futuro", l´evento annuale di comunicazione del Programma
Operativo Fesr 2007-2013, che quest’anno s’è chiamato “Verso la Smart Puglia”.
I
lavori, ai quali hanno preso parte rappresentanti delle parti istituzionali,
economiche e sociali della Puglia, sono stati aperti dalla vicepresidente e
assessore all’Assetto del Territorio, Angela Barbanente che ha sottolineato la
natura dell’evento: “non solo una iniziativa che racconta i risultati
dell’attuazione del programma, delle sue difficoltà e delle sue positive
esperienze, ma un evento che, in continuità con l’incontro svoltosi la scorsa
settimana con il partenariato economico e sociale per la definizione del
Documento Strategico Regionale (Dsr) 2014-2020, vuole costituire un ulteriore
segnale di ricerca della partecipazione allargata a cittadini e stakeholder
nella costruzione di un futuro migliore per le comunità e per i territori
pugliesi, al quale tutti, con i diversi ruoli e conoscenze, hanno il dovere di
concorrere in un esercizio di corresponsabilità che guarda con onestà alle
criticità incontrate nel passato e con fiducia alle sfide del prossimo ciclo di
programmazione”.
“Essere
“smart” - ha concluso - vuol dire provare ad integrare, con intelligenza, le
parole chiave - competitività, ricerca, innovazione, inclusione, sostenibilità
- che hanno fatto della Puglia, tra le regioni dell’Obiettivo Convergenza, la
regione con la migliore performance nell’attuazione del programma
operativo".
A seguire è intervenuta l’assessore allo Sviluppo Economico, Loredana
Capone, che ha rimarcato l’esigenza di rafforzare le condizioni affinché
“l’ascolto ed il dialogo tra le amministrazioni, i luoghi della conoscenza ed
il sistema delle imprese trovino un efficace punto di integrazione finalizzato
a favorire, anche nella prospettiva del prossimo ciclo di programmazione, una
maggiore capacità di “fare sistema” in un’economia globalizzata”.
L’autorità di Gestione ha poi proseguito i lavori illustrando i
risultati che si sono registrati nel corso dell’attuazione del programma e che
hanno consentito di certificare ad oggi una spesa pari a 1.876 milioni di euro,
pari al 42% del totale programmato. In particolare si è notata la manovra che
ha consentito alla Puglia di aggredire, sin dall’ottobre 2008, prima del
governo nazionale e prima delle altre regioni, la crisi economica che si andava
profilando all’orizzonte. Con specifici strumenti e strategie anticicliche si è
avviato un percorso che ha consentito di sviluppare notevoli investimenti.
Nella prospettiva 2014-2020, oltre a condividere gli interventi che lo hanno
preceduto, il dott. Orlando ha posto l’attenzione su un tema che caratterizzerà,
prima di ogni altro requisito formale, la scrittura del prossimo Dsr: la sfida
alle nuove povertà. E’ questo il tema sul quale si misurerà la capacità della
Puglia di utilizzare al meglio le risorse europee guardando con attenzione alle
strategie per arginare i fenomeni di nuova povertà originati dalla crisi
economica ed innalzare la qualità della vita dei pugliesi.
Sono poi intervenuti la Dott.ssa Adriana Agrimi - Dirigente del
Servizio Ricerca Industriale e Innovazione e Responsabile delle Linee di Intervento
dell’Asse I “Promozione e valorizzazione della ricerca e dell’innovazione per
la competitività”, la Dott.ssa Anna Maria Candela - Dirigente del Servizio
Programmazione sociale ed integrazione socio-sanitaria e Responsabile delegata
dell’Asse Iii “Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e
l’attrattività territoriale”, il Dr. Francesco Palumbo - Direttore Area
Politiche per la Promozione del Territorio, dei Saperi e dei Talenti,
Responsabile dell’Asse Iv “Valorizzazione delle risorse naturali e culturali
per l’attrattività e lo sviluppo”, l’Ing. Antonello Antonicelli - Direttore
Area Politiche per la riqualificazione, la tutela e la sicurezza ambientale
nonché Autorità Ambientale e Responsabile dell’Asse Ii “Uso sostenibile ed
efficiente delle risorse ambientali ed energetiche per lo sviluppo”, il Dr.
Antonio De Vito - Direttore Puglia Sviluppo, Società in house ed organismo
intermedio per l’attuazione degli interventi a sostegno della competitività
delle imprese, che hanno illustrato in maniera più approfondita le strategie ed
i risultati più significativi raggiunti relativi ai propri ambiti di
competenza. Nel corso dell’incontro è stata distribuita una pubblicazione che
raccoglie alcune tra le esperienze ed i progetti più significativi realizzati
nella regione Puglia utilizzando il Fondo Fesr. I risultati dei lavori ed i
dati che sono stati illustrati, unitamente alla pubblicazione distribuita,
saranno a breve disponibili sull’apposito sito in costruzione.
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RIDUZIONE NUMERO ASSESSORI, IL CONSIGLIO DELLA BASILICATA APPROVA PDL |
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Potenza, 2 aprile 2013 - Il Consiglio regionale ha approvato a
maggioranza (con 23 voti favorevoli di Pd, Idv, Pdl, Gruppo Misto, Udc, Ial,
Sel, Psi e 1 astensione del consigliere Scaglione - Pu) la proposta di legge
statutaria per ridurre da 6 a 4 gli assessori regionali.
La proposta, presentata dal presidente del Consiglio regionale della
Basilicata, Vincenzo Santochirico, e dai componenti dell’Ufficio di Presidenza:
Franco Mattia, Nicola Benedetto, Mariano Pici e Luigi Scaglione, modifica
l’articolo 32 dello Statuto della Regione Basilicata (approvato dal Parlamento
con la legge n. 350/1971) per adeguare il numero degli assessori alle
disposizioni approvate alcuni mesi fa dal Parlamento per la riduzione dei costi
della politica nelle Regioni (decreti legge n. 138/2011 e 174/2012 e legge di
conversione n. 213 2012).
La Regione Basilicata ha già approvato la riduzione da 30 a 20 del
numero dei consiglieri regionali (art. 7, comma 10 legge n. 35/2012 –
finanziaria regionale 2013). Per completare le misure di adeguamento alla
legislazione nazionale entro il mese di giugno vanno invece approvate le
modifiche statutarie per la riduzione del numero degli assessori.
Su proposta di Restaino (Pd) e del gruppo del Pdl è stato soppresso
l’articolo 2 del testo licenziato dalla prima Commissione, che prevedeva
l’entrata in vigore della legge dalla prossima legislatura. Trattandosi di una
modifica statutaria, per la definitiva approvazione della norma sarà necessario
un nuovo passaggio in Consiglio regionale fra due mesi. La legge entrerà quindi
in vigore in questa legislatura, ma solo dopo la “duplice lettura”.
Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Autilio (Idv), Navazio
(Ial), Romaniello (Sel), Scaglione (Pu) e Mattia (Pdl).
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BASILICATA,TAGLIO ASSESSORI, DE FILIPPO: SE BUONO TRA 2 ANNI BUONO ANCHE ORA |
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Potenza, 2 aprile 2013 - Il commento del Presidente della Regione alla
Legge statutaria approvata dal Consiglio Regionale in prima lettura.
"C´è un principio fondamentale c´è ha guidato la scelta del
Consiglio e cioè che ciò che è valido tra due anni è valido anche ora, e se la
scelta è quella di procedere alla riduzione del numero degli assessori è giusto
farlo subito". Così il Presidente della Regione Vito De Filippo a commento
della Legge statutaria approvata dal Consiglio Regionale in prima lettura.
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“GREEN HEART QUALITY”, MARCHIO REGIONALE SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE ASSEGNATO A PRIME TRE SOCIETÀ UMBRE |
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Perugia,
2 aprile 2013 - Sono tre le prime
società umbre che possono avvalersi del nuovo marchio regionale "Green
heart quality" istituito dalla Regione Umbria, prima in Italia, per la
certificazione di imprese, prodotti e anche amministrazioni pubbliche che
rispettano un preciso disciplinare e possono certificare e rendere
riconoscibili produzioni e servizi ambientalmente compatibili. Stamani, nel
corso di una cerimonia che si è svolta alla Sala Fiume di Palazzo Donini, la
vicepresidente della Giunta regionale, Carla Casciari, ha consegnato il marchio
ai rappresentanti della Same srl (Sargentini Materiali Edili), che vede
premiate uno dei prodotti che produce, le pareti riflettenti aereate isolate,
nella categoria "progetti di eccellenza ambientale"; alla Residenza
Roccafiore di Il Collino di Todi sas, e all´Hotel Valle di Assisi di Bifarm spa
di Santa Maria degli Angeli. La prima ha dimostrato il rispetto dei requisiti
previsti dal marchio per la categoria "Servizi di alloggio" relativi
alla classificazione energetica dell´edificio e alla presenza di un impianto
fotovoltaico. Stesso percorso per l´Hotel Valle di Assisi che, oltre
all´impianto fotovoltaico, vanta un impianto solare termico e una tettoia
fotovoltaica nel parcheggio con colonnine di ricarica per le auto elettriche.
Il
progetto per la certificazione "green" si rivolge e coinvolge
imprese, aziende che operano nel settore agro-turistico, l´amministrazione
pubblica nel suo complesso, dai Comuni alle scuole, affinché - in linea con i
programmi del Ministero dell´Ambiente e gli obiettivi europei al 2020 -
adottino ogni tipo di misura che serva a ridurre le emissioni di Co2, i consumi
energetici e idrici, a sviluppare la diffusione e l´utilizzo di fonti
energetiche rinnovabili.
"La
quantità di domande presentate in pochi mesi per conseguire il marchio di
sostenibilità ambientale - ha sottolineato la vicepresidente Casciari -
conferma il valore di un progetto pensato per aumentare il valore dei prodotti,
in particolare sui mercati internazionali, promuovere il territorio ed
accrescere l´immagine dell´Umbria, già cuore verde d´Italia, a luogo
dell´eccellenza ambientale. La consegna dei marchi a queste tre imprese che da
oggi potranno fregiarsene per distinguersi in Italia e nel mondo - ha aggiunto
- segna una tappa del percorso condiviso che fa leva sul rispetto ambientale e
la valorizzazione del territorio, delle sue eccellenze naturalistiche, storico
- culturali ed agroalimentari tipiche e locali per la ripresa economica".
Il
marchio regionale "contribuirà a migliorare la competitività dei prodotti
umbri, rendendo evidente la loro identità e garantendone la qualità e la
sostenibilità ambientale - ha detto il direttore regionale alla Programmazione,
innovazione e competitività dell´Umbria Lucio Caporizzi - attraverso il ´brand´
territoriale di una regione che vuol sviluppare un paradigma produttivo
all´insegna della ´green economy´ non soltanto a parole". Per diffondere
il marchio, è stato collegato anche agli strumenti regionali di incentivazione:
"Nel bando certificazioni a favore delle piccole e medie imprese umbre -
ha rilevato - sono state inserite due certificazioni ´Iso´ sui gas serra utili
ad ottenere il marchio".
"L´umbria
è ricchissima di realtà aziendali che operano nel rispetto della salvaguardia
ambientale e per la valorizzazione delle eccellenze dell´Umbria" ha
sottolineato l´ingegner Federica Lunghi, presidente di Green Innovation srl, la
società umbra che ha realizzato il marchio e che ne cura la gestione a seguito
di un bando regionale, e che ha illustrato anche le prossime tappe del
progetto. Innanzitutto la presentazione del marchio "Green heart
quality" al Vinitaly, il Salone del vino in programma dal 7 al 10 aprile a
Verona, e successivamente, l´11 aprile, al "Fuori Salone" di Milano,
negli spazi allestiti dalla Regione Umbria. "Sul portale istituzionale
della Regione - ha detto ancora - sono disponibili documenti e modulistica per
l´ottenimento del marchio e troveranno inoltre spazio le vetrine di ciascun
concessionario del marchio a cominciare dai primi tre ´premiati´ il 26 marzo. È stato
inoltre già registrato il dominio http://www.greenheartquality.com/
e http://www.greenheartquality.it/ che farà conoscere il progetto in Italia e nel
mondo".
A
chiedere il marchio, tra gli altri, è
stato anche l´Itis "Cassata" di Gubbio, che ha inviato i progetti
"Serra Acquaponica - Progetto Autosufficienza" e "Moto da trial
elettrica 2.0". L´istituto tecnico industriale eugubino concorre nella
sezione "Proponente progetti di eccellenza ambientale", aperta a
chiunque abbia un progetto di valenza ambientale e voglia vederlo riconosciuto
e riconoscibile attraverso il marchio di sostenibilità ambientale della Regione
Umbria.
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TRENTO: LA NUOVA RIPARTIZIONE DELLE COMPETENZE TRA GLI ASSESSORI |
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Trento, 2 aprile 2013 - Preso atto delle dimissioni dalla carica di
componente della Giunta provinciale, presentate il 27 marzo dall’assessore
Franco Panizza, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto
Pacher, ha firmato il decreto (n. 4-106/Leg.) per la ripartizione degli affari
tra gli assessori. Ha riservato al presidente la materia della cultura, dei
rapporti con l’Unione europea e della cooperazione transfrontaliera ed
interregionale e ha previsto le seguenti nuove attribuzioni di competenze:
· addestramento e formazione professionale (non solo di base come ora)
all’assessore Marta Dalmaso;
· lavori pubblici e viabilità all’assessore Mauro Gilmozzi;
· caccia e pesca e opere di prevenzione e di pronto intervento per
calamità pubbliche, relative ai bacini montani all’assessore Tiziano Mellarini;
· politiche familiari e politiche giovanili all’assessore Ugo Rossi;
· cooperazione all’assessore Alessandro Olivi.
Nel corso della consueta conferenza stampa che segue la riunione di
Giunta, il presidente Alberto Pacher, a nome di tutto l´esecutivo, ha voluto
ringraziare l´assessore Franco Panizza per l´impegno e la dedizione messi in
campo in questi anni e gli ha rivolto l´augurio di un proficuo lavoro nel suo
nuovo, importante ruolo di Senatore della Repubblica.
Si è dunque preso atto che a seguito delle dimissioni dell’assessore
Franco Panizza la Giunta provinciale risulta così composta:
- Alberto Pacher
(Vicepresidente f.F.)
- Marta Dalmaso
- Alessandro Olivi
- Mauro Gilmozzi
- Tiziano Mellarini
- Ugo Rossi
- Lia Beltrami Giovanazzi.
Al presidente Alberto Pacher sono pertanto riservate le seguenti
competenze:
· affari finanziari;
· affari istituzionali;
· tutela e promozione delle
minoranze linguistiche;
· patrimonio e demanio;
· sistemi informativi e di
telecomunicazione;
· funzioni delegate dallo Stato
in materia di sistemi di comunicazione;
· informazione e comunicazione;
· società controllate e
partecipate;
· corpo forestale;
· Università e ricerca
scientifica, edilizia universitaria e assistenza universitaria nonché le
funzioni di cui alla legge 14 agosto 1982, n. 590;
· interventi di cui alla legge
regionale 5 novembre 1968, n. 40;
· polizia locale e sicurezza
urbana;
· funzioni delegate in materia
di servizi antincendi;
· prevenzione rischi e
protezione civile;
· funzioni delegate in materia
di Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato;
· politiche del lavoro;
· apprendistato, libretti di
lavoro, categorie e qualifiche dei lavoratori;
· costituzione e funzionamento
di commissioni comunali e provinciali per l’assistenza e l’orientamento dei
lavoratori nel collocamento;
· costituzione e funzionamento
di commissioni comunali e provinciali di controllo sul collocamento;
· competenza in materia di
collocamento e avviamento al lavoro di cui al primo comma dell’art. 10 dello
Statuto speciale, nonché funzioni delegate dallo Stato;
· interventi provinciali per il
ripristino e valorizzazione ambientale;
· emigrazione;
· competenze in materia di
energia, anche relativamente agli articoli 12 e 13 dello Statuto speciale e al
d.P.r. 26 marzo 1977, n. 235, come modificato e integrato dal decreto
legislativo 11 novembre 1999, n. 463 (comprese tutte le attività relative alla
produzione, trasporto, distribuzione, importazione, esportazione,
trasformazione, acquisto e vendita dell’energia elettrica da qualsiasi fonte
prodotta, quindi anche mediante l’utilizzo delle acque pubbliche a mezzo di
concessioni sia di grandi che di piccole derivazioni);
· coordinamento interventi
Interporto e Autostrada del Brennero;
· programmazione;
· indirizzi di politica
economica e coordinamento delle relative azioni, compresi i rapporti con
Trentino sviluppo;
· coordinamento degli
interventi e dei progetti attuativi delle politiche comunitarie e interventi
per lo sviluppo locale;
· affari generali;
· espropriazioni per pubblica
utilità per tutte le materie di competenza provinciale;
· demanio idrico e polizia
idraulica relativamente ai corsi d’acqua di tutte le categorie;
· utilizzazione delle acque
pubbliche, ad esclusione dell’utilizzazione delle acque pubbliche a scopo
idroelettrico;
· porti lacuali;
· tutela dell’ambiente;
· parchi per la protezione
della flora e della fauna;
· gestione dei parchi naturali,
compreso il Parco dello Stelvio
· trasporti di interesse
provinciale, escluse le linee funiviarie e gli impianti a fune e compreso il
piano della mobilità;
· funzioni delegate dallo Stato
in materia di trasporti;
· rapporti con il Consiglio
provinciale;
· tutela e conservazione del
patrimonio storico, artistico e popolare;
· usi e costumi locali e
istituzioni culturali, accademie, istituti e musei aventi carattere
provinciale, biblioteche, ivi comprese le biblioteche scolastiche;
· manifestazioni ed attività
artistiche, culturali ed educative locali;
· toponomastica;
· rapporti con l’Unione
europea, cooperazione transfrontaliera e cooperazione interregionale;
nonché quelle non attribuite espressamente ai singoli assessori;
Queste le competenze ripartite tra i singoli assessori.
Assessore all’istruzione e sport: Marta Dalmaso
· asili nido;
· scuola materna;
· edilizia scolastica, ad
esclusione di quanto attribuito all’Assessore ai lavori pubblici, ambiente e
trasporti;
· istruzione elementare e
secondaria (media, classica; scientifica, magistrale, tecnica, professionale e
artistica);
· assistenza scolastica;
· addestramento e formazione
professionale;
· attività sportive e
ricreative con relativi impianti e attrezzature.
Assessore all’industria, artigianato, commercio e cooperazione:
Alessandro Olivi
· incremento della produzione
industriale, ivi comprese le aree per il potenziamento industriale;
· miniere, cave e torbiere;
· artigianato;
· commercio (esclusi gli interventi
per la promozione e la commercializzazione dei prodotti trentini a favore delle
imprese singole e associate);
· interventi provinciali per lo
sviluppo dell’economia cooperativa e funzioni delegate in materia di
cooperazione e vigilanza sulle cooperative.
Assessore all’urbanistica, enti locali, personale, lavori pubblici e
viabilità: Mauro Gilmozzi
· urbanistica e piani
regolatori;
· tutela del paesaggio;
· centri storici;
· riforma istituzionale;
· finanza locale;
· vigilanza e tutela sulle
amministrazioni comunali, sui consorzi e sugli enti e istituti locali, ad
eccezione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, delle
aziende di promozione turistica;
· comprensori, compresa la
vigilanza e la tutela;
· usi civici;
· vigilanza e sorveglianza
sugli uffici del giudice di pace;
· libro fondiario e catasto;
· coordinamento progetto
“Dolomiti patrimonio Unesco”;
· organizzazione, personale;
· viabilità e relativo demanio;
· funzioni delegate dallo Stato
in materia di viabilità;
· edilizia pubblica di
competenza della Provincia;
· opere igienico-sanitarie e
politiche per la gestione dei rifiuti;
· opere idrauliche di tutte le
categorie.
Assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione: Tiziano
Mellarini
· agricoltura, patrimonio
zootecnico ed ittico, istituti fitopatologici, consorzi agrari e stazioni
agrarie sperimentali, servizi antigrandine, bonifica;
· ordinamento delle minime
proprietà colturali;
· alpicoltura;
· agriturismo;
· foreste, ivi comprese le
foreste demaniali;
· opere di prevenzione e di
pronto intervento per calamità pubbliche di competenza dei servizi forestali;
· fiere e mercati;
· turismo e industria
alberghiera, comprese le guide, i portatori alpini, i maestri di sci e le
scuole di sci;
· acque minerali e termali;
· linee funiviarie e impianti a
fune;
· vigilanza sulle aziende di
promozione turistica;
· interventi per la promozione
e la commercializzazione dei prodotti trentini a favore delle imprese singole e
associate;
· caccia e pesca;
· opere di prevenzione e di
pronto intervento per calamità pubbliche, relative ai bacini montani.
Assessore alla salute e politiche sociali: Ugo Rossi
· igiene e sanità, ivi compresa
l’assistenza sanitaria e ospedaliera;
· case di riposo, ivi comprese
le residenze sanitarie assistenziali (Rsa);
· assistenza e beneficenza
pubblica;
· vigilanza e tutela sulle
istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza;
· funzioni delegate in materia
di previdenza e assistenza integrativa;
· valorizzazione e
riconoscimento del volontariato sociale;
· disciplina degli interventi
volti a prevenire e rimuovere gli stati di emarginazione;
· edilizia comunque
sovvenzionata, totalmente o parzialmente da finanziamenti a carattere pubblico,
comprese le agevolazioni per la costruzione di case popolari in località
colpite da calamità e le attività che enti a carattere extraprovinciale
esercitano nella provincia con finanziamenti pubblici;
· tutela degli animali di
affezione e prevenzione del randagismo;
· coordinamento delle politiche
a favore dei giovani;
· coordinamento delle politiche
familiari. Assessore alla solidarietà
internazionale e alla convivenza: Lia Beltrami Giovanazzi
· rapporti internazionali;
· attuazione della legislazione
provinciale in materia di cooperazione allo sviluppo;
· interventi nel settore
dell’immigrazione straniera extracomunitaria;
· iniziative per la promozione
della pace;
· interventi per la
realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna.
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PROTOCOLLO PER IL POLESINE: SIA MOTORE PER L’OCCUPAZIONE E LO SVILUPPO |
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Rovigo, 2 aprile 2013 - “E’ un
momento importante, che arriva a suggellare anni di un lavoro in cui abbiamo
creduto tutti insieme”. Così si è espressa l’assessore regionale all’economia,
sviluppo, ricerca e innovazione Isi Coppola, presentando il 28 marzo in Camera
di Commercio a Rovigo ai rappresentanti provinciali delle categorie economiche
e delle organizzazioni sindacali il protocollo d’intesa tra il Ministero dello
Sviluppo Economico e la Regione del Veneto per il rilancio produttivo del
Polesine, firmato venerdì scorso a Roma con il ministro Passera.
L’assessore ha delineato il percorso non semplice dell’intesa, che ha
la sua origine in un primo protocollo firmato due anni fa ruotando intorno alle
vicissitudini che hanno avuto come protagonista l’azienda Grimeca. Nonostante
il cambio di governo – ha aggiunto – non abbiamo desistito e siamo arrivati a
questa seconda intesa, snellita nella forma e negli aspetti burocratici ma
arricchita quanto a contenuti che nella loro formulazione lo stesso Ministero
ha accolto con grande interesse tanto da sottolineare che potrebbe essere un
accordo pilota anche per altre realtà locali e regionali. “Dimostriamo ancora
una volta – ha evidenziato l’assessore Coppola – di essere all’altezza di sfide
nazionali”.
Per quanto riguarda le risorse, l’assessore ha ricordato che, con un
emendamento alla legge finanziaria 2013, la Regione ha riassegnato per
l’attuazione di quanto previsto da questo protocollo 16 milioni di euro dal
fondo di rotazione per il Polesine presso la finanziaria Veneto Sviluppo. A
questi potranno aggiungersi ulteriori risorse, dal momento che il Consiglio
regionale ha approvato anche lo svincolo di altri fondi di Veneto Sviluppo a
favore delle imprese. Inoltre, l’assessore ha fatto presente nei recenti
contatti avuti con la Banca Europea per gli Investimenti (Bei) è stata data
assicurazione che arriveranno almeno altri 50 milioni per il Polesine nel fondo
di rotazione. In realtà, la cifra che sarà messa a disposizione dalla Bei per
tutto il Veneto potrebbe essere all’incirca di 250 milioni di euro.
“Da domani – ha concluso l’assessore Coppola – inizia quindi una nuova
fase del lavoro da fare, accendendo un riflettore su chi vuole investire sul
Polesine. Il nostro obiettivo è di vedere ben allocate le risorse disponibili
perché diventino motore per l’occupazione e lo sviluppo”.
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SEMINARIO "RES" SU MODELLO SOCIALE: ANCHE IN UMBRIA UN PIANO REGIONALE CONTRO LE POVERTÀ |
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Perugia, 2 aprile 2013 -
"L´umbria si doterà di un Piano regionale contro le povertà
attraverso il quale intendiamo rispondere con azioni mirate alle diverse forme
di povertà, vecchie e nuove, ed al crescente disagio di famiglie e
cittadini": lo ha annunciato la vice presidente della Regione Umbria ed
assessore al Welfare, Carla Casciari, concludendo il seminario relativo al
modello sociale e all´occupazione in Umbria, promosso dall´Agenzia Umbria
Ricerche, nell´ambito delle iniziative di presentazione del Rapporto economico
sociale 2012/2013.
"Il Piano, il cui lavoro
di stesura verrà avviato a breve e che
sarà frutto del contributo e della partecipazione di tutti i soggetti
interessati - ha detto Casciari, ci permetterà di mettere a valore nel miglior
modo possibile l´insieme delle risorse per il settore derivanti da diverse
fonti finanziarie. I tagli del governo nazionale hanno inciso pesantemente
sulla possibilità delle Regioni di poter rispondere adeguatamente ai crescenti
bisogni sociali causati dalla crisi. Ricalibrare le risorse, dirottandole su
azioni strutturali e articolate più
rispondenti alle mutate condizioni economico sociali, di contesto e regionali,
rappresenta quindi un passo imprescindibile sulla strada del mantenimento dei buoni standard conseguiti in
Umbria, come testimonia anche questo Rapporto. Certo - ha proseguito, i
cambiamenti in atto impongono una visione a lunga prospettiva ed una capacità
di anticipare future tendenze e nuove forme di vulnerabilità sociale. Ed è per questo che, pur confermando la bontà del
modello umbro di welfare, siamo impegnati ad individuare forme di aiuto e
sostegno diversificati che siano maggiormente efficaci e a realizzare servizi
più flessibili, rivolti in particolare a chi soffre di nuove povertà, tra cui
le famiglie giovani con minori. Non un
welfare ´monetario´ - ha sottolineato Casciari, ma costruito su bisogni che sono in
evoluzione a causa del peggiorare del contesto. Ciò - ha concluso l´assesore
- in accordo con le indicazioni provenienti
dal mondo del volontariato e del terzo settore e con la nuova programmazione
europea per le politiche di inclusione sociale e lotta alla povertà".
Ad aprire il seminario,
presieduto dal Direttore di Aur Anna Ascani, l´intervento di Paolo Montesperelli (Università "La
Sapienza", Roma) e Mario Acciarri (Sociologo) per i quali in una Italia a
"macchia di leopardo", frastagliata e diversificata soprattutto nei
suoi tratti economici, l´Umbria assume una posizione "anomala".
La regione si trova in una fase di transizione, nella temporanea
sospensione di una propria collocazione, caratterizzata da un "divario
interno" che la pone più vicina al Sud nell´economia, ma più prossima al
Centro-nord quanto ad integrazione e benessere sociale. E´ tenendo conto di
queste mutate condizioni che i due studiosi si chiedono a quale regioni
l´Umbria sia oggi vicina e se si possa ancora parlare di un "modello
Umbria", cioè di una realtà dove economia e sociale sono così uniti
da spiegarsi reciprocamente. La crisi ha infatti accentuato la fragilità
economica, la frammentazione del tessuto produttivo regionale, l´emergenza
lavoro, le difficoltà di "muoversi verso Rete e Ricerca". Eppure -
sostengono - quello che connota gli stili di vita, i servizi, la capacità d´integrazione
dei soggetti deboli, proiettano l´Umbria nelle aree più avvantaggiate del
Paese. Ciò impone - per entrambi - due diverse valutazioni o l´Umbria vive al
di sopra delle possibilità e sta per subire un pesante ridimensionamento, oppure il sociale continua a compensare la
crescente fragilità economica. Tuttavia - concludono Montesperelli e Acciarri - in entrambi i
casi è richiesta alle istituzioni e alla società civile un grande sforzo
d´innovazione per fronteggiare gli eventi.
Dopo il 2001 le aree
storicamente urbanizzate dell´Umbria (Perugia, Terni Orvieto, Città di
Castello, Foligno, Spoleto, Assisi) hanno iniziato una fase di rallentamento
che le ha accompagnate nella prima vera crisi economica globale, mentre nel
periodo precedente crescevano ad un ritmo non raggiungibile dalle altra aree
della regione. E´ il quadro territoriale del valore aggiunto dell´Umbria
offerto dall´analisi di Paolo Polinori (Università degli Studi di Perugia) che
ripropone l´idea di una regione che va incontro ad un forte processo di
articolazione territoriale. Sul fronte della disuguaglianza, la riduzione della
diseguaglianza globale all´interno della regione rappresenta - per Polinori -
l´esito di comportamenti differenziati, riconducibili
a processi di polarizzazione territoriale che hanno caratterizzato le dinamiche
sub-regionali italiane.
Lorenzo Birindelli,
dell´Istituto ricerche economiche e sociali, ha analizzato la situazione di
debolezza di chi un lavoro ce l´ha, o almeno, lo ha avuto e ne sta cercando un altro.
Nell´insieme, ha detto, l´incidenza dei lavoratori in difficoltà sulla platea
complessiva dei lavoratori (occupati e disoccupati ex-occupati) si è
accresciuta in Umbria in modo considerevole con la recessione. Nei livelli
pre-crisi, l´incidenza di situazioni di difficoltà oscillava tra il 16 ed il
18% per i dipendenti, mentre supera il 23% nel 2011. Per gli autonomi, i
livelli erano sul 6-8%, e nel 2011 vanno oltre il 10 per cento. Per i
collaboratori, i livelli di partenza erano già molto elevati (50-60%), e viene
superato il 70% di incidenza dei lavoratori in difficoltà nel 2010, valore che
scende, restando tuttavia sopra ai due terzi, nel 2011. Il problema della
difficoltà nel mercato del lavoro, ha rilevato, si sostanzia prevalentemente
nell´area del lavoro manuale e del terziario non impiegatizio, con larga
prevalenza del lavoro dipendente. Si aggrava nettamente l´incidenza della
difficoltà per le occupazioni a bassa qualifica e per quelle con un discreto
livello di qualificazione legate ai consumi delle famiglie.
Birindelli, inoltre, ha
"pesato" la consistenza del pubblico impiego in Umbria. Gli occupati,
secondo i dati del Conto annuale del Tesoro elaborato dalla Ragioneria generale
dello Stato, risultano nel 2011 circa 49mila. Nel 2001 erano intorno ai 53mila,
con una riduzione in percentuale che è stata quindi, in dieci anni, del 7,5 per
cento. Dal punto di vista dell´incidenza in rapporto alla popolazione e all´occupazione dipendente, nel
2011 come anche nel 2001, il dato umbro è in linea con la media nazionale: è
del 5,4% e coincide con il dato nazionale il rapporto dipendenti/popolazione;
il rapporto con il totale degli occupati dipendenti è del 17,2% (la media
nazionale è del 17,1 per cento). Nel
2011, il primo comparto nel pubblico impiego, con oltre il 31% del personale
totale, è rappresentato in Umbria dalla
Scuola, cui segue il Servizio sanitario nazionale con quasi il 23 per cento; il
complesso degli Enti locali si colloca poco sotto il 20 per cento.
Complessivamente, questi tre macro-comparti assorbono quasi i tre quarti del
pubblico impiego in Umbria.
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AMMORTIZZATORI IN DEROGA: NUOVI FONDI PER LA VALLE D’AOSTA |
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Aosta, 2 aprile 2013 - La
questione degli ammortizzatori in deroga è stata affrontata ieri, mercoledì 27
marzo, a Roma, dalla Ix Commissione Istruzione, Lavoro, Innovazione e Ricerca
della Conferenza della Regioni e Province autonome, alla quale è intervenuto
anche il Presidente della Regione.
Nel corso dell’incontro è stato approvato il documento che stabilisce
la ripartizione dei fondi al momento disponibili e, sulla base del quale, è
stata destinata alla Valle d’Aosta la somma di 338 mila euro.
A seguito del trasferimento delle risorse, il Dipartimento politiche
del lavoro e della formazione procederà nelle prossime settimane a convocare le
aziende che hanno presentato le istanze, per esaminare nel merito le richieste
formulate.
Alla luce delle urgenti necessità manifestate ieri in relazione
all’aumento delle richieste di cassa integrazione e mobilità in deroga, i
rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome si sono impegnati a
sollevare il problema del finanziamento delle restanti risorse per l’anno in
corso non appena sarà insediato il nuovo Governo.
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DALLA REGIONE LOMBARDIA 1 MILIONE DI EURO PER I GIOVANI DISOCCUPATI |
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Milano, 2 aprile 2013 - Oltre 2 milioni di euro (di cui uno messo in
campo da Regione Lombardia) a disposizione degli under 35 lombardi, per
favorire la nascita di nuove imprese e promuovere opportunità di impiego per
disoccupati, cassaintegrati e iscritti alle liste di mobilità. È questo, in
sintesi, l´obiettivo del progetto ´Start 2013´, finanziato il 27 marzo anche da
Regione Lombardia (Assessorato allo Sport e Politiche per i giovani). Il
progetto è frutto di un accordo fra Regione Lombardia, Presidenza del Consiglio
dei Ministri - Dipartimento della Gioventù, Comune e Camera di Commercio di
Milano e Unioncamere.
Azioni Di Sostegno All´occupazione Per Pmi - "Tra gli obiettivi
del progetto - sottolinea l´assessore regionale allo Sport e Politiche per i
giovani Antonio Rossi - c´è quello di aiutare i giovani a inserirsi nel mondo
del lavoro, supportando le piccole e medie imprese lombarde con meno di quattro
anni o con più di quattro anni ma operanti in settori come moda, design, green economy
e digitalizzazione. Per questi settori dovranno essere fatte nuove assunzioni o
dovrà essere fatta la stabilizzazione del personale precario grazie ad appositi
voucher, che andranno dagli 8.000 fino ai 10.000 euro. Inoltre, verranno
attivati seminari rivolti ai giovani occupati/stabilizzati, con lo scopo di
presentare i principali aspetti delle organizzazioni aziendali e della
contrattualista del lavoro".
Servizi Gratuiti Per Mettersi In Proprio - Tra le attività previste dal
progetto anche servizi gratuiti per mettersi in proprio rivolti a disoccupati,
inoccupati e cassaintegrati in mobilità, incontri di presentazione pubblica del
progetto e del Bando, nei quali verranno illustrate le attività previste e le
modalità per accedervi, e colloqui di selezione con esperti, per avviare
un´attività e per la definizione dell´idea imprenditoriale. Saranno attivati,
inoltre, corsi di formazione e laboratori didattici per il trasferimento di
contenuti e metodologie per la definizione del progetto imprenditoriale o di
lavoro autonomo. Tra le iniziative sono previste anche l´assistenza individuale
e la consulenza specialistica, per accompagnare nella stesura di business plan
e professional plan, finalizzati all´analisi della realizzazione del progetto
imprenditoriale o di lavoro autonomo e all´individuazione di forme di
finanziamento adeguate tra le opportunità disponibili. Infine, verranno
attivati incontri di presentazione dei progetti imprenditoriali, allo scopo di
facilitare e favorire l´accesso a strumenti di microcredito disponibili e di
informazione sul sistema di garanzie (Confidi, Federfidi, Fei e Camere di
Commercio lombarde).
I Tempi Del Bando - Il bando, relativo alle azioni di sostegno
all´occupazione, di competenza regionale, è stato pubblicato oggi. La
presentazione delle domande dovrà avvenire dalle ore 9.30 del 28 maggio 2013
fino alle ore 18 del 12 luglio 2013. Per quanto riguarda il supporto alla
creazione d´impresa e le attività di lavoro autonomo l´iscrizione ai colloqui
di selezione potrà avvenire già da giovedì 28 marzo. Per ulteriori informazioni
consultare il sito www.Start.lombardia.it.
Futuro E Lavoro Per I Giovani - "´Futuro´ e ´lavoro´ - sottolinea
l´assessore Rossi - sono due parole che, mai come in questo momento, si
intrecciano in un legame molto stretto, soprattutto perché si riferiscono al
mondo dei giovani. Sono orgoglioso di poter presentare l´edizione 2013 del
progetto ´Start´. Regione Lombardia affronta i problemi dando risposte
concrete, in questo caso mettiamo sul tavolo aiuti reali per le piccole e medie
imprese lombarde, quantificabili in 1 milione di euro. Un´efficace azione di
sostegno all´occupazione, realizzata attraverso l´erogazione di risorse
economiche e la formazione, che declina in modo evidente le nostre priorità e
la policy di Regione Lombardia".
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MILANO: NOMINE PARTECIPATE, APERTO BANDO CANDIDATURE PER CDA DI 4 FONDAZIONI FINO AL 9 APRILE. INTERESSATE LE FONDAZIONI SCUOLE CIVICHE, WELFARE AMBROSIANO, CASA DI RIPOSO PER MUSICISTI ‘G.VERDI’ E CLOTILDE BARATIERI |
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Milano, 2 aprile 2013 - È aperto fino a martedì 9 aprile il nuovo bando
del Comune di Milano (2013/3) per la presentazione delle candidature negli
organi di amministrazione di 4 Fondazioni, secondo i criteri di trasparenza,
pubblicità e rispetto della parità di genere approvati dal Consiglio comunale
il 29 marzo dello scorso anno.
Le proposte di candidatura per le nomine dei rappresentanti comunali
negli organi di indirizzo e gestione riguardano la Fondazione Scuole civiche di
Milano-fondazione Milano (un consigliere in sostituzione di Filippo Del Corno,
dimissionario), la Fondazione Welfare Ambrosiano (due consiglieri), la Casa di
riposo per musicisti-Fondazione ‘Giuseppe Verdi’ (un consigliere) e la
Fondazione Clotilde Baratieri (un consigliere). Per quest’ultimo ente, in particolare,
operante nel settore dell’ambiente e della tutela della salute e del benessere
degli animali, è richiesto il possesso di titoli professionali
medico-veterinari, con conoscenze ed esperienze nella gestione di strutture di
rifugio per animali.
Il testo integrale del bando e l’elenco completo di tutti gli enti sono
pubblicati sul sito http://www.comune.milano.it/ , sezione Servizi on line – Bandi e
Avvisi di gara – Bandi – Nomine.
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POLITICHE GIOVANILI: NUOVE LE MODALITA’ DI ATTUAZIONE SUL TERRITORIO DELLE MARCHE PREVISTE DAL PROGRAMMA ANNUALE DEGLI INTERVENTI. |
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Ancona, 2 aprile 2013 - Al via il nuovo programma annuale degli
interventi in materia di politiche giovanili da parte della Giunta regionale.
L’atto, sul quale nei giorni scorsi la Consulta regionale dei giovani si è
espressa favorevolmente, passa ora all’esame della competente Commissione
consiliare per il parere previsto dalla legge regionale 24/2011. Per
l’assessore alle Politiche Giovanili, Paolo Eusebi “si tratta di un programma
assolutamente innovativo rispetto al passato: nuove le modalità di attuazione
sul territorio rispetto alla precedente legge regionale 46; così come gli
elementi di valutazione e il relativo sistema premiante, con riferimento, in
particolare, alla rilevanza territoriale dei progetti e alla costruzione di reti
con la partecipazione dei giovani; innovativo il regime di cofinanziamento nel
quale possono confluire anche i costi figurativi. Un programma – aggiunge
l’assessore – che, per le novità che introduce, richiede la più ampia
condivisione tra tutti i soggetti interessati alla sua attuazione”. Resta
prioritario, rimarca Eusebi, “promuovere la centralità e la trasversalità di
politiche specifiche a favore dei giovani in una prospettiva di sviluppo
culturale, sociale ed economico della collettività”. Con l’approvazione del
programma vengono definiti il riparto delle risorse stanziate per il 2013, i
criteri e le modalità per la presentazione e la valutazione dei progetti locali
e di iniziativa regionale. Il provvedimento segna un cambiamento radicale
rispetto alle modalità di attuazione degli interventi che sul territorio, fino
al 2012, sono stati realizzati secondo quanto previsto dalla legge regionale
46/95. Per l’anno in corso la procedura di finanziamento dei progetti
territoriali rimane in capo alla regione. Due, le tipologie di progetti
previste dalla nuova legge regionale, a cui la Giunta destina le risorse
previste dal bilancio 2013 di circa 480mila euro. Il 60% riservato al
finanziamento dei progetti di interesse locale con l’obiettivo di cofinanziare
i progetti degli Enti locali e degli Ambiti Territoriali Sociali. La copertura
del territorio regionale è garantita da una procedura che provvede a ripartire
le risorse finanziarie, destinate al finanziamento dei progetti degli enti
locali, per Ambito Territoriale Sociale, in proporzione al numero di giovani
residenti nella fascia di età 16-35 anni. Tutti i territori, quindi, hanno la
possibilità di esprimere una progettualità che tenga conto delle rispettive
peculiarità e, soprattutto, della domanda che viene direttamente dai giovani.
Si amplia, di fatto, la possibilità di partecipazione diretta dei giovani: i
progetti devono prevedere infatti il partenariato delle componenti giovanili
del territorio. Il 40% delle risorse è destinato al finanziamento di progetti di
iniziativa regionale: in particolare quelli selezionati in base alle proposte
delle Associazioni e degli organismi giovanili operanti nel territorio
regionale. Soggetti beneficiari le associazioni giovanili e non e, per la prima
volta, si apre anche per i gruppi informali di giovani la possibilità di
partecipare presentando le loro proposte progettuali da realizzare in
collaborazione con la struttura regionale di riferimento. Il programma annuale
degli interventi entrerà in vigore dopo l’acquisizione del parere della
Commissione consiliare e l’approvazione definitiva da parte della Giunta
regionale. Tutti i soggetti avranno tempo fino al 30 giugno 2013 per lavorare
alle progettualità e presentare domanda di cofinanziamento.
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LAVORO. AMMORTIZZATORI SOCIALI.APPROVATO ULTERIORE RIPARTO RESIDUALE; ACCOLTA PROPOSTA DEL VENETO DI RICONOSCERE ANCHE RISORSE BILATERALITA’; AL VENETO OLTRE 25 MILIONI DI EURO” |
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Venezia, 2 aprile 2013 – A Roma, nell’ambito della nona commissione
della Conferenza delle Regioni che riunisce il coordinamento degli Assessori al
lavoro, il 27 marzo è stato approvato l’ulteriore riparto residuale della cassa
integrazione in deroga pari a 260 milioni di euro di cui 25.124.643 euro
spettano al Veneto, seconda regione dopo la Lombardia per destinazione di
risorse. Ne dà notizia l’Assessore regionale al lavoro Elena Donazzan che ha
preso parte all’incontro e che sottolinea: “E’ stata accolta la proposta della
Regione Veneto di vedere riconosciute anche le risorse della bilateralità,
quindi messe a disposizione da lavoratori e imprese, che di fatto hanno
sostenuto gli ammortizzatori sociali già individuati dalle risorse dello Stato
e della Regione, aumentandone i beneficiari. “Ho avuto la preoccupazione –
afferma Elena Donazzan, Assessore regionale al lavoro che ha preso parte all’incontro
- che qualche Regione volesse rimandare
l’approvazione di questo ultimo riparto a fronte di un allargamento a settori
che certamente avrebbero penalizzato le nostre piccole imprese e i nostri
artigiani a cui invece queste risorse sono prioritariamente destinate. La
Regione Sicilia pensava addirittura di far rientrare le migliaia di dipendenti
di alcune partecipate del Comune di Palermo. Mi ha rassicurato il fatto che il
Veneto in questa battaglia non è stato solo visto che la maggioranza delle Regioni
hanno richiamato all’urgenza e al senso di responsabilità a fronte di risorse
che restano del tutto insufficienti”. Inoltre le Regioni hanno espresso ancora
una volta la preoccupazione di non avere un Governo che sappia presentare al
Parlamento la gravità della mancanza di risorse per gli ammortizzatori sociali.
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TRENTO: LA GIUNTA PROVINCIALE VALORIZZERÀ I TIROCINI FORMATIVI ABILITANTI |
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Trento, 2 aprile 2013 - La
Giunta provinciale ha tutta l´intenzione di valorizzare i percorsi dei tirocini
formativi abilitanti. Lo ribadisce Marta Dalmaso, assessore all´istruzione e
allo sport, che il 28 aprile ha portato
l´argomento all´attenzione dell´esecutivo provinciale e, successivamente, nella
sede di piazza Dante, ha incontrato i rappresentanti dei Tfa.
"La Giunta - spiega l´assessore - ha affrontato la questione
relativa ai Tfa. Sappiamo bene che il sistema di reclutamento degli insegnanti,
che si fonda sulle graduatorie, presenta una grande complessità e molte
criticità, dovute anche al fatto che i docenti coinvolti esprimono istanze
legittime ma contrastanti. La sintesi che dia risposte soddisfacenti a tutti
non è sempre possibile e non è tutta in capo alla Provincia".
"Comunque - prosegue l´assessore - dopo aver approfondito tutti
gli aspetti la Giunta ha oggi ribadito il proprio convincimento sul percorso di
abilitazione dei tirocini formativi abilitanti ordinari, per altro in corso di
svolgimento sia in Provincia di Trento sia nel resto del territorio nazionale.
Conferma la proroga per l´anno scolastico 2013/14 delle graduatorie di istituto
ad oggi vigenti, ma proprio per valorizzare questi percorsi abilitanti intende
muoversi, da subito, lungo due direzioni. Da una parte introdurre un punteggio
specifico ai fini del futuro aggiornamento delle graduatorie di istituto per i
docenti che si sono abilitati con tali percorsi e dall´altra,
contemporaneamente, avviare il confronto con le organizzazioni sindacali del
comparto. Questo per arrivare ad introdurre un reclutamento concorsuale
meritocratico anche per il conferimento degli incarichi a tempo determinato di
competenza della struttura amministrativa provinciale. E´ ovvio che per questa
previsione occorrerà intervenire con una apposita proposta legislativa. Questo
canale concorsuale consentirà a tutti i docenti abilitati, anche a quelli
abilitati tramite tirocinio formativo attivo, di concorrere all´assunzione di
incarichi in una posizione più favorevole rispetto al solo inserimento nelle
graduatorie di istituto".
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PROTOCOLLO D’INTESA REGIONE VENETO-UNAR PER COMBATTERE LA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE. |
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Venezia, 2 aprile 2013 - La Regione del Veneto con l’assessore ai
flussi migratori Daniele Stival e l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione
Razziale – Unar – con il direttore Marco De Giorgi hanno sottoscritto un
protocollo d’intesa della durata di 3 anni prorogabili a 6 che attiva
un’articolata collaborazione in materia di prevenzione e contrasto delle
discriminazioni razziali. Regione e Unar attiveranno una collaborazione
reciproca permanente attraverso la quale rilevare, prevenire e combattere il
fenomeno e promuovere iniziative congiunte
di sensibilizzazione con particolare riferimento alla popolazione
immigrata e neocomunitaria, al mondo giovanile, a quello sportivo e a quello
scolastico. Tra gli aspetti operativi più rilevanti, da notare l’attivazione di
un’Antenna regionale specifica attraverso la quale coordinare le reti
territoriali di sportelli legali e di associazioni di settore operanti sul
territorio per valorizzarne la diffusione capillare e la condizione di
prossimità alle potenziali vittime di discriminazioni. Sarà anche promossa ogni
iniziativa per contrastare le discriminazioni nell’ambito del mercato del
lavoro, dei servizi alla persona, nei sistemi educativi e d’istruzione, sostenendo
buone pratiche atte a favorire l’eliminazione o la riduzione degli atti
discriminatorio. “La discriminazione – sottolinea Stival – è il peggior nemico
delle politiche di seria integrazione che stiamo portando avanti verso il mondo
dell’immigrazione, basate su legalità, onestà, reciprocità. E’ un fenomeno che
troppo spesso – aggiunge l’assessore – innesca veri e propri reati e sfocia
purtroppo anche in violenza, sia essa fisica o psicologica. E questo vale per
tante situazioni: dalla strada ad un campo di calcio, vedi la vicenda Boateng
che ha fatto il giro del mondo, dalla scuola agli uffici. Grazie a questo
accordo con l’Unar – conclude Stival – si attiverà una vera rete operativa,
legata strettamente al territorio, capace di istruire, prevenire, collaborare
per reprimere e punire se necessario. La gestione dell’accordo, per la cui
realizzazione l’Unar metterà a disposizione apposite risorse economiche anche
all’interno della rete e delle progettualità che l’Ufficio presenterà al
Ministero dell’Interno nell’ambito del Programma Europeo, sarà dotata anche di
un Comitato di Pilotaggio che sarà composto da rappresentanti della Regione,
dell’Unar e dell’Osservatorio Regionale Immigrazione.
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UN NUOVO ACCORDO CONTRO LE DISCRIMINAZIONI DI GENERE |
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Parma, 2 aprile 2013 – Si rinsalda il patto contro le discriminazioni
di genere tra Consigliere di parità provinciali e Direzione territoriale del
lavoro. Dopo la firma di un protocollo ad hoc nel 2010, ora quell’accordo viene
rivisto alla luce delle novità normative introdotte dalla Riforma Fornero e
sfocia in un nuovo protocollo, siglato il 27 marzo in Provincia.
L’intesa, in piena continuità con quella del 2010, mira a favorire la
piena applicazione della normativa in materia di parità e di pari opportunità
tra uomo e donna, per prevenire e rimuovere ogni forma di discriminazione di
genere; rafforza la collaborazione fra Consigliere di parità provinciali e
Direzione territoriale del Lavoro; accelera i passaggi e le procedure e, quindi,
garantisce risposte pronte alle lavoratrici e ai lavoratori in difficoltà.
Al centro dell’accordo, in particolare, il fenomeno delle dimissioni
delle lavoratrici nel primo anno di età del figlio, fenomeno che si punta a
prevenire e scongiurare: l’intento è quello di accertare la spontaneità delle
dimissioni da convalidare e l’effettiva volontà della lavoratrice, informandola
anche sui propri diritti e sulla normativa in materia di pari opportunità e
tutela antidiscriminatoria.
“È un’ulteriore iniziativa a tutela del lavoro delle donne sul nostro
territorio: una sinergia forte tra Ufficio della consigliera di parità e
Direzione territoriale del lavoro affinché le donne non perdano il lavoro. La
riforma Fornero ha introdotto alcune novità: ad esempio il periodo protetto,
cioè il periodo in cui le donne non possono essere licenziate dal mondo del
lavoro, non possono uscire dal mondo del lavoro, è stato aumentato a tre anni
dalla nascita del figlio. Questo
comporta la necessità di trovare molta flessibilità da parte dei datori di
lavoro, affinché vadano incontro alle esigenze di cura e di conciliazione di
tempi di vita e tempi di lavoro delle donne. Noi sappiamo che nel momento del
rientro al lavoro dopo la maternità ci sono moltissime discriminazioni, di vario
tipo: questo protocollo è uno strumento in più per far sì che le donne possano
essere tutelate”, ha spiegato poco prima della firma la consigliera di parità
provinciale Cecilia Cortesi Venturini, che ha poi aggiunto: “I dati della
Direzione territoriale del lavoro dicono che ogni anno più di 200 donne
fuoriescono dal mondo del lavoro nel primo anno di maternità, per una serie di
motivi: in pochissimi casi si tratta di una scelta davvero volontaria, dettata
dal desiderio di rimanere di più con i propri figli e di dedicarsi alla loro
cura. Per questo è necessario sondare la reale volontà delle donne, e tutelarle
il più possibile”.
“Protocollo che ha seguito la strada giusta” anche per Tiziana Mazzeo,
responsabile del Servizio Politiche del lavoro della Direzione territoriale del
lavoro. “È importante sottolineare l’importanza di questo protocollo, che
permette in un momento così difficile di tenere l’occhio vigile sulle donne,
che sono le più colpite dalla crisi ma hanno tante risorse e tante competenze da
far valere nel mondo del lavoro. Tutto questo anche in virtù di una recente
norma che permette la certificazione delle competenze acquisite anche nella
vita privata”, ha commentato, facendo riferimento all’entrata in vigore del
dlgs 13/2013 in materia di sistema nazionale di certificazione delle
competenze.
Pieno l’appoggio della Provincia: “Questa intesa rappresenta un punto
importante della collaborazione tra istituzioni per il lavoro delle donne.
Sostenere il lavoro delle donne in questo momento è una delle azioni più
importanti che si possano fare per aiutare il nostro paese a stare meglio e
incamminarsi su un sentiero di ripresa da una situazione economica e sociale
molto difficile”, ha spiegato l’assessore alla Formazione professionale e alle
Politiche attive del lavoro Manuela Amoretti. “È ormai un dato di fatto – ha
aggiunto - che dove il tasso di occupazione femminile è più alto il pil cresce.
E che dentro al mondo delle donne che chiedono di lavorare, o di rientrare nel
mondo del lavoro, c’è un enorme giacimento di saperi, competenze, esperienze:
un giacimento che non può restare inutilizzato, perché di quei saperi, di
quelle competenze e di quelle esperienze, il nostro paese ha bisogno. Bisogna
mettersi ben in testa, infatti, che la lotta alle discriminazioni è importante
non solo perché significa combattere contro un’ingiustizia, ma anche perché
significa lavorare per una prospettiva positiva e di crescita”.
Il protocollo in dettaglio
Diverse le azioni d’intervento previste, che in buona parte confermano
quelle della precedente intesa.
Le principali:
- nel caso di denuncia
di discriminazioni, la verifica ispettiva verrà effettuata entro 7 giorni
lavorativi dalla ricezione della richiesta di intervento da parte dei Servizi
ispettivi, per favorire una rapida acquisizione, da parte delle Consigliere di
Parità, di dati e riscontri sui fatti denunciati;
- in caso di vertenze
che vedano coinvolte donne che ritengono di avere subito discriminazioni di
genere, la Direzione territoriale del lavoro si impegna a creare una corsia
preferenziale riducendo i tempi di discussione della vertenza nella Commissione
di Conciliazione istituita, e riconosce la facoltà della lavoratrice stessa di
avvalersi dell’assistenza delle Consigliere di parità nelle procedure
conciliative;
- nell’ambito della
procedura di convalida delle dimissioni delle lavoratrici/lavoratori, il
funzionario ispettivo provvede a informare la persona in merito alla necessità
di rivolgersi anche alla Consigliera provinciale di Parità per la convalida
delle dimissioni rassegnate entro il primo anno di nascita del figlio. Il
colloquio è utile per accertare la reale volontà e soprattutto la spontaneità
delle dimissioni. La Consigliera di Parità, investita nel più breve tempo possibile
della questione dalla Direzione territoriale del lavoro, riceverà per un
colloquio la/il dichiarante per accertare la spontaneità delle dimissioni da
convalidare e l’effettiva volontà della persona.
Il protocollo, che ha validità di tre anni, prevede inoltre che la
Direzione territoriale del lavoro fornisca periodicamente, e comunque ogni 3
mesi e alla fine di ciascun anno, alle consigliere di Parità i dati statistici
disaggregati per genere relativi al contesto provinciale, e i dati su
licenziamenti/dimissioni di madri in periodo protetto. La Direzione
territoriale del lavoro informerà le Consigliere di Parità di tutti i tentativi
obbligatori di conciliazione incentrati su supposte discriminazioni di sesso
(ad esempio: licenziamenti in periodo di
tutela per maternità o matrimonio, vertenze su diritti legati alla maternità o
ai congedi parentali, demansionamento etc.).
La Direzione territoriale del lavoro e le Consigliere di parità si
impegnano a promuovere azioni positive per favorire la conciliazione tra tempi
di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori. Si impegnano poi a
collaborare con l’Assessorato alle Politiche attive del lavoro e formazione
professionale della Provincia per favorire il reinserimento delle donne
estromesse dal mercato del lavoro per licenziamento o dimissioni, oppure
lontane dallo stesso mondo del lavoro a causa di problematiche familiari o
della crisi economica.
L’accordo prevede inoltre:
- iniziative di formazione congiunte tra Consigliere di parità e
Direzione territoriale del lavoro
- la presenza della Consigliera di parità all’Unità operativa Politiche
del lavoro e autorizzazioni al lavoro della Direzione territoriale del lavoro,
per 2 ore la settimana, il venerdì;
- il raccordo con il Servizio ispezioni del lavoro, con riguardo alle
denunce presentate dalla Consigliera che devono essere seguite con particolare
riguardo;
- la trasmissione periodica alla Consigliera dei dati statistici
inerenti le donne (licenziamenti- dimissioni- vertenze ecc.) da parte della Direzione
territoriale del lavoro.
I firmatari si impegnano infine a riunirsi con cadenza almeno annuale,
per un opportuno scambio di informazioni e per coordinare le rispettive
attività di repressione e disincentivazione delle forme di discriminazione di
genere nei luoghi di lavoro, e a promuovere la sottoscrizione di un protocollo
d’intesa con i comuni capo-distretto della provincia per coinvolgere i poli
assistenziali dei singoli comuni.
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MISE: AL VIA TAVOLO PERMANENTE PER IMPRENDITORIA FEMMINILE INCONTRO TRA MINISTRO PASSERA E COORDINAMENTO DONNE DI IMPRESA |
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Roma, 2 aprile 2013 – Creare un tavolo permanente sull’imprenditoria
femminile per mantenere un confronto aperto e costante sui temi legati al credito e alle
agevolazioni fiscali per le imprese individuali gestite da donne. E’ questa la
decisione assunta il 27 marzo nell’incontro tenutosi tra il ministro dello
Sviluppo economico Corrado Passera e una delegazione del Coordinamento Donne di
Impresa.
Nel corso della riunione, le rappresentanti delle “imprese rosa” hanno
evidenziato come, nonostante il rilevante contributo dell’imprenditoria
femminile al sistema Paese e la sostanziale tenuta nella dinamica anagrafica
durante l´attuale periodo di crisi, alle aziende femminili vengano richieste
garanzie particolarmente onerose da parte degli istituti di credito, a fronte
di tassi di interesse più elevati sugli
scoperti di conto corrente (come evidenziato dalla Relazione Annuale del 2011
di Banca d´Italia).
Il ministro Passera e i rappresentanti del dicastero - tra cui il presidente del comitato di
gestione del Fondo di Garanzia Claudia Bugno e il presidente del Tavolo di
coordinamento per l’internazionalizzazione delle Pmi al femminile, Mirella
Ferlazzo – hanno fatto il punto anche sulle misure finora attuate dal Mise per
favorire le imprenditrici donne. Tra queste, la sezione speciale del Fondo di
Garanzia per le Pmi rosa, che consentirà di attivare 300 milioni di euro di
credito garantito, e la conferma dei 105 comitati per il supporto
all´imprenditoria femminile presenti in tutte le Camere di Commercio.
Apprezzamento è stato manifestato dalla Portavoce del Coordinamento
Donne d’ Impresa, Dora Iacobelli, per la disponibilità del Ministro nel voler
dare un seguito immediato alla richiesta di istituzione del tavolo permanente
per l’imprenditoria femminile.
Il Coordinamento Donne di Impresa è un’organizzazione costituita dalle
rappresentanze femminili di Casartigiani – Cia – Cna - Coldiretti – Confagricoltura
– Confapi – Confartigianato – Confcommercio - Confcooperative – Confesercenti -
Legacoop- Agci.
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FORLÌ-CESENA - RETI DI IMPRESE FEMMINILI: PROROGA DEL BANDO |
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Forlì-Cesena, 2 aprile 2013 - L’obiettivo del progetto è fornire alle
imprenditrici le conoscenze di base sulle opportunità che un modello
organizzativo di tipo aggregativo può offrire in termini di aumento della
competitività sul mercato e accompagnarle, attraverso esperti in possesso di
adeguate competenze, nella definizione delle modalità di costituzione di una
rete o di altra forma di aggregazione e nella sperimentazione di questo nuovo
modello di business.
Il progetto prevede il coinvolgimento diretto e attivo delle
Associazioni di categoria in particolare delle funzionarie che si occupano
attivamente di imprenditoria femminile e delle loro rappresentanti in seno al
Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di
Forlì-cesena.
Alle imprese selezionate che parteciperanno al progetto saranno messi a
disposizione:
una giornata di
formazione/workshop sulle reti d’impresa presso la Camera di Commercio
finalizzata a trasmettere le informazioni e le conoscenze di base relative a
natura del contratto, partecipanti, finalità, oggetto, contenuti del contratto,
procedure ecc. Necessarie per valutare concretamente la possibilità di
costituirsi in rete o in aggregazione
- un check-up da parte dell’esperto in ciascuna azienda, finalizzata
all’elaborazione di un’analisi sull’impresa nel suo complesso per individuare i
punti di forza e di debolezza, i programmi individuali e gli obiettivi al fine
di programmare il percorso da intraprendere riguardo a organizzazione ed
attività
- la realizzazione di un dossier operativo relativo alla fattibilità
del progetto selezionato, redatto da un esperto individuato dalla Cdc.
- incontri periodici di condivisione dei risultati, in modo da far emergere
le aree di convergenza per arrivare a definire degli obiettivi di gruppo per la
realizzazione del progetto di aggregazione pilota
- lungo tutto il processo di aggregazione le imprese saranno assistite
dall’esperto
Per aderire, le aggregazioni, oltre ad individuare un proprio referente
interno di riferimento nell’implementazione delle attività, dovranno presentare
la seguente documentazione, i cui moduli sono scaricabili a fondo pagina:
domanda di partecipazione
- scheda tecnica del progetto
- dichiarazione di intenti firmata dai legali rappresentanti delle
imprese dell´aggregazione
La documentazione dovrà pervenire entro il 12 aprile all’U.o.
Promozione della Camera di Commercio di Forlì-cesena via e-mail a
imprenditoria.Femminile@fc.camcom.it
oppure fax 0543/713543.
Nel caso pervengano più domande da aggregazioni o reti di imprese, si
procederà con l’ausilio di un esperto alla selezione di una sola aggregazione
di imprese da accompagnare nel percorso.
Non sono previsti costi da parte delle imprese partecipanti al
progetto.
Per la modulistica:
http://www.Fc.camcom.it/promozione/documento.htmid_ d=4131&pk_campaign=nq__20130328&pk_kwd=proroga%20dei%20termini%20di%20adesion
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TOSCANA: INFANZIA: 6,4 MILIONI PER FINANZIARE 20 PROGETTI VIA LIBERA ALLE SPERIMENTAZIONI “ZERO-SEI” |
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Firenze, 2 aprile 2013 - Una buona notizia dalla Regione Toscana per
gli spazi a servizio dell’infanzia: l’ammontare dei finanziamenti che stanno
arrivando a Comuni, enti e cooperative sociali è salito a 6, 4 milioni; ciò
consente di realizzare 20 strutture con una particolare attenzione per i centri
educativi “zero-sei”.
“Un anno fa, quando venne lanciato il bando, le risorse disponibili
erano 4,2 milioni ma – sottolinea con soddisfazione Stella Targetti,
vicepresidente con delega all’Istruzione - siamo riusciti a trovare altri 2,2
milioni di euro circa e dunque adesso, a istruttoria conclusa, siamo in grado
di finanziare ben 20 progetti, la maggioranza dei quali riguarda i Centri
zero-sei. Strutture innovative che superano la divisione fra nido e scuola
dell’infanzia per offrire percorsi educativi integrati: non più classi/sezioni
per età ma gruppi aperti nei quali il bambino viene inserito in base al proprio
sviluppo”.
Il decreto è fresco di certificazione. Sui 20 progetti risultati
vincitori, ben 11 riguardano i Centri zero-sei (“Una scommessa tutta toscana
dietro la quale sta un’idea pedagogica forte e innovativa, condivisa ampiamente
da esperti ed educatori”): dall’assessorato regionale all’istruzione viene
annunciata come imminente una iniziativa pubblica “per presentare e conoscere
da vicino tutte le sperimentazioni – sottolinea Stella Targetti – che hanno
vinto il bando”.
Una di queste sperimentazioni ha sede a Livorno, una a Lajatico (Pisa)
e una a Montevarchi (Arezzo). Altre tre sperimentazioni “zero-sei” sono
rispettivamente a Prato, Lucca e Pistoia. Una a Empoli e una a Scandicci mentre
le restanti tre sono situate nel comune di Firenze. Tre fra gli 11 progetti
nella fascia “zero-sei” sono stati promossi da enti locali, sette da soggetti
del privato e uno da un’azienda pubblica di servizi alla persona.
“Il privato sociale ha manifestato dinamismo e capacità di cogliere le
sfide – commenta Targetti – soprattutto in contesti territoriali nei quali c’è
una offerta pubblica di servizi educativi di qualità: forse non a caso il primo
progetto nella graduatoria “zero-sei” è stato presentato, a Livorno, da un
soggetto privato in un territorio dove il Comune ha da tempo investito molto
sulla continuità educativa 0-6 anni, anche attraverso la scelta di collocare
nello stesso edificio nidi e scuole dell’infanzia. A dimostrazione che il
nostro sistema integrato pubblico-privato funziona”.
Cinque i progetti vincitori riferiti ai tradizionali nidi per la prima
infanzia (zero-tre anni): sono collocati sui territori di Volterra, Firenze,
Cascina (Pisa), San Miniato (Pisa), Santa Maria a Monte (Pisa). I restanti
quattro progetti finanziati riguardano servizi per l’infanzia (tre-sei anni):
Montescudaio (Pisa), Minucciano (Lucca), Tavarnelle Val di Pesa (Firenze),
Sinalunga (Siena).
Con i 6,4 milioni di contributi, i proponenti realizzeranno opere per
un importo complessivo, ammesso, che sfiora i 12 milioni di euro. Gli importi
dei 20 progetti sono compresi fra i 20 mila e i 600 mila euro: riguardano spese
per nuove costruzioni, ristrutturazioni edilizie, consolidamenti statici,
ampliamenti e messa a norma di edifici, installazione impianti, attrezzature e
arredi, costi di progettazione e collaudo lavori.
Alla scadenza del bando (30 luglio 2012) pervennero 140 domande: di
queste, l’istruttoria ne dichiarò ammissibili 114 con l’attribuzione di
punteggi in base ai quali è stata redatta la graduatoria che ha consentito, in
base alle risorse effettivamente disponibili, di finanziare i primi 20
progetti. “Questa consistente distanza fra bisogni delle comunità e risorse in
effetti disponibili – commenta Targetti – è fonte di riflessione: non fa certo
piacere constatare che se 20 sono i progetti finanziabili, ben 94 sono quelli
destinati a restare fuori”. Il totale dei costi di tutte le 114 opere
presentate e dichiarate ammissibili raggiunge i 56,3 milioni di euro: per
venire incontro a tutte queste esigenze la Regione Toscana avrebbe dovuto
disporre, per assegnare contributi ammissibili, di 29,5 milioni di euro (in
realtà – come visto - ne ha potuti mettere 6,4).
Tornando sulla scelta “zero-sei”, la vicepresidente ricorda come “in un
momento di grande incertezza sul destino della scuola per l’infanzia e di
difficoltà per i nidi, questi nuovi percorsi educativi puntano sul diritto al
futuro e sono un contributo importante alla ulteriore crescita della cultura
dell’infanzia”.
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